Dal Vaticano a Roncisvalle, il “pellegrinaggio” di Mimmo Cuticchio

Dal Vaticano a Roncisvalle, il “pellegrinaggio” di Mimmo Cuticchio

Dove tutto cominciò. Il sottotitolo de “La Macchina dei Sogni” riassume il senso della nuova avventura di Mimmo Cuticchio: “Straziante meravigliosa bellezza del creato”, preso in prestito dal film di Pasolini “Che cosa sono le nuvole?”

Giunto alla 35esima edizione, quest’anno il festival creato dal maggiore puparo e cuntastorie del nostro tempo indaga le differenze e il dialogo tra Oriente e Occidente, lanciando un messaggio internazionale di pace, che da Palermo raggiungerà Roncisvalle, la mitica altura tra Francia e Spagna dove nel 778 d.C, leggenda vuole, morirono in battaglia Orlando e i Paladini. Un programma ambizioso, e il Crest c’è.

«Vivo da 70 anni tra i pupi e ho sempre pensato che raccontare di Orlando e Rinaldo possa voler dire trasmettere i valori della giustizia e della cavalleria. Oggi abbiamo il compito di salvaguardare questo patrimonio di storie e di poesia, al netto delle leggende e delle interpretazioni storiche, che sono mutate nelle diverse epoche ad uso e consumo dei potenti di turno.

Se Roncisvalle ha significato la disfatta dei paladini, con il carico di morte che la leggenda tramanda, dobbiamo pensare anche che è una tappa nel cammino di pace verso Santiago de Compostela.

E allora, pensando a tutte le possibili leggende e letture – tra storia e letteratura, tra immaginazione e realtà – vogliamo anche noi fare la nostra “crociata di pace” coscienti di portare con noi un messaggio universale», annota Cuticchio. 

Nei fatti, questa edizione de “La Macchina dei Sogni”, organizzata dall’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, si sviluppa in tre diversi capitoli.

Il primo: dall’8 al 10 giugno pupi, marionette, burattini, ma anche musica e cunto, hanno trovato inedita accoglienza tra le celle, il chiostro, la chiesa e il refettorio dell’antico Monastero di clausura di Santa Caterina d’Alessandria, nel cuore antico di Palermo.

Il secondo: il 27 giugno il famoso puparo siciliano e i suoi attori saranno in udienza dal Papa che affiderà loro un messaggio di pace da portare a Roncisvalle. Il terzo e ultimo: dal 26 al 29 luglio, partendo da Saint-Jean-Pied-de-Port verso Ibañeta, nella piana sui Pirenei, tra Francia e Spagna, mitico teatro dell’ultima battaglia tra saraceni e cristiani, esattamente 1240 anni fa, secondo la leggenda.

Una sorta di pellegrinaggio teatrale che avrà tappe lungo la strada principale del comune francese e poi lungo il sentiero che sfocerà in aperta campagna, tra alberi, ruscelli, salite e discese, dove gli spettatori si uniranno alla carovana degli attori; ascolteranno i narratori, che hanno preso parte al laboratorio guidato da Cuticchio. Sulla piana di Roncisvalle troveranno ad attenderli “dodici Pari” (Lara Albanese, Giuseppe Barbera, Corrado Bologna, Padre Giuseppe Bucaro, Mimmo Cuticchio, Franco La Cecla, Beatrice Monroy, Gianni Puglisi, Giuliano Scabia, Marino Sinibaldi, Giovanni Sollima, Sebastiano Tusa), uomini e donne di cultura che in questi anni hanno combattuto per la tutela dell’ambiente e del patrimonio dell’umanità.

Qui Mimmo Cuticchio farà risuonare il suo cunto antico, la “Battaglia di Roncisvalle” sulle note del violoncello di Giovanni Sollima.

A questa “crociata di pace” partecipa anche il Crest con Giovanni Guarino, che proprio della complicità e dell’incontro con Mimmo Cuticchio ha nutrito la sua formazione sulla narrazione teatrale. A testimoniare il legame del maestro e artista, unico vero cuntista, con il Crest la sua presenza sul palco del TaTÀ l’epilogo del progetto “Heroes” lo scorso dicembre, come narratore (il cunto “A singolar tenzone”) e formatore (il workshop “La fascinazione della parola”).

BIOGRAFIA

Mimmo Cuticchio
Erede di un patrimonio artistico che assorbe dal padre Giacomo fin da bambino, elabora negli anni la tradizione del teatro dei pupi rinnovandola con continui innesti creativi e valorizzandola attraverso la sperimentazione artistica.

Negli anni ’70, affascinato dalle tecniche narrative del cunto, ne segue l’apprendistato da Peppino Celano, che gli insegna anche la costruzione dei pupi secondo un percorso che segue le tappe tradizionali della trasmissione del mestiere. Alla morte del maestro, apre a Palermo nel 1973 il Teatrino dei Pupi di Santa Rosalia, e realizza il suo primo copione “Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro”, cominciando ad arricchire il repertorio tradizionale con nuovi testi e raccontando le gesta di personaggi storici della Sicilia, di eroi omerici e della mitologia.

Nel 1977 fonda l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, che incorpora la compagnia omonima. Da quel momento Cuticchio avvia un percorso di rielaborazione del patrimonio culturale tradizionale che proietta i modelli narrativi del cunto e dell’opera dei pupi verso il pubblico moderno, attuando un processo di comunicazione artistica permeato di impegno civile e segnato da uno sguardo rivolto verso la contemporaneità.

Il rapporto di Cuticchio con diverse espressioni della scena contemporanea, è segnato dai suoi complessi e assidui rapporti col cinema (Coppola, Tornatore, Turturro, Ciprì e Maresco, Crialese), la fotografia, la radio, l’arte contemporanea (Mimmo Paladino), i generi musicali pop (Lucio Dalla, Loreena McKennith). Dal 1997 dirige a Palermo la prima scuola per pupari e cuntisti.

 

 

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