COLDIRETTI TARANTO. Agrumi, contro la crisi del comparto al via il progetto di filiera con la Lome Super Fruit di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per succhi 100% di arance e clementine

COLDIRETTI TARANTO. Agrumi, contro la crisi del comparto al via il progetto di filiera con la Lome Super Fruit di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per succhi 100% di arance e clementine

Contro la crisi agrumicola parte il progetto pilota di filiera tra Coldiretti e la Lome Super Fruit, il brand di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per trasformare in succhi di frutta 100% di arance e clementine, anche Igp dell’arco ionico

“Per questa campagna si tratta di un test – riferisce il patron di Masseria Fruttirossi Michele De Lisi – che servirà a testare il progetto di filiera. Con la pastorizzazione a freddo riusciamo a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli agrumi, soprattutto della vitamina C, che è termolabile e con il processo di pastorizzazione a freddo non subisce alcuna alterazione. L’assenza dell’impiego di processi termici preserva la naturale freschezza del prodotto che, anche a distanza di giorni, ha le caratteristiche di una spremuta di agrumi appena fatta”.

E’ un progetto di filiera, questo, “che mira a salvaguardare la produzione agrumicola della provincia di Taranto – spiega il presidente Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo – e a dare respiro a un mercato che, nell’ultima campagna, non è mai decollato. Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un piano agrumicolo regionale – insiste – che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”.

Le imprese agrumicole in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare ionica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali. Di qui la richiesta, da parte di Coldiretti, di una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e dell’avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sia indicata chiaramente l’origine del prodotto.

Chiesti anche accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100mila quintali di agrumi e lo stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti.

“Non dobbiamo trascurare, poi – precisa il direttore Coldiretti Taranto Aldo Raffaele De Sario – i gravi danni provocati dagli attacchi della virosi. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell’arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l’agrumeto risulta ormai compromesso”.

Gli agricoltori dell’area ionica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti.

“Peccato, però – chiude Cavallo – che le stesse regole non valgano per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari”.

 

 

viv@voce

Lascia un commento