Da Taranto le good news degli urologi SIUT a congresso
In provincia di Taranto i tumori dell’apparato genito-urinario rappresentano, con una percentuale del 34%, oltre un terzo di tutti quelli che colpiscono la popolazione maschile!
Per la prima volta si è tenuto a Taranto il congresso degli urologi pugliesi del SIUT per un approccio multidisciplinare alle patologie oncologiche dell’apparato genito-urinario.
Dal Congresso Regionale Pugliese della SIUT (Società Italiana di Urologia Territoriale), tenutosi per la prima volta a Taranto nella mattinata odierna (sabato 22 settembre), arriva un messaggio di speranza.
L’urologia è in continua e rapida evoluzione, tanto che sono state sviluppate nuove metodologie per la diagnosi dei tumori all’apparato genito-urinario, prostata e vescica in primis, che permettono una individuazione sempre più precoce di queste neoplasie, nonché tecniche di intervento sempre meno invasive che riducono significativamente gli “effetti collaterali”…
E a Taranto, e più in generale in Puglia, nella sanità pubblica esistono centri di eccellenza all’avanguardia, perfettamente in grado di garantire ai cittadini tutte le possibilità di trattamento delle patologie dell’apparato genito-urinario, come la chirurgia robotica e quella laparoscopica, o come le terapie ormonali di prima e seconda linea, e tutte le nuove terapie oncologiche.
Scopo ultimo di queste innovazioni è, oltre alla guarigione, ridurre sempre più i tempi di degenza e di convalescenza e, soprattutto, garantire il pieno recupero alla vita quotidiana del paziente.
Proprio partendo dalla constatazione della eccellenza raggiunta dalla sanità pubblica in questo settore in Puglia, e a Taranto in particolare, come peraltro dimostrato dall’assoluto livello dei lavori presentati dai relatori a questo congresso regionale, non si comprende perché i cittadini continuino ad effettuare i cosiddetti “viaggi della speranza”, persino in regioni limitrofe come la Basilicata, con disagi e spese personali, nonché gravando così sul bilancio regionale.
È un problema sollevato Gregorio Colacicco, direttore sanitario dell’ASL Taranto, che ha auspicato il miglioramento della “presa in carico” del paziente e un collegamento sempre più stretto tra la sanità territoriale, medici di famiglia in primis, e i centri ospedalieri.
Un auspicio ripreso da Corrado Aniello Franzese, presidente nazionale SIUT, che ha sottolineato come nella denominazione Società Italiana di Urologia Territoriale ci sia la parola “territoriale”, proprio come riconoscimento della necessità di legare sempre più le strutture di urologia al territorio in cui sussistono.
Oltre alle buone notizie, dalle relazioni degli epidemiologici è purtroppo giunta anche la conferma che nella provincia di Taranto i tumori alla prostata (16,1%) e alla vescica (13,4%) sono quelli che, dopo le neoplasie dell’apparato respiratorio (16,5%), colpiscono di più la popolazione maschile.
Gli altri tumori dell’apparato genito-urinario presentano percentuali minori: rene e vie urinarie 2,9%, testicolo 1,3% e pene 0,3%: in pratica solo questi 5 tumori rappresentano il 34%, oltre un terzo dunque, di tutti quelli che colpiscono la popolazione maschile!
Sono percentuali indicate nel “Rapporto 2017” elaborato dalla Direzione della ASL e basato sui dati del Registro Tumori della Provincia di Taranto (anni 2006-2012).
Al riguardo il Dottor Gaetano Ressa, specialista urologo della ASL di Taranto, nonché membro del comitato scientifico del congresso e del consiglio direttivo della SIUT, introducendo i lavori ha evidenziato come sia «critica la situazione nel Comune di Taranto che presenta per queste sedi tumorali eccessi soprattutto nel sesso maschile, che sulla base della letteratura depongono a favore di un presumibile coinvolgimento delle condizioni ambientali, lavorative oltre che degli stili di vita della popolazione residente».
«Infatti la Distribuzione dei tassi standardizzati diretti (TDS) dei vari Distretti Socio Sanitari della Provincia – ha poi spiegato Gaetano Ressa – evidenziano una prevalenza delle neoplasie delle vie urinarie (rene e vescica) nel Distretto Socio-Sanitario cittadino, rispetto a quelli della provincia. Se questa relazione è ampiamente dimostrata per i tumori della vescica nei quali il fumo di sigaretta (aumento del rischio di neoplasia di 4/5 rispetto ai non fumatori) e l’esposizione a sostanze tossiche (anilina, amine aromatiche di natura principalmente professionale e composti arsenicali eventualmente presenti nelle acque potabili) rappresentano i principali fattori di rischio, per il cancro della prostata sembra giocare un ruolo più importante la familiarità e le abitudini alimentari (abuso di carni, latticini e grassi)»
Al II Congresso regionale della SIUT, responsabili scientifici il dottor Gaetano Ressa e il dottor Igino Intermite, hanno partecipato alcuni dei più importanti urologi e oncologi pugliesi, nonché esperti di alte branche della medicina: il focus del congresso, infatti, è stato l’approccio multidisciplinare alle patologie urologiche, con particolare riferimento a quelle oncologiche della prostata e della vescica, nonché alle infezioni complicate delle vie urinarie.
Per il Congresso Regionale Pugliese della SIUT sono stati a Taranto alcuni dei maggiori esperti delle principali realtà sanitarie pugliesi, quali Michele Battaglia, Ordinario di Urologia Università degli Studi di Bari, Giuseppe Ludovico, Direttore U.O. Urologia Ospedale “Miulli” Acquaviva delle Fonti, Ivan Martines, urologo ASL Bari, Saverio Grossi, Direttore U.O. Urologia Ospedale “SS. Annunziata” Taranto, Silvano Palazzo, Direttore U.O. Urologia Ospedale “Perrino” di Brindisi, Vito Ricapito, Direttore U.O. Urologia Ospedale San Giacomo di Monopoli.
Con altri specialisti urologi ospedalieri e del territorio si sono confrontati con importanti radioterapisti, oncologi, specialisti in medicina nucleare, nefrologi, infettivologi e medici di medicina generale.
I lavori congressuali, infatti, hanno avuto come fine ultimo il perfezionamento dei Percorsi Diagnostici Terapeutici per l’ottimizzazione delle risorse e della qualità delle prestazioni al malato, enfatizzando un approccio multidisciplinare.