Padre Rosario De Paolis: “E’ dando che si riceve”
Ottobre 2019. L’ultima intervista a Padre Rosario De Paolis
Siamo andati a trovare, presso l’Istituto Francescano di Leverano, l’Assistente Ecclesiastico della Sede AIAP di Lecce, da poco più di un anno cittadino onorario di Sava, un uomo dalle straordinarie doti umane e culturali.
Era una calda mattina di ottobre quando siamo andati a trovare, presso l’Istituto Francescano di Leverano, Padre Rosario De Paolis, Assistente Ecclesiastico della sede Aiap di Lecce, da poco più di un anno cittadino onorario di Sava.
Provato dalla malattia solo nel corpo, assolutamente non nello spirito. Fragile solo all’apparenza, costretto a vivere gran parte delle sue giornate adagiato su un letto e attaccato a dei macchinari, ma invulnerabile attraverso la Fede ed una sapienza che ha reso migliori intere comunità.
Padre Rosario, che cos’è il presepe?
Il presepe per noi rappresenta un’indicazione ben precisa, rimandare al discorso di Dio su di noi. Noi dobbiamo mettere a disposizione di tutti i doni che Dio ci ha dato. Non sono un grande artista, ma un appassionato d’arte ed ho avuto sempre la fortuna di aver accanto persone dalla grande sensibilità da un punto di vista artistico e creativo. L’arte non è semplicemente realizzare un disegno, è soprattutto saper vivere: san Francesco ci ha insegnato che è dando che si riceve.
Il rapporto con l’associazione Amici del Presepio sede di Taranto.
Composto da persone splendide e dalla grande cultura, artistica e religiosa. Con loro, attraverso il connubio creatosi con l’associazione di Lecce di cui sono assistente ecclesiastico, abbiamo realizzato opere che vanno al di là dell’aspetto presepiale: abbiamo “costruito” gente che vive davvero la relazione umana e con Dio. Con loro come con tutta la comunità di Sava abbiamo collaborato, ci siamo sempre sostenuti, ogni azione non è mai stata a beneficio personale ma per l’insieme. Mi godo i miei 80 anni perché la mia vita è piena di umanità e di questo non finisco di ringraziare le persone che ho incrociato lungo il mio cammino.
Un messaggio per i giovani che si avvicinano al mondo del presepe.
E’ bello pensare che tutti siamo chiamati a dare di noi qualche cosa. Bene, ragazzi, quello che avete datelo e ve lo ritroverete. Non chiudetevi in voi stessi, non siate egoisti, siate espressione di una famiglia umana, capaci di creare cose buone e nuove continuamente. Vale per l’arte come per la vita.
Un ricordo di Taranto?
Scambi di esperienze, particolare fu il periodo legati ai cambiamenti del ’68, che hanno scardinato tanti modi di pensare. A Taranto sono grato: è stata la palestra nella quale mi sono formato per i miei comportamenti sacerdotali e francescani nell’ambito della comunità.
Matteo Schinaia,
direttore di tuttosport.com