“Deboli loro e Deboli Noi ”. Giovani Italiani contro il razzismo e per un Italia che costruisca un futuro
Intervento di Daniele Simon e di Christopher Alessio Maia
130 eritrei, due siriani, sei dal Bangladesh, un egiziano, una somala e dieci provenienti dalle isole Comore. Sono questi i “pericolosi” irregolari che il Vice Presidente del consiglio e ministro Matteo Salvini, non vorrebbe far scendere da nave “Diciotti”.
148 persone che proprio per la loro provenienza non avrebbero nessun problema relativo al riconoscimento dello status di “rifugiato” politico.
Ma la eterna campagna elettorale del ministro Salvini, e del suo mantra del “prima gli italiani” di cui in realtà non si occupa preferendo la campagna di odio razziale contro gli immigrati, impedisce a molti nostri connazionali di guardare in faccia la realtà.
Per questa ragione come NIDIL, Arci Calypso e il sindacato universitario LINK, facciamo un appello a tutte le associazioni giovanili e studentesche affinché si interrompa la propaganda dell’odio e si cominci finalmente a parlare di ciò che interessa davvero agli italiani e ai giovani in particolare.
Così mentre il Governo italiano tiene in ostaggio uomini e donne liberi che chiedono solo di avere una vita dignitosa e un’altra chance rispetto alle condizioni di vita del loro paese, Nave Diciotti incarna di fatto l’anima di questo paese che al posto di attaccare i poteri forti, le tratte di mercimonio di esseri umani, le politiche redistributive dell’unione europea, o l’assurdo accordo di Dublino, preferisce prendersela con i più deboli.
Deboli loro e deboli tutti i giovani italiani, costretti ancora una volta a subire riforme del sistema della formazione incapace di stare al passo coi tempi, e una deregulation del mercato del lavoro che lascia nel precariato ancora migliaia di loro. Su nave Diciotti c’è l’Italia che ha deciso di fare la voce grossa si, ma con l’anello debole della catena. E per questo non faremo finta di niente e non resteremo complici e invitiamo tutte le associazioni giovanili a far sentire la loro voce.