PALAGIANO. Lavoratrici e utenza scendono in piazza. Il tasso di natalità nel Comune della provincia è uno dei più alti della Puglia ma 40 bambini restano a casa
Se la politica guardasse ogni tanto i dati ISTAT potrebbe certamente farsi guidare nelle scelte dai bisogni veri delle popolazioni e non solo dalle mere questioni di calcolo
Ma anche in questo caso le scelte amministrative del Comune di Palagiano non hanno nulla di strategico, se si considera che nel deludente tasso di natalità italiano dell’1,35% il comune della provincia ionica brilla invece con il suo 7,8%, superiore anche al dato medio dell’intera regione del 7,2%.
In una nota congiunta la CGIL di Taranto, insieme alla Funzione Pubblica e alla Federazione dei Lavoratori della Conoscenza, accendono un riflettore sul caso delle sezioni primavera nel Comune di Palagiano.
Dopo reiterate richieste di incontro – scrivono Eva Santoro (CGIL), Tiziana Ronsisvalle (FP CGIL) e Angela Dragone (FLC CGIL) – a cominciare dallo scorso settembre, nulla si sa del futuro di sei lavoratrici (quattro educatrici e due assistenti – ndr) che si occupavano delle due sezioni primavera negli asili del comune.
Il servizio che negli anni ha svolto attività di accompagnamento alla scuola dell’infanzia per circa 40 utenti l’anno da i 24 e i 36 mesi, da settembre scorso è in balia delle pastoie burocratiche e del silenzio assordante da parte dell’amministrazione.
Esisteva e esiste tuttora una forte domanda per tale servizio, anche favorita da una costante crescita demografica – dicono dalla CGIL – pertanto l’insistente disinteresse dell’amministrazione comunale di parlare del futuro di queste lavoratrici e di questi bambini e delle relative famiglie, ci spinge oggi a usare gli strumenti della denuncia pubblica.
Si svolgerà infatti giovedì 19 dicembre a partire dalle 8.30 il sit in di protesta di lavoratori e utenza nel piazzale antistante la casa comunale di Palagiano.
Quel ritardo nella programmazione di percorsi educativi, pur previsti, nel piano dei bisogni sociali del territorio – concludono le sindacaliste della CGIL – è il segnale di una deriva di irresponsabilità verso le comunità amministrate e quelle lavoratrici che consideriamo inaccettabile. Per questo faremo sentire la nostra voce sperando che una volta per tutte si rompi il muro del silenzio costruito da questo ente civico attorno al problema.