SAVA. A proposito di badanti straniere e i figli dell’assistito

SAVA. A proposito di badanti straniere e i figli dell’assistito

Alcune volte, la distrazione e la malafede, procurano tristi sorprese

Che molti anziani savesi sono allettati è un dato di fatto. Che i parenti devono ricorrere ad un aiuto per l’emergenza, ci può stare. Che spesso e volentieri gli anziani vengono trascurati, anche. Allora vediamo alcune cose, magari partendo da lontano.

I figli, dell’anziano, hanno il dovere giuridico di assistere i genitori non più abili. E questo è un sacrosanto diritto dell’anziano. Ma a volte, la vita, porta lontano i figli ad organizzarsi altrove. Al nord Italia o all’estero, ed è comprensibile che non posso abbandonare la loro vita economica per recarsi a Sava ed adempiere ai loro doveri. E anche questo, ci sta. Ma non l’abbandono. Assolutamente. Quello è un reato.

Organizzandosi, sempre i figli che vivono fuori da Sava, possono benissimo espletare il loro dovere per l’assistenza al genitore anziano. Come? Ricorrendo alle badanti, quasi tutte straniere e in prevalenza rumene, almeno nel nostro paese. Ma ci sono anche i figli dell’anziano che vivono a Sava che pur di togliersi il “fastidio” fanno la stessa cosa.

Quindi si mette a disposizione un servizio che dovrebbe essere degno per il parente che si vuole far assistere. E in che modo? Dando alle badanti il classico orario di lavoro delle otto ore? Assolutamente. Così, in termini economici, sarebbe un salasso per i parenti coprire 24 ore con tre badanti. E allora, cosa succede?

Succede, in tantissimi casi, che le badanti straniere sono costrette a giornate piene, 24 ore di lavoro, pur di poter avere uno stipendio che nel loro paese è un miraggio, magari pagando anche un “pedaggio” a chi il lavoro glielo ha procurato. E tutto un fatto di costi, vero? Anche.

Ma credo che manchi anche il rispetto per chi fa un lavoro ed è sottopagato. Ma andiamo ad alcuni casi che suscitano nella cronaca la nostra curiosità. Badanti, straniere e non, che entrano nelle case e governano tutta la conduzione dell’anziano/a. Alcune sono spregiudicate, altre sono brave, insomma non è una novità. Entrando nelle case mettono le mani dappertutto: devono entrare nell’ordine delle idee per poter organizzare al meglio, così dovrebbe essere, la loro giornata dedicata all’anziano.

Ed ecco le prime lamentele dei parenti. “Sono spariti gli ori”, oppure “sono spariti i soldi che c’erano in casa” o peggio ancora “hanno svuotato i libretti della Posta che erano al portatore”.  Prendiamo un caso alla volta di quelli sopra menzionati. In genere, i parenti accorti, quando entra un estraneo nella propria abitazione, credo, che la prima cosa che devono fare è togliere gli oggetti di valore o i soldi a portata di mano. Nessuno accusa nessuno per carità, ma la prevenzione è la migliore delle cose.

E il fatto di sentire dire in giro che “la badante ha fatto sparire tutto da dentro casa” è più una colpa dei parenti che sono stati dei perfetti sprovveduti che di quella potenziale della badante. Ma volte ci sono dei retroscena. Alquanto scabrosi. Eccone uno: 4 anni fa, un bel giorno arriva al nostro giornale una lettera su questo tema. Che dice? Dice quasi testualmente “la badante che assisteva mio padre, in complicità con il suo uomo, ha svuotato il libretto postale che era al portatore di circa 60mila euro”. 

E poi? Prosegue. “Una volta che hanno prosciugato il libretto, sono spariti del tutto”. Bene, o meglio male. Facciamo finta di prendere per buono il contenuto della lettera e ci domandiamo una cosa: ma si è davvero così stupidi a lasciare un libretto al portatore a portata di mano di persone estranee? Può succedere, certo che può succedere ma mi viene il classico beneficio del dubbio. I figli in questi casi, in genere, per prima cosa guardano alla posizione economica dell’anziano e da qui mettere al sicuro i suoi risparmi. E in questo, come dice la lettera, questo non c’è stato.

L’ignoranza ormai è stata debellata del tutto e oggi se uno le cose non le sa, o fa finta di non saperle, la colpa è completamente sua. Non ho creduto al contenuto della lettera e anzi mi è avanzato un serio dubbio: che sia stata la figlia dell’anziano, in accordo con la badante, a svuotare il contenuto del libretto postale e magari far credere agli altri eredi che le cose sono andate come lei le aveva dette a noi?

A pensare male si fa peccato, diceva Giulio Andreotti, ma spesso si azzecca …

Giovanni Caforio

viv@voce

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