SAVA. Seconda edizione del “Carnevale savese del primitivo”. Un successo e qualche ombra …
Dall’area mercatale parte un imponente fiume di maschere devoto al primitivo
Sabato 17 febbraio. Ore 15.00. Sono oltre 500 le persone che stazionano all’interno dell’imponente spazio pubblico. E’ un bel pomeriggio, con il sole che accompagna la gioia e l’entusiasmo dei giovanissimi alunni savesi alla guida delle loro maestre.
Manifestazione che ha visto, in primis, all’attivo le scuole dell’obbligo, molto ben organizzate per l’evento. Quest’ultimo, in base alle previsione metereologiche, è stato spostato dallo scorso martedì a questo fine settimana. E della serie “non tutti i mali vengono per nuocere” Sava ha registrato un bellissimo pomeriggio degno di tanta attenzione.
Ma andiamo alla descrizione del fiume umano, in prevalenza giovanissimo, che ha attraversato per un breve tratto Corso Francia, imboccato Via Montebello, deviando per Via Leonardo da Vinci per poi confluire, passando da Via Cinieri, in Piazza Risorgimento. Qui era pronto un palco con tanta musica. Alla testa del corto una imponente esibizione di maschere quasi in perfetto stile veneziano, create dalla professoressa Annalisa Melle.
Quasi 20 venti maschere, una differente dall’altra, che inneggiavano alla prelibatezza dei nostri territori: il magico primitivo. Belle. Davvero belle. Degne di particolare nota.
Come nota lo è anche i ragazzi che si sono prestati, su due file parallele, con movimenti e ballo.
Di seguito un minuto carro, nato all’ultimo momento, rappresentante di “Minions” (ma di questo parleremo in articolo a seguire in modo più specifico).
E al via tante mascherine, con abiti appositi. Immagini di grappoli d’uva incollati sui vestitini dal bicolore verde, il colore della pampine delle viti, e marrone dal colore della terra.
Gonnelline danzanti, visi espressivi, davano quasi un tocco di magico alla manifestazione. Altri alunni vestiti a “botti”, come contenitori del nostro prodotto datoci dalla natura in cui molti paesi ce lo invidiano quanto a gusto e prelibatezza.
Altri ancora con vestiti completamente bianchi, e versi, con un imponente grappolo di uva nera. Cappellini in cui l’uva occupava quasi tutto lo spazio. Anche le maestre facevano la loro parte. Anche loro “addobbate” per l’occasione. Anche loro hanno fatto parte della festa carnevalesca.
Hanno ballato e, su tutto, “orchestrato” il settore di loro pertinenza. Alunni vestiti da contadini, con la classica “coppula”, hanno dato un senso completo alla coltivazione della nostra terra, la quale sprigiona il nostro primitivo.
Alla coda una simpatica savese che, microfono alla mano e supportata da un Ape Piaggio, parlava in stretto dialetto savese rivolgendosi alla moltitudine dei savesi che stazionavano sui marciapiedi del percorso.
Chiudeva il corteo un grandissimo carro realizzato dalla prof. Lucia De Laurentis, con la collaborazione dei genitori e degli alunni delle classi 3F, 3G, 3H della sede succursale “Tommaso Fiore”. A cosa inneggiava? Risposta scontata: al nostro primitivo! Tante maschere giganti e gli immancabili grappoli e relativi bicchieri.
Una bellissima giornata di festa. Tante facce sorridenti. Bambini che si sentivano protagonisti, in assoluto dell’evento.
Che dire? Bella. Bella per davvero.. Molti si sono chiesti, legittima la domanda: “Perchè il corteo non è confluito nella Piazza San Giovanni, dando così un senso marcato al nostro paese?”
Forse chi amministra Sava premia oltre il dovuto chi “per grazia ricevuta?”
Giovanni Caforio