“Al fianco dei cittadini di Taranto nella protesta contro l’inquinamento. Le Istituzioni diano risposte concrete”
Nota stampa di Chiara Intermite, segreteria Sud in Movimento
La vertenza del siderurgico di Taranto interessa tutto il territorio provinciale, che subisce nella sua interezza gli effetti nefasti dell’inquinamento.
Non possiamo restare indifferenti a quanto sta accadendo in queste ore. Arcelor Mittal ha ricevuto in affitto lo stabilimento di Taranto a settembre 2018 e a marzo 2019 già aumenta considerevolmente l’inquinamento.
Da sabato due scuole sono state chiuse, con ordinanza del Sindaco di Taranto, per i pericoli legati alla salute. Sembra che gli ultimi anni siano passati invano e il territorio si ritrovi in un film già visto, nel quale le vite umane, di cittadini e lavoratori, vengono sacrificate sull’altare del profitto e di una totale mancanza di capacità di visione, che dovrebbe partire dalla tutela dei diritti, primo tra tutti il diritto alla vita.
Tutto questo è ormai inaccettabile e lo è per l’intera provincia, già alle prese con un notevole carico dal punto di vista ambientale (si pensi alla vicenda delle discariche). Un mese e mezzo fa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, accogliendo il ricorso di 182 cittadini, ha stabilito che l’Italia non ha protetto i cittadini dall’inquinamento.
Di fronte a questa situazione drammatica i dati Arpa di inizio 2019 parlano di un aumento delle emissioni inquinanti (IPA, benzene, PM10, PM 2.5) rispetto allo stesso periodo del 2018.
Ancora oggi i dettagli del piano ambientale restano ignoti (la sentenza della CEDU dice con chiarezza che “ancora oggi la popolazione resta senza informazioni sulle operazioni di bonifica del territorio”) e a questo si deve aggiungere la condizione di immunità penale degli attuali gestori dello stabilimento che, conferita per decreto, è un mostro giuridico che non ha eguali.
Il grande assente, nonché responsabile, di questi giorni è il Governo, che si è dimostrato incapace di invertire la rotta rispetto ai Governi precedenti e ai tanti, inutili decreti prodotti sinora.
I parlamentari jonici avrebbero dovuto essere in prima linea a difesa del territorio che, nel dilemma ambiente/lavoro, rischia di ritrovarsi privo di entrambi.
Era prevedibile che si arrivasse a questo punto, ma nulla è stato fatto, se non propaganda a buon mercato, presto smascherata dalle evidenze e dai dati. Auspichiamo che chi ha l’onore e l’onere, a tutti i livelli, di rappresentare la comunità jonica, ne sia degno e lotti per la tutela dei diritti fondamentali alla vita e alla salute, che non sono sacrificabili per le carriere politiche personali di alcuno.
Le manifestazioni pacifiche di protesta, che in queste ore stanno animando Taranto, con mamme e bambini in prima linea, vanno ascoltate con grande attenzione, come ogni grido di dolore che giunge dai cittadini di ogni territorio.
E’ il momento di aprire una grande vertenza, che tenga insieme cittadini, lavoratori, associazioni, comitati intorno alla rivendicazione definitiva di diritti e dignità. Speriamo che le Istituzioni ne siano parte attiva. La politica si fa con coraggio e, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte accanto alla comunità.