TARANTO. “Il bilancio partecipato dell’Amministrazione Melucci: l’ennesimo bluff!”
Nota stampa dei portavoce Francesco Nevoli e Massimo Battista del Gruppo Consiliare del MoVimento 5 Stelle
Nella sezione “partecipazione, trasparenza e legalità” del suo programma elettorale (pubblicato sul sito del Comune di Taranto) il candidato Sindaco Melucci prevedeva l’introduzione di “una metodologia di partecipazione attiva dei cittadini, senza gravare sul bilanci della Pubblica Amministrazione (la quale non sopporterà alcun onere o costo), sfruttando le opportunità dell’era digitale che favorisce il dialogo e l’interazione tra P.A., con la creazione di comitati di quartiere, rappresentativi della cittadinanza”.
“Sarà introdotto – aggiungeva – il Bilancio Partecipativo e cioè una parte del bilancio di previsione dell’amministrazione sarà definito con la partecipazione attiva dei cittadini attraverso i comitati di quartiere e specifiche riunioni”.
Ma cosa è il bilancio partecipato?
Nasce formalmente nel 1989 in alcune città brasiliane, in particolare a Porto Alegre (città che conta un milione e mezzo di abitanti) e dopo il I° Social Forum Mondiale quivi svolto, ha fatto il suo ingresso in Europa ed in particolare in Italia. Il bilancio partecipato, infatti, è già divenuto realtà in circa una quarantina di comuni del nostro Paese.
Esso consiste in un procedimento attraverso il quale la popolazione contribuisce a stabilire le modalità di assegnazione di una parte delle risorse a disposizione dell’Ente.
Molti enti comunali hanno introdotto il bilancio partecipato come meccanismo di redazione di una parte del bilancio di previsione, così diffondendo pratiche amministrative ispirate alla democrazia partecipativa nei diversi settori dell’Amministrazione. Difatti, con questo strumento si perseguono le finalità di trasparenza, partecipazione e condivisione con i cittadini delle scelte della propria amministrazione. Suoi obiettivi specifici sono:
- facilitare il confronto con la cittadinanza e promuovere scelte e decisioni condivise, riducendo anche i conflitti;
- rispondere in modo più efficace alle necessità dei cittadini, consentendo anche l’emersione di sofferenze e fabbisogni nascosti;
- coinvolgere i cittadini nel processo della gestione pubblica attraverso forme di democrazia diretta;
- ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini.
Il tema del bilancio partecipato ha ricevuto ampio spazio nel programma elettorale del MoVimento 5 Stelle per le elezioni amministrative del 2017. In questo strumento di democrazia diretta crediamo così tanto da aver predisposto all’interno del nostro programma un regolamento, che consta di 17 articoli, volto a disciplinarlo in maniera puntuale.
Noi abbiamo immaginato il territorio comunale diviso in quartieri, all’interno di ciascuno dei quali vi sia una assemblea di quartiere, costituita da tutti i cittadini, volta ad individuare le esigenze di quella parte del territorio comunale ed a deliberare le relative proposte. Abbiamo, inoltre, individuato le fasi essenziali del processo di bilancio partecipato in: informazione, consultazione e decisione, documento della partecipazione, monitoraggio e verifica.
Quindi, Melucci parlava di comitati di quartiere, Nevoli di assemblee di quartiere, ma i due concetti sono sovrapponibili. Come ha più volte sostenuto il nostro capo politico Luigi Di Maio durante l’ultima campagna elettorale, i programmi son tutti belli a leggerli, ma ciò che fa la differenza è la credibilità della forza politica che li propone.
Che cosa ha realizzato ad oggi l’amministrazione Melucci in tema di bilancio partecipato?
Leggiamo a pag. 44 del Documento Unico di Programmazione 2018-2010: “il bilancio partecipato, adottato a partire dal 2018, che costituisce una pratica innovatrice della gestione urbana, capace di promuovere i principi della buona governance locale e di coinvolgere attivamente i cittadini e portatori di interessi nel processo decisionale riguardante la gestione del nostro ente, anche con riferimento alla Progettazione Partecipata, finalizzata ad integrare le fasi della programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi con azioni di coinvolgimento attivo dei cittadini. A tal fine l’Amministrazione comunale di Taranto ha provveduto a realizzare una serie di incontri con i cittadini e con i portatori di interessi (associazioni, sindacali e imprese). In particolare, si sono tenuti i seguenti incontri:
25/01/2018 incontro tra A.C. e rappresentanti del settore locale delle M.P.M.I.;
30/01/2018 incontro tra A.C. e Associazioni e Rappresentanti della Cultura;
31/01/2018 incontro tra A.C. e Patronati e Associazioni dei Consumatori;
05/02/2018 incontro tra A.C. e Organizzazioni Sindacali;
06/02/2018 incontro tra A.C. e Associazioni e Rappresentanti dei Cittadini”.
Nei proclami iniziali si sarebbe dovuta ascoltare l’intera cittadinanza nei vari quartieri, sui vari territori, così da azzerare ogni distanza tra cittadino ed amministrazione, ma le buone intenzioni si sono tradotte unicamente in cinque incontri, quattro dei quali effettuati nella “torre eburnea” della sala consiliare.
Quali spazi di partecipazione ha garantito l’amministrazione comunale al cittadino comune, quello per intenderci che non rientra in alcuna delle categorie privilegiate che sono state ascoltate e che, vivendo quotidianamente il suo quartiere, ne conosce le problematiche? Evidentemente nessuno.
Il 5 aprile u.s. il Presidente della Commissione Bilancio faceva tenere ai consiglieri una bozza di atto di indirizzo in merito a “regole ed indirizzi” relativi al “bilancio partecipato 2018” necessari per regolamentare tutte le fasi successive rispetto a quella di ascolto della cittadinanza, espletata – come evidenziato – in maniera del tutto insufficiente. Nell’ambito di tali fasi vi è ovviamente quella che consente la decisione dei cittadini sulle scelte da operare sulle varie proposte progettuali, ossia un nuovo e decisivo momento di partecipazione della cittadinanza. Tale atto di indirizzo si sarebbe dovuto discutere in commissione ai fini del suo inserimento quale allegato alla delibera di approvazione del bilancio 2018/2020.
In un’ottica di trasparenza nei confronti dei cittadini, dunque, il consigliere Capriulo intendeva fissare immediatamente le regole del gioco – soprattutto quelle relative al momento di condivisione delle scelte da parte dei cittadini – così da dare un minimo di credibilità ad un percorso non poi così partecipato come nelle esternazioni iniziali.
In commissione consiliare alla domanda posta dal MoVimento 5 Stelle in merito alle risorse da destinare al bilancio partecipato, il consigliere Capriulo affermava che l’amministrazione avrebbe destinato 500.000 euro, importo reputato decisamente insufficiente per soddisfare l’esigenza di dare spazio ai bisogni realmente avvertiti dai cittadini sui territori di loro pertinenza.
L’idea del consigliere Capriulo, tuttavia, non ha trovato i favori di qualcuno che conta ed è stata cassata, atteso che il 13 aprile u.s. veniva depositato presso la Presidenza del Consiglio Comunale un emendamento alla delibera di approvazione del bilancio con il quale si intende conferire “specifico mandato alla direzione Programmazione Economico-Finanziaria di predisporre, in tempi brevi, apposita proposta consiliare di regolamentazione delle modalità di partecipazione dei cittadini alla destinazione di una parte delle risorse del bilancio”.
Quindi, la maggioranza non si sente ancora pronta a varare le regole di partecipazione dei cittadini a quelle scelte di gestione che ricadono sul loro capo.
Ma non è tutto! Nello stesso emendamento le risorse da destinare al bilancio partecipato vengono quantificate in 400.000 e non più in 500.000 euro.
Come riportato il 17 aprile u.s. in Commissione Bilancio dal Dirigente della Direzione Programmazione Economico Finanziaria, il bilancio partecipato è stato “sacrificato” di 100.000 euro “sull’altare” della TARI, considerato il minore introito della tassa rispetto alla previsione di bilancio. Non appena, dunque, si è ravvisata la necessità di denari, sono state immediatamente intaccate le già esigue risorse del bilancio partecipato.
Se tale è la rilevanza che si attribuisce a questa forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica della nostra città quando è soltanto agli esordi, riteniamo che alla prova dei fatti il bilancio partecipato dell’amministrazione Melucci si risolverà nell’ennesimo bluff!