Coronavirus. Le disposizioni e gli appelli dei lavoratori delle banche

Coronavirus. Le disposizioni e gli appelli dei lavoratori delle banche

Non chiudiamo ma non venite in banca. Attivi sportelli telefonici, bancomat e home banking. Le Noci (FISAC CGIL): “Il nostro pensiero soprattutto agli utenti meno digitalizzati e spesso quelli più esposti al rischio”

E’ attesa nelle prossime settimane la curva di crescita di possibili contagi nella regione Puglia e per questa ragione le categorie lavorative che ancora restano sul posto di lavoro lanciano il loro appello alla collaborazione e al buon senso.

Lo fanno anche i bancari costretti da decreto ad assicurare i loro servizi. Servizi che però possono essere svolti senza il contatto fisico diretto con il personale.

Per questo anche le organizzazioni sindacali di categoria,Fabi, First CISL, FISAC CGIL, Uilca e Unisim, lanciano la loro campagna e invitano a restare a casa.

Vogliamo rimanere in contatto con i nostri clienti consapevoli che il fattore economico è oggi un piccolo gancio di serenità che ci consente di vivere queste giornate difficili con maggiore tranquillità – dice Maria Le Noci, segretaria della FISAC CGIL – ma abbiamo il dovere di proteggere e di proteggerci, in una sorta di vincolo di responsabilità reciproco che in questi giorni stiamo riscoprendo utile e di grande efficacia.

Per questa ragione i bancari restano agli sportelli ma invitano i clienti a non recarsi in banca.

I servizi come semplici interrogazioni del conto corrente, pagamenti con scadenze future, informazioni su prodotti bancari possono essere info da richiedere al telefono o alla mail della vostra banca – dice la Le Noci – e per il prelievo di contante vi invitiamo ad utilizzare i bancomat e non entrare in filiale.

Vi sono poi i servizi di home banking che possono essere attivati in remoto e che ci consentono di effettuare comodamente da casa bonifici, pagamenti vari e trasferimenti di danaro.

Si tratta di una fase complicata e nuova e il nostro pensiero va soprattutto ai clienti meno digitalizzati – dice la segretaria della FISAC – una categoria che spesso coincide con le persone maggiormente esposte al rischio di contagio. Per questo invitiamo tutti a chiamarci al telefono. Proveremo da lì a risolvere ogni problema e a dare ogni spiegazione.

Rosaria Ragni

 

viv@voce

Lascia un commento