TARANTO. Prosegue la raccolta delle firme, iniziata lo scorso 10 febbraio per l’attuazione del referendum consultivo finalizzato all’annessione di Taranto alla Regione Basilicata
Referendum promosso, ricordiamo dal Comitato Taranto Futura presieduta dall’Avvocato Nicola RUSSO
Dopo la raccolta delle firme tenutasi a Taranto in via Blandamura/adiacente Concattedrale dove sono state raccolte oltre 500 firme, si comunicano di seguito i giorni, gli orari ed i luoghi in cui stazioneranno i banchetti per la raccolta firme:
Venerdì 04 maggio 2018 dalle ore 17.00 alle 22.00 – Ex Bio Piazza – Statte (TA);
Sabato 05 maggio 2018 dalle ore 17.00 alle 21.30 – Via Liguria/Piazza Sicilia – Taranto;
Domenica 06 maggio – Piazza della Vittoria/Via d’Aquino, Taranto:
Primo appuntamento dalle ore 09.00 alle 13.30;
Secondo appuntamento, dalle ore 17.00 alle 22,00.
PERCHE’ FIRMARE:
I motivi sono molteplici e si traducono in indiscutibili vantaggi per il nostro territorio ionico. Da tempo ci interroghiamo sul futuro della nostra città e, dopo molte riflessioni, alla fine abbiamo individuato cinque opportunità: Porto, Aeroporto, Università, Turismo e Sanità.
Taranto, con circa 200mila abitanti, è l’unica città d’Italia a non avere una “sua” Università. Ci sono solo Facoltà derivate dall’Ateneo barese, ma non l’Università. Sono circa 12mila giovani Tarantini che studiano in altri Atenei, che, dopo la laurea, non faranno ritorno nella loro città , se non in minima parte. Ebbene, entrando la provincia di Taranto in Basilicata, si potrebbe creare la seconda Università (oltre quella di Potenza), unitamente al Politecnico e al Polo di Medicina.
Tutte opportunità che non avremo mai rimanendo in Puglia per varie ragioni, comprensibili o meno. E’ chiaro, quindi, che l’ingresso della Provincia di Taranto nella Regione Basilicata è prettamente una questione economica e demografica, dato che le due realtà territoriali vivono un pauroso decremento demografico, tanto da minarne l’identità, che, di contro, sotto certi aspetti, verrebbe economicamente rigenerata con l’equa distribuzione delle infrastrutture (Porti, e Aeroporti) sia in Puglia che in Basilicata, con conseguente beneficio per tutti. Con il Porto di Taranto e l’Aeroporto di Grottaglie -Taranto (cargo e traffico passeggeri), la Basilicata avrebbe le uniche importanti infrastrutture sul suo territorio, verso lo sviluppo del traffico turistico, commerciale ed economico, essendo la città di Taranto posta proprio al centro del Mediterraneo.
L’attenzione, quindi, per un diverso sviluppo economico del territorio ionico, va posta ad occidente (senza trascurare la parte orientale) che, per converso, trarrebbe vantaggio con questa nuova strategia), con la statale 106 come valida e veloce via di collegamento sino all’alta Calabria, e con l’utilizzazione anche di altre vie di comunicazioni, come il mare (attraverso veloci aliscafi) e la ferrovia ad alta velocità, verso il Porto di Taranto e dentro l’Aeroporto di Grottaglie, con la creazione del doppio binario da e per Grottaglie.
Taranto diventando in questo caso “Città Metropolitana” (con l’area metropolitana comprendente Matera, Bernalda, Metaponto, Policoro e Scanzano, e gli altri Comuni lucani limitrofi) con tutti i benefici economici e finanziari del caso, sarebbe il punto di saldatura (ed importante snodo ferroviario) tra Puglia, Basilicata e Calabria, essendo l’unica città di provincia ad ovest della Puglia.
Il citato territorio verrebbe così distribuito con le seguenti vitali e funzionanti infrastrutture: in Puglia i Porti di Brindisi e Bari, oltre agli Aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia. In Basilicata (e l’alta Calabria): il Porto e L’Aeroporto di Taranto-Grottaglie. Queste sono alcune opportunità e vantaggi che la ns. città potrebbe ottenere, senza trascurare quelli sanitari, dato che il servizio sanitario in Basilicata verrebbe distribuito solo in tre città (Taranto, Potenza e Matera) e non in cinque come adesso in Puglia. I motivi sono ben noti ed evidenti!
Il treno sta passando … per Noi tarantini e sta a Noi salirci sopra per non perderlo. Il futuro di Taranto è nelle nostre mani, tenendo presente che anche la Basilicata non può perdere questa importante possibilità. Oggi chiamarci pugliesi o lucani può non significare molto, se non ricreare, con l’ingresso di Taranto nella Regione Basilicata, i valori della Magna Grecia (si pensi alla costa ionica-lucana-calabrese), con tutti i benefici culturali ed economici del caso.