SAVA. Vengono bandite alcune ditte, per infiltrazioni camorristiche-mafiose, che lavorano anche per il nostro Comune e il fautore dello slogan “trasparenza e legalità” si sta zitto …

SAVA. Vengono bandite alcune ditte, per infiltrazioni camorristiche-mafiose, che lavorano anche  per il nostro Comune e il fautore dello slogan “trasparenza e legalità” si sta zitto …

Ma Dario IAIA, sa cosa dice? O meglio, sa cosa dovrebbe fare alla luce di questi “casi”?

Quando un primo cittadino viene allertato dalle Procure dalle interdditive antimafia la prima cosa che fa è quella di prendere posizione sulle disposizioni date dalla magistratura sui casi che vengono messi in risalto. Ma a Sava, amaramente, non è così. Andiamo al ritroso, che è meglio.

Inverno 2013, la DDA di Lecce comunica all’UTG la messa al bando della ditta Global Work, gestore delle aree pubbliche soggette a pagamento per la sosta degli autoveicoli anche nel nostro paese. Risultato? IAIA non dice nulla a proposito. Incredibile.

E a dire che la sua amministrazione avvallò la proroga per un altro anno il contratto con il soggetto privato, ignorando completamente la situazione che si era verificata nella limitrofa Manduria.

Addirittura, nella determina della dirigente, la reggente di Polizia municipale che all’anagrafe fa Luigina Soloperto, veniva scritto che la Ditta aveva gli stessi requisiti dei tre anni passati. E a pensare che nella città messapica era tutta un’altra storia.

Pazzesco!!!

Andiamo alla IGECO. Il contratto con la società che gestisce il servizio di raccolta differenziata nel nostro paese scadeva nel passato febbraio. Uno pensa che, una volta che sta per scadere il contratto una amministrazione ha già pronto il bando di gara da indire quanto prima in modo che ci sia il classico passaggio delle consegne.

E a Sava questo non c’è stato. Però sono stati dilapidati 50mila euro, nello scorso novembre, per preparare il bando di gara e, particolare importantissimo, molti Comuni limitrofi il bando lo hanno fatto preparare agli uffici comunali e altri Comuni più grandi del nostro hanno speso meno, molto meno nel redigerlo.

E quindi, sulla carta, era tutto pronto per i classici tempi tecnici. Ma questo non c’è stato. Affatto. Alla scadenza contrattuale alla IGECO venivano date proroghe su proroghe. Fino a quando? Fino ai giorni nostri, una settimana fa circa per l’esattezza, in cui un’altra ditta si è aggiudicata il servizio della raccolta differenziata.

Avanti ieri, mercoledì, la notizia: “Dopo le verifiche e le inchieste arriva l’interdittiva antimafia per la Igeco”.

Che vuol dire?

“L’informativa antimafia costituisce uno dei principali strumenti di contrasto al coinvolgimento di organizzazioni criminali nell’ambito dei rapporti economici tra Pubblica Amministrazione e privati”.

E per tanto, non è cosa da poco conto. E chi dovrebbe rispettare la legge nel nostro paese, presumibilmente un primo cittadino, che dice alla luce di questa notizia? Nulla. Ma proprio nulla.

Pazzesco.

E a dire che il suo motto “trasparenza e legalità”, alla luce del suo operato amministrativo, forse serve solo a mettere sulla sua pagina di facebook la foto di Falcone e Borsellino, manco fossero i suoi maestri.

A IAIA gli consigliamo questo: levi i due magistrati. E metta magari la copertina delle giovani marmotte.

Almeno fa più bella figura. Magari anche con se stesso …

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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