Sava. “RIMBORSO TARI: NO DEMAGOGIA MA TANTA CONCRETEZZA E RISPETTO PER I CITTADINI!”
Dal dott. Giulio Rossetti, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Con piacere apprendo dell’intervento pubblicato su “la Voce di Maruggio” sulla questione TARI del collega Marco Di Punzio, che personalmente stimo tantissimo, che però mi trova in disaccordo su alcuni punti che preciso.
Forse sono stato il primo a parlare dell’errore TARI a Sava e non per interessi personali atteso che non rientro tra i soggetti che hanno diritto al rimborso ma il mio interesse sulla vicenda è esclusivamente dovuto a vedere rispettato il sacrosanto diritto al rimborso dei nostri concittadini di quanto erroneamente richiesto in pagamento dall’Ufficio Tributi del Comune di Sava.
Mi dispiace che il Dr. Di Punzio attribuisca a terzi, forse anche a me, la responsabilità di “inutile confusione nei contribuenti”, pertanto rispondo perché mi sento chiamato in causa avendo pubblicato diversi articoli sull’argomento e perché così come affermato dal sindaco, anche io e tantissima altra brava gente siamo abituati a tenere la schiena dritta dicendo la nostra con libertà e senza remore o timori.
Anche l’operato del movimento civico “UNITI per SAVA”, sensibile alla questione TARI, è più che apprezzabile, stando a svolgere democraticamente il suo legittimo ruolo di forza di opposizione in seno al Consiglio Comunale. Fatta questa doverosa puntualizzazione, dal mio punto di vista, la confusione su questa vicenda è stata creata solo ed esclusivamente dall’Amministrazione Comunale in carica. Infatti, è stato il sindaco a parlare pubblicamente di “restituzione automatica delle somme pagate in più senza necessità di inutili moduli di rimborso”, ora invece vediamo sempre a cura della Casa comunale, invitare i nostri concittadini a presentare istanza di rimborso predisposte dagli uffici comunali stessi.
Ora per come noto, le istanze di rimborso servono esclusivamente per richiedere appunto un rimborso e non per altro! E’ una invenzione fantasiosa dell’Amministrazione comunale di Sava parlare di istanza di rimborso ai fini “ricognitivi ed istruttori” che non risulta contemplata in nessun codice.
Oltretutto, i cittadini si chiedono: ma l’Ufficio tributi del Comune è già in possesso di tutti i dati relativi alla TARI atteso che è stato proprio lo stesso a liquidarla, allora perché richiederli nuovamente a migliaia di cittadini? A ragion di ciò, addirittura il Legislatore fa divieto alle Amministrazioni di chiedere informazioni, certificazioni e documenti già in possesso dell’Amministrazione stessa (art. 2 L. n. 241/1990). Da tutto ciò nasce lo sbandamento e la confusione della cittadinanza sulla questione TARI di cui si parla da sei mesi senza essere giunti ad una conclusione e senza aver ancora rimborsato un solo contribuente.
Trovo assurdo che si inviti la gente a temporeggiare con l’esimente che il diritto al rimborso dell’annualità più vecchia (2014) si prescriva al 31.12.2019. Perché i nostri concittadini una volta che vantano un credito dall’Amministrazione devono attendere anni mentre quando vengono chiamati a pagare si pretende loro di attenersi scrupolosamente alle scadenze previste??? E’ bene che i cittadini sappiano che decorsi 90 giorni dalla presentazione dell’istanza senza che sia giunta una risposta da parte dell’Ente, potranno rivolgersi al Giudice tributario per vedere riconosciuto il loro diritto al rimborso.
Trovo non coerente e molto grave che un evento come il Telefisco 2018 venga ritenuto di dubbia autorevolezza, se si pensa che le desiderate risposte alla questione TARI non a caso sono venute direttamente da Esperti del Ministero competente, che ha visto la presenza del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, un convegno annuale organizzato da il Sole 24 ORE, giunto alla 27esima edizione, accreditato dagli Ordini Nazionali dei Commercialisti e Notai, in conclusione, come dire, forse non sapevano quello che dicevano?! Le risposte all’Amministrazione su cosa fare e da dove attingere le risorse ci sono, sono pervenute, si tratta solo di aver il coraggio di attuarle senza attendere indirizzi normativi o giurisprudenziali che forse non arriveranno mai e senza continuare infruttuosamente a ripetere che anche altri Comuni come Milano hanno commesso l’errore tralasciando però di dire, per chiarezza e completezza, che altri e 7.000 comuni hanno fatto i calcoli correttamente e meglio di noi.
Rivolgo un appello all’amico Marco Di Punzio, noi siamo giovani, rappresentiamo la nuova generazione e come tale, dobbiamo abbandonare le vecchie logiche di fare politica, pertanto, non facciamo il gioco delle tre carte altrimenti deludiamo le aspettative della brava gente alimentando disinteresse, sfiducia e indifferenza, garantiamo quindi i rimborsi ai nostri cari concittadini in tempi rapidi e certi facendo vedere loro che la politica sa rispettare il cittadino mettendolo al primo posto dandoti altresì la mia disponibilità ad un confronto costruttivo quale è stato da sempre lo spirito che mi ha animato sulla vicenda.