“ANGELI D’ACCIAIO”. Il suo nome era “Angelo”, l’ultima vittima sul lavoro all’ILVA di Taranto
Nota stampa di Francesca Urselli, segretario dell’Associazione Utòpia
Forti come guerrieri, ingenui come bambini, fedeli come pellegrini, giocosi come ragazzini, coraggiosi come padri.
Questi sono gli uomini che lasciano questa terra vittime di un drago che li divora fatto di fuoco, gas e scintille, nel modo più ingiusto che la vita possa riservare, la morte li coglie all’improvviso oltre qualsiasi loro previsione.
Il coraggio è la loro forza, la fedeltà è la loro devozione al lavoro, l’inconsapevolezza la loro ingenuità, il gioco per evitare di pensarci, l’amore per voler tornare a casa, il coraggio di ogni giorno da infondere al figlio.
C’è invece chi continua a considerare gli operai solo dei numeri e non offre loro né forza, né fiducia, né gioco, né amore e né speranza.
L’ultimo un giovane uomo di nome “Angelo” vittima sul lavoro nello stabilimento siderurgico ILVA di Taranto è salito al cielo e da li guarda questo mondo senza speranza.
Dove sono i Sindacati, dove lo Stato, dove la Politica? Il potere gerarchico appartiene ad altri, appartiene a un mondo fatto di numeri e di interessi economici, di arrivismo e di potere, un potere che ormai non è più Politico né tanto meno del Popolo ma è guidato da forze occulte che decidono al posto della gente: chi, come e dove concentrare l’interesse che appaia di destra o di sinistra non ha nessuna importanza.
Muovono i fili di un ingranaggio macchinoso dove i personaggi politici vengono finanziati, usati, costruiti prevedendo così in anticipo azioni finanziarie che vanno a favorire gli interessi delle lobbi.
Le vittime rimangono povere vittime tanto poi si dimentica e l’umanità continua a evolversi nella direzione sbagliata.
L’Associazione Culturale Utòpia di Grottaglie dedica ad “Angelo” l’iniziativa benefica “Adotta un Libro” con un sincero e profondo sentimento di affetto e alla sua famiglia devastata da un dolore che non passa, mai.