TARANTO. Derisi dalla sezione giovanile di un partito di destra i volontari e le volontarie del banchetto Arcigay

TARANTO. Derisi dalla sezione giovanile di un partito di destra i volontari e le volontarie del banchetto Arcigay

Luigi Pignatelli, presidente di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto: “A cosa è servito il Pride? A cosa sono serviti i numerosissimi incontri nelle scuole di Taranto e provincia? A risvegliare il desiderio di fare, essere comunità, in un contesto orfano dei volti storici (già pochissimi) del movimento LGBTIQ+ tarantino”

In tantissimi si sono chiesti dove fossero le persone che nel 2016 cavalcarono l’onda del Puglia Pride. In tantissimi si sono chiesti se le centinaia di giovanissimi/e/* che hanno animato il Taranto Pride 2019, coordinato dal sempre operativo Pignatelli (anche quando è all’estero come in questi giorni), fossero consapevoli del potere politico dei loro corpi.

«La risposta a quest’ultima domanda risiede proprio in quei corpi, che hanno scelto di presidiare, riempire di contenuti e testimonianze uno dei pochissimi baluardi di resistenza e libertà che rimane vivo in città: il banchetto rainbow del sabato sera in Piazza Maria Immacolata.»

Sabato 1° giugno un attivista della sezione giovanile di un noto partito di destra ha fotografato il minorenne F., la sessantanovenne Michela (madre del presidente Pignatelli) e il sessantaseienne Emanuele (amatissimo padre di Luigi, che da tre anni combatte la propria battaglia personale contro il male che ci sta decimando), con l’intento di deriderli.

Questo individuo ha, infatti, pubblicato lo scatto nel gruppo whatsapp della sezione giovanile del partito neofascista, dando luogo a una serie di commenti con istigazioni all’odio e alla violenza contro le tre persone fotografate e tutta la comunità LGBTIQ+.

Edotto della vicenda da un’amica di F., Pignatelli ha contattato telefonicamente il ragazzo. Ancora molto provato, lo studente ha chiesto riserbo e ha permesso all’artivista tarantino di parlare con suo fratello, membro della sezione giovanile in questione.

Quest’ultimo, dopo aver dichiarato di aver prontamente fatto rimuovere la foto, ha ammesso di aver suggerito al fratello minore di evitare di avvicinarsi al banchetto e vietato di prendere parte alle attività del Gruppo Giovani di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto. «Non voglio che mio fratello a questa età si debba associare a qualcosa più grande di lui.»

«Comprendiamo l’apprensione del fratello di F., ma non troviamo il senso del cyberbullismo operato su whatsapp: un meccanismo di cui tutti/e/* siamo stati/e/* vittime (inconsapevoli o meno), una ruota che va fermata. A F., ai miei genitori e a tutte le persone offese va la solidarietà del nostro direttivo. Oggi più che mai occorre una legge nazionale contro l’omobitransfobia.

Oggi più che mai occorre che il Consiglio Regionale pugliese riapra il dibattito sul ddl regionale contro le discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale. Oggi più che mai occorre denunciare episodi come quello che si è verificato sabato 1° giugno.

La destra al potere fomenta odio contro tutto ciò che non è conforme, tutto ciò che non è binario. “Fuori dal Binario” è stato il claim del nostro pride, ispirato dal nome del nostro Gruppo Giovani, che ringrazio pubblicamente per il lavoro eccezionale che sta compiendo sul nostro territorio. Con i nostri corpi non conformi, con la nostra autodeterminazione, con la nostra azione quotidiana scardiniamo binarismo di genere, patriarcato, sessismo, eteronormatività, combattiamo questi mostri e tanti altri mostri, come il fascismo, risorto e seduto sullo scranno del potere sotto mentite spoglie. 

E se a Bari è stata eletta in Consiglio comunale una liceale che ha come mito Matteo Salvini, il lavoro che abbiamo da fare è davvero immane.»

 

 

viv@voce

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