SAVA. Dopo aver “bruciato” Fabio Pichierri alla Regione, ora è la volta di Domenico Gigante
Le riflessioni del nostro giornale sulle bocciature che hanno caratterizzato questo settennato made in IAIA
Quando nacque il fatidico “Patto per Sava” nelle sue intenzioni organizzative c’era tutto un percorso, diciamo politico, che avrebbe dovuto portare al nostro paese nelle scadenze elettorali un rappresentante istituzionale alla Regione e un altro alla Provincia.
Fra tutti i proclami, e programmi fatti in bella stesura per le allodole, questi riferimenti su citati provavano a dare lustro al nostro paese per una degna rappresentanza nella assise regionale e provinciale. E quando ci sono stati gli appuntamenti ecco pronto il classico “fuoco amico” che, in questo articolo proviamo a spiegare. Certo, le nostre sono solo ipotesi ma i fatti, pare, che ci danno ragione. Andiamo alla passata tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale.
Avanza la sua candidatura Fabio Pichierri, vicesindaco e assessore all’Ecologia e all’Ambiente, e da qui succede un finimondo nella maggioranza. Il “Patto per Sava” è alla sua prima verifica di compattezza. Ma chè! I malumori all’interno della maggioranza gestita da IAIA, in assoluto, portano a fortissimi attriti. Da qui, Fabio Pichierri tenta la scalata da solo.
E come reazione alla non gradita candidatura sbatte la porta, si dimette e, in automatico, il suo gruppo Consiliare torna sotto la gonnella di IAIA. I suoi fidi erano Mirko Piccolo e Zurlo i quali non prendono nessuna iniziativa a sostegno di Fabio Pichierri, ignorandolo addirittura. IAIA tiene in una botte di ferro i numeri che gli garantiscono la sopravvivenza. Con caparbietà Fabio Pichierri si candida.
Fa la sua campagna elettorale, senza nessun appoggio della maggioranza di cui faceva parte, e per soli 500voti mancanti non scatta come Consigliere regionale. Una beffa.
Su questo una piccola postilla: incontrai qualche mese fa un Consigliere comunale della penultima legislatura savese e in un dialogo franco, parlando di quella passata tornata elettorale delle regionali, ammise con estrema sincerità di aver sbagliato, e non solo lui, a non aver appoggiato la candidatura di Fabio Pichierri. Questo per dire …
Andiamo ai giorni nostri. Tema: la bocciatura di Domenico Gigante. Da cosa può essere stata determinata? Su Sava ha avuto la maggioranza compatta nella votazione al Consiglio provinciale, senz’altro non avrà avuto i voti dei restanti tre Consiglieri d’opposizione e credo anche che non avrà avuto il voto degli amorfi Pichierri, Mario e suo nipote.
Ora se Domenico Gigante è sceso in campo, e credo che non è tanto fesso tra l’altro, vuol dire che qualcuno, potenzialmente, fuori casa gli aveva promesso il suo supporto visto che il suo partito, Fratelli d’Italia, è talmente piccolo nella terra jonica che ha sulle dita di una mano il numero dei suoi rappresentanti istituzionali. Se andiamo ai numeri, come spiegato ieri, è stato un flop pazzesco.
Qualcuno gli ha remato contro e magari facendogli capire che il suo appoggio sarebbe stato determinante per la sua elezione. Parole. Parole che, forse, sono servite a Gigante ad illudersi e ad accarezzare l’idea di rappresentare Sava nel Consiglio provinciale jonico. E in questo settennato di egemonia IAIA, questo è il secondo caso di “trombatura” di un candidato che esce dal cartello del “Patto per Sava”, il che vuol dire che la risposta è tutta “politica”, se di politica si tratta tra l’altro!!!
Francamente chi ha gestito, dal vertice, questa operazione la poteva benissimo far risparmiare a Domenico Gigante questa figuraccia. Fare terra bruciata non serve. Danneggia il paese. Ma Sava è così. E’ stata in passato così.
E speriamo che non diventi sempre così!!!
Giovanni Caforio