RIMINI. Assemblea annuale dell’Anci. “Le scelte del governo sono allarmanti”
Nota stampa di Gianni Azzaro, Consigliere nazionale Anci
La pace fiscale è una dichiarazione di guerra ai Comuni; lo smantellamento del sistema Sprar rischia di farci fare veloci passi indietro sul fronte dell’immigrazione e dell’accoglienza; riconquistare le risorse del ‘bando periferie’ è una vittoria ottenuta grazie all’unità.
Sono queste le conclusioni emerse al termine dell’Assemblea annuale dell’Anci tenutosi dal 23 al 25 ottobre a Rimini.
Partiamo dal primo punto, ovvero dall’ennesimo favore agli evasori che il governo del condono si appresta a fare. Stralciare tutti i carichi a ruolo degli anni 2000-2010 fino a 1.000 euro significa intervenire sui carichi comunali. Detto in parole povere significa fare la pace fiscale con i soldi dei Comuni. Di conseguenza, sarà necessario valutare con precisione gli effetti sugli equilibri del bilancio e trovare le opportune compensazioni. E il governo non può lavarsene le mani come sta facendo.
Il secondo punto è altrettanto delicato. Purtroppo già in queste settimane stiamo assistendo inermi alla scelta unilaterale di accantonare un modello di accoglienza dei migranti condiviso e costruito con fatica: quello dello Sprar. Un modello che permetteva una distribuzione equa degli immigrati in tutto il territorio nazionale, favorendo un percorso di integrazione nei singoli centri. Un modello che ha consentito nell’ultimo anno, di evitare problemi di tenuta sociale provocati dalla concentrazione di migliaia di migranti in piccoli centri non attrezzati.
Dobbiamo essere molto chiari, i migranti costretti ad abbandonare gli Sprar, non abbandoneranno il nostro Paese, ma torneranno ad occupare le piazze, mentre quelli che non otterranno la protezione umanitaria rischiano di diventare lavoratori in nero, occupanti abusivi di stabili dismessi o, nella peggiore delle ipotesi, finiranno per essere arruolati nelle fila della criminalità organizzata.
Terzo. Abbiamo vinto la battaglia per le periferie. Abbiamo riportato a casa i fondi che ci erano stati assegnati. Sì, proprio a casa; perché i nostri cittadini che hanno il diritto di vivere in luoghi belli e in piazze sicure. Ma la battaglia è stata vinta perché tutti, ma proprio tutti, gli amministratori locali hanno fatto fronte comune contro la scelleratezza e l’irresponsabilità dei partiti che ci governano.
Il crinale imboccato è pericoloso. Qui non si parla di spread o deficit, ma della vita delle città. Soprattutto di quelle del Sud diventato l’ultima priorità di chi occupa le stanze dei bottoni.