DIFFAMAZIONE. Le due facce di “Quotidiano di Puglia”
Quando viene usato il diritto di cronaca a proprio piacimento
Che un giornalista, o presunto tale, possa incappare in un procedimento giudiziario ci può stare. Che poi segua una condanna per diffamazione, in primo grado, ci può anche stare. E ci mancherebbe. E al tempo stesso avvalersi anche di tutti i diritti che il nostro Stato dà a ognuno di noi nei successivi gradi di giudizio, i quali vanno dal secondo grado fino alla sentenza definitiva della Cassazione.
E su questa infarinatura, grosso modo ci siamo. E allora ecco che alcune testate giornalistiche, nel caso in specie “Quotidiano di Puglia”, pubblica la condanna per diffamazione del sottoscritto e questo ci può anche stare anche perché, tra l’altro, la notizia l’abbiamo pubblicata già noi una settimana fa. Ma quando si esercita il diritto di cronaca, però non bisogna “scordare” o “omettere” le varie condanne o le varie indagini a carico dei propri redattori.
Ed è stata notizia della primavera dello scorso anno della condanna di Lucia Jessica IAIA, anche lei condannata per diffamazione aggravata direttamente per decreto penale, per le frasi offensive nei confronti del sottoscritto. Alla luce di questa condanna, della IAIA, fu redatto un comunicato stampa inviato alle testate locali per dare la notizia. Tra cui anche al giornale in cui la IAIA collaborava.
Furono solo le coraggiose testate on line pugliapress (https://www.pugliapress.org/2017/04/29/taranto-giornalisti-e-politica-condannata-cronista-del-quotidiano-per-diffamazione-aggravata/) e La voce di Maruggio (https://www.lavocedimaruggio.it/wp/diffamazione-aggravata-condannata-cronista-del-quotidiano-puglia.html) a pubblicare il comunicato stampa. Il resto delle testate, a cui fu inviato il comunicato? Nessun segno di vita.
Da premettere che il comunicato fu inviato anche alla Gazzetta del mezzogiorno, e credo anche alla Voce di Manduria, di cui è direttore responsabile Nazareno Dinoi, ma non vi fu riportato nulla. Ora, non è che questo ci cambia la vita. Tutt’altro. Ma serve solo ad evidenziare di come il tanto decantato “diritto di cronaca” viene usato, spesso e volentieri a proprio piacimento.
Noi non abbiamo avuto mai nessun problema ad enunciare le nostre pendenze presso la Procura della Repubblica di Taranto e se a volte sono avvenute delle condanne le abbiamo riportate. Come, logico anche questo, le assoluzioni in Secondo grado. Ma su “Quotidiano di Puglia” mi fermo un attimo: non ha mai apposto una firma su ogni iniziativa amministrativa locale.
E i dubbi restano su chi potrebbe essere l’autore o l’autrice dei medesimi che, se fosse come molti savesi pensano, sarebbe un vero e proprio conflitto di interesse. Ma un giornale serio i dubbi li avrebbe dovuti dissipare. Ma così non è stato. Così non è. E andiamo ancora all’ennesimo “diritto di cronaca”.
Da premettere che il direttore della voce di Manduria, Nazareno Dinoi, è un collaboratore titolato di “Quotidiano di Puglia” e nello scorso anno nella città messapica successe quasi un finimondo nella diatriba con il Consigliere regionale Peppo Turco: denunce, sospensioni dal lavoro di Dinoi, in quanto dipendente dell’Asl. Accuse feroci. E “Quotidiano di Puglia”, riportò qualcosa di tutto questo? Zero assoluto.
E allora poi i giornali locali non si lamentino se le copie in carta stampata che arrivano a Sava molte tornano indietro come invendute …
Giovanni Caforio