“IL GOVERNO CONTE VALORIZZI E RILANCI IL CONTRATTO ISTITUZIONALE DI SVILUPPO (CIS) PER L’AREA DI CRISI DI TARANTO”
Nota stampa di Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Taranto Brindisi
Il Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di crisi di Taranto (Cis), supportato com’è dalla considerevole dotazione finanziaria di oltre un miliardo di euro, è stato concepito, da molti osservatori, come modello efficace da esportare nei territori in crisi sistemiche come quello ionico, dove si sono messe in rete risorse rivenienti da vari finanziamenti e, contestualmente, si è stabilito il rispetto intransigente della programmazione, della progettazione e dell’esecuzione delle opere e/o delle attività da realizzare.
Il Contratto – istituito con una legge dedicata, DL n.1 del 2015 convertito con modificazioni con la L.n. 20/2015 – fu elaborato allo scopo di rimettere in moto un processo risolutivo di riqualificazione, rilancio economico, e sociale di quest’area, anche in considerazione della contestuale e complessa vertenza Ilva e della questione ambientale che continua a caratterizzarla.
Gli interventi erano previsti per le emergenze ambientali, produttive e di sviluppo da affrontare con investimenti per le bonifiche, per la realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo, per l’acquisto di attrezzature sanitarie, per opere di riqualificazione della città vecchia, per altre di ammodernamento infrastrutturale nell’area portuale, ecc…, il tutto programmato con risorse economiche certe e già appostate.
Lo stato di avanzamento del Programma di interventi al 30 giugno 2018 consta di lavori conclusi per circa 92,3 milioni, di cantieri aperti e opere in corso di realizzazione per circa 452 milioni, di circa 357 milioni di opere in progettazione e circa 105 milioni per interventi di riprogrammazione attualmente in corso.
In questi anni il Cis ha registrato sul territorio l’efficace partecipazione di tutti gli attori istituzionali e sociali, al Tavolo Istituzionale presso la Prefettura, con incontri periodici di verifica del percorso tracciato per le realizzazioni programmate, che ha già portato a compimento importanti opere.
Inoltre, protocolli sulla legalità e la trasparenza sottoscritti a sostegno dello stesso Contratto, sono stati garanzia di protezione e controllo per le ingenti risorse economiche da utilizzare e, a nostro avviso, anche supporto importante per l’impostazione del lavoro della stessa Struttura di missione del Cis.
Struttura che ha avuto anche il merito di costituire due gruppi di lavoro, uno per la sperimentazione dell’applicazione degli indicatori Bes (Benessere Equo Sostenibile) ai fini dell’efficacia delle politiche e degli investimenti pubblici attuati nel Cis, e un secondo che vede in campo tra l’altro Sindacati confederali e Confindustria, per rendere più operativa possibile la clausola sociale del Contratto Istituzionale (art.9) da parte delle Amministrazioni coinvolte nell’attuazione degli interventi, appunto per le efficaci ricadute occupazionali sul territorio.
Duole costatare, alla luce anche del Def del Governo Conte, quanto siano pressoché assenti misure mirate per lo sviluppo del Mezzogiorno e, francamente, ci sfugge ogni ragionevole motivazione sul perché, fino ad oggi, non si intenda continuare il buon lavoro avviato e programmato in questi anni dalla struttura di Missione del Cis; lavoro che il territorio con le varie Istituzioni, Marina Militare compresa, hanno avuto modo di apprezzare e riconoscere quale modus operandi efficace nella fase realizzatrice con tempistica certa, come purtroppo poche volte, per tante opere infrastrutturali, è avvenuto sul nostro territorio.
Attraverso il Cis, vista anche l’importante mole di risorse che include e dei progetti cantierizzati, come ribadito più volte con i vari livelli della nostra Organizzazione e unitariamente con i nostri partner confederali territoriali, si incominciavano a delineare tutti i presupposti per una vera e propria ricetta contro la disoccupazione, con opportunità di lavoro per tanti giovani, tanti disoccupati e tante aziende in particolare Pmi dei diversificati settori produttivi (edilizia, servizi, trasporti, ecc..).
Come Cisl, considerando prioritario per lo sviluppo di Taranto e della sua provincia la prosecuzione del Cis, auspichiamo una riconvocazione prima possibile del Tavolo; non c’è più tempo da perdere!
E’ necessario, al riguardo, che il territorio conosca bene, mediante un confronto con le Parti sociali che rappresentano migliaia di lavoratori, di pensionati e di cittadini, tramite i parlamentari che sostengono il Governo in carica, eletti democraticamente dal popolo in quest’area, quali siano le effettive intenzioni e volontà del Governo Conte sul Cis per l’area di crisi di Taranto, alla luce anche delle dichiarazioni pubbliche riguardanti il varo di una nuova Legge per Taranto del vice Presidente del Consiglio Di Maio.
Per quanto ci riguarda il Cis è già una realtà; le risorse in continuità vanno impegnate e spese come programmato, così come è a tutti noto e magari sarebbe nelle cose che una nuova Legge per il nostro territorio contenesse, qualora realizzata, risorse ulteriormente aggiuntive perché c’è ancora tanto da intervenire in direzione del lavoro, della sanità, delle bonifiche, dello sviluppo sostenibile e dell’occupazione aggiuntiva per il risolutivo recupero socio-economico di questa parte importante del Paese.