SAVA. Gara d’appalto pilotata. Una bufera si sta scatenando contro il nostro paese e tutti zitti? Le opposizioni si sveglino, se vogliono ancora esercitare il loro ruolo
Il nome di Dario IAIA viene fatto nelle intercettazioni telefoniche
E così Sava è alla ribalta della cronaca nazionale. Con gli arresti effettuati la passata settimana si stanno aprendo nuovi scenari nei giorni a venire. Gli interrogatori degli arrestati senz’altro porteranno a nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’assegnazione della gara d’appalto sulla raccolta differenziata. Ci saranno nuovi nomi e probabilmente nuovi arresti. Di sicuro eccellenti.
E questo lascia intendere che sono molti i soggetti che hanno partecipato a questo progetto criminale, il quale a fiume di decine di migliaia di euro ha trovato tecnici, politici e amministratori compiacenti, a vario titolo, in questa inchiesta che i magistrati Carbone e Bruschi stanno delineando in tutti i suoi aspetti. La “visita” di alcuni giorni fa della Guardia di Finanza negli uffici del Comando di Polizia municipale savese, e della relativa acquisizione delle classiche carte, lascia intendere che mancano solo i classici puntini sulle “i”.
Dalle intercettazioni ambientali emerge di tutto. Ma sappiamo benissimo che queste ultime sono solo indicative e il quadro, nelle inchieste, viene chiuso solo dalle prove. Gli indizi sono un conto, in quanto nella ipotetica discussione nei vari passaggi, Gip e Gup, non reggono più di tanto. E allora sarà solo questione di giorni ed avremo il quadro completo in cui ogni tassello darà vita alla chiusura del mosaico.
Siamo convinti, e non siamo i soli tra l’altro, che ci sono a monte anche responsabilità politiche su questa manipolazione della gara. E quando emergeranno queste allora chi si è reso attore protagonista deve liberare immediatamente il nostro Palazzo municipale in quanto non è più degno di rappresentare il nostro paese, oggi così alla berlina nazionale. E si svegli l’opposizione.
La democrazia vive anche grazie al loro operato. E se questo non avviene, allora c’è collusione.
Quanto a Dario IAIA, gli consigliamo una cosa: di andare cauto con i proclami sulla stampa locale in cui si fa paladino della difesa dell’immagine del nostro paese in cui dice, tra l’altro, di cadere dalle nuvole alla luce di questa inchiesta della Procura tarantina.
Il suo nome viene fatto nelle intercettazioni telefoniche. A che titolo non sappiamo ancora.
Aspettiamo la fine dell’inchiesta. E poi tuoneremo.
Ma di brutto!!!
Giovanni Caforio