Olivicoltura in Puglia, CIA: “Siamo all’anno zero, serve tavolo interministeriale”
Crollo della produzione, chiusura dei frantoi, nessuna strategia sulla xylella. “Migliaia di posti di lavoro in fumo: il reddito di cittadinanza non basterà”
“E’ l’anno zero, il punto di non ritorno: l’olivicoltura pugliese può rinascere oppure sprofondare per sempre. Bisogna darsi una mossa”. E’ Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a commentare senza mezze frasi la crisi epocale dell’olivicoltura pugliese: in media, la produzione italiana di olio nel 2018 è calata del 38%; in Puglia, si registra un vero e proprio crollo con un decremento pari a circa il 58% secondo le stime diffuse da Ismea.
“Bene ha fatto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a scrivere al ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio. Serve un ‘piano Marshall’ per il settore olivicolo, altrimenti il reddito di cittadinanza dovranno assegnarlo a migliaia di piccoli produttori e nuovi disoccupati a causa dell’abbandono degli uliveti e della chiusura dei frantoi”, ha aggiunto Carrabba. I dirigenti provinciali di CIA Area Due Mari (Taranto-Brindisi), mercoledì sono stati ricevuti dal Prefetto di Taranto per discutere proprio della situazione pugliese, con particolare riferimento alle province di Taranto e Brindisi dove la situazione è ulteriormente peggiorata dopo le ultime calamità causate da pioggia e vento.
“Si convochino gli Stati Generali del settore, lo si faccia al Ministero, chiamando a raccolta le organizzazioni di categoria, ascoltando le nostre proposte”. Secondo CIA Agricoltori Italiani della Puglia, come ha rimarcato anche il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, vanno subito messe in campo azioni decise attraverso un nuovo Piano Olivicolo Nazionale. Contemporaneamente, prima della fine dell’anno, il nuovo Governo – di concerto con la Regione Puglia e i Comuni – deve mettere in campo una strategia precisa di contrasto e contenimento della xylella, avviando concretamente un vasto programma per l’espianto degli ulivi colpiti dal batterio e il reimpianto di specie tolleranti.
“I frantoi stanno chiudendo”, ha dichiarato Carrabba, “molti olivicoltori piccoli e medi potrebbero essere costretti ad abbandonare i propri oliveti: gli scenari che si stanno aprendo sono inquietanti e non possono lasciare indifferenti le istituzioni e i tavoli romani”.
In Puglia, la produzione di olio è scesa a 86mila tonnellate a fronte delle 206mila del 2017 (il 47% della produzione nazionale). Nelle 6 province pugliesi, sono 904 i frantoi in attività: nonostante la Xylella, è Lecce a far registrare il maggior numero di frantoi, ben 227, ma la sputacchina sta pericolosamente mettendo a rischio questa economia e tutto il suo indotto non solo nel Leccese, ma anche nelle aree di Brindisi e Taranto, col batterio che avanza verso la provincia di Bari. L’analisi Ismea, inoltre, mette il dito nella piaga anche rispetto al divario Nord-Sud: al Centro-Nord, infatti, “si prevede un recupero della produzione di oltre il 30% rispetto all’anno precedente”; è il Mezzogiorno a crollare.
“L’agricoltura è il motore trainante del Sud”, ha spiegato Carrabba, “se il comparto primario cede, allora tutto il sistema Sud va completamente in pezzi, ecco perché la situazione del settore olivicolo è la spia di una questione più ampia, che necessita di un tavolo interministeriale dove i dicasteri di Economia, Agricoltura, Sud e Lavoro possano trovare insieme le strategie e le risorse per fermare l’emorragia. La Puglia non sia lasciata da sola ad affrontare questa situazione potenzialmente esplosiva. Lo stiamo dicendo da mesi, lo ripetiamo ancora, senza stancarci. Non possiamo permetterci la rassegnazione, serve una svolta concreta, fatta di lucidità e scelte coraggiose”, ha concluso Carrabba.