TARANTO. Roadshow 2018. “Dare forma ai fondi: partiamo dalle città!”
Incontro sul ruolo dell’UE e i suoi finanziamenti europei
Esponenti del mondo politico e istituzionale locale ed europeo si sono confrontati questa mattina a Taranto sul ruolo dell’Unione europea, in particolare sul tema delle opportunità europee di finanziamento, mettendo sotto la lente di ingrandimento i limiti, le contraddizioni, le occasioni perse e quelle colte.
L’incontro fa parte dell’iniziativa Confcommercio “DARE FORMA AI FONDI: PARTIAMO DALLE CITTÀ” che ha già visto coinvolte le città di Roma, Rovereto, Perugia e Bergamo e che si concluderà il 28 novembre a Bruxelles presso il Parlamento europeo.
Ha aperto e coordinato i lavori della prima parte della giornata il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, che è entrato subito in argomento, stigmatizzando la difficoltà degli attori pubblici e privati dei territori di fare squadra nell’attivarsi per cogliere al meglio le opportunità offerte dai fondi comunitari, pur nei limiti rappresentati da una macchina burocratica spesso farraginosa e obsoleta.
E’ intervenuto Pasquale Orlando, direttore dell’Autorità di Gestione del POR 2014-2020 presso la Regione (la Puglia è stata pubblicamente lodata dalla commissaria europea UE alla politica regionale, Corina Creu, per la capacità di utilizzo dei fondi rispetto alle altre regioni) che ha sottolineato l’importanza della politica di coesione per lo sviluppo dei territori dell’Italia Meridionale che, soprattutto dopo la crisi, ha visto una diminuzione drastica degli investimenti pubblici.
I fondi hanno assunto un carattere di ‘sostituità’, hanno cioè perso la loro funzione che doveva essere di aggiunta, completamento, ‘addizionalità’, degli investimenti pubblici. Vi è poi tra le tanti punti da rivedere la burocrazia, lunga e complessa, del sistema di progettazione nazionale spesso non compatibile con gli investimenti: non meno di 5 anni per gli investimenti sotto i 30 ml di euro, addirittura 12 quando si va oltre.
Massimiliano Motolese, assessore Lavori pubblici e Patrimonio del Comune di Taranto ha rappresentato la difficoltà delle pubbliche amministrazioni quando si entra in contatto con i fondi europei, tra le quali, un codice degli appalti che non dà stabilità di intervento, scarse risorse umane dedicate esclusivamente agli investimenti europei, la difficoltà delle procedure per l’aggiudicazione e l’implementazione dei fondi.
L’Assessore ha poi ricordato che sono stati messi a bilancio risorse importanti per dotare la città di Taranto di una struttura di assistenza tecnica anche in vista degli importanti investimenti che nell’ambito del Piano Strategico e del CIS si andranno a realizzare.
Certo, senza risorse UE, comuni di piccole dimensioni non avrebbero possibilità di sopravvivenza, significativo in tal senso l’intervento di Alfredo Longo, sindaco di Maruggio, che ha portato la testimonianza di un piccolo ma virtuoso comune, distintosi in soli 5 anni per aver saputo attingere a risorse per 9 milioni e mezzo di euro, e pronto a mettere a frutto una nuova richiesta di finanziamento per 6 milioni di euro da utilizzare in parte per la rigenerazione urbana, in collegamento con Manduria.
E’ stata poi la volta di Massimo Avvantaggiato, project manager del Programma Erasmus per Giovani Imprenditori, che ha portato la sua esperienza concreta di gestione di un programma europeo di scambio B2B tra imprenditori di tutti i settori economici che potrebbe interessare e coinvolgere gli imprenditori del sistema confederale mentre, a livello nazionale, Pierpaolo Gaudiano, responsabile Infrastrutture e territori di Invitalia, ha parlato dell’esperienza dell’Agenzia – che a Taranto è impegnata con il CIS- nella gestione dei finanziamenti europei.
Nella seconda parte dell’incontro, Alberto Marchiori, Incaricato per le Politiche Ue di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha coordinato la tavola rotonda “La forma dei fondi: esperienze a confronto” con un interessante dibattito con i parlamentari europei presenti: Daniela Aiuto, Elena Gentile e Rosa D’Amato.
La Germania ha evidenziato Marchiori porta a casa risultati eccellenti di gran lunga superiori all’Italia, ma il rapporto tra la struttura tecnica delle due delegazioni è di 50 contro 200 dipendenti, la riprova che l’Italia non ha sin’ora saputo investire nell’UE; e forse è il caso di rivedere – ha ribadito Marchiori– questo approccio dell’Italia all’UE e in questo i parlamentari potrebbero avere un ruolo fondamentale di sensibilizzazione del governo italiano.