CRISPIANO. “Ancora sfruttamento nei call center: si lavora per TIM, sottopagati, in una saracinesca. Adesso chiediamo passo in avanti”
Nota stampa di Andrea Lumino, Segr. Gen.le SLC CGIL TARANTO
Ennesima denuncia di SLC CGIL per call center irregolare che lavora, a Crispiano (provincia di Taranto), per conto del colosso TIM, in una saracinesca non rispettando accordo nazionale per la paga dei lavoratori.
Ci chiediamo, poi, quale possa essere il rispetto delle misure di sicurezza,dato che in questo si accede da una saracinesca, e, poiché non si lavora in smartworking, quale sia il rispetto delle misure anticovid visto che come Organizzazione Sindacale non siamo stati coinvolti nella costituzione di comitato previsto dal protocollo per le misure anti contagio del 24 Aprile 2020.
Oppure sarebbe interessante sapere quali sono le uscite di sicurezza dato l’unico ingresso da una saracinesca.
Molto grave è che TIM, la più grande azienda di telecomunicazione del Paese, abbia affidato a questa azienda(che ha cambiato diverse volte nome) la sua attività nonostante la firma, da parte della stessa TIM attraverso ASSTEL, dell’accordo con SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL sui contratti outbound, visto che la paga è nettamente inferiore a quello stesso accordo.
Così come riteniamo sia da verificare anche la responsabilità del committente in relazione alle questioni sulla sicurezza che abbiamo posto sopra.
Dopo la denuncia sul call center di Statte, adesso abbiamo segnalato all’Ispettorato, allo SPESAL ed al Comune di Crispiano quest’ennesima azienda: è inaccettabile, non si può continuare così.
Al netto delle verifiche che le istituzioni e gli organi di controllo dovranno adesso svolgere, lanciamo una proposta al Presidente della Provincia di Taranto: chiediamo la convocazione di un tavolo provinciale a cui partecipino tutti i comuni della Provincia di Taranto verificando la disponibilità a sottoscrivere un protocollo in cui si stabilisca che le Amministrazioni comunali siano parte attiva,attraverso i rilasci delle autorizzazioni dagli uffici competenti come i SUAP, nella verifica delle condizioni di regolarità contrattuale (tenendo in riferimento accordo ASSTEL con CGIL, CISL e UIL sui call center outbound) e di sicurezza, rendendosi disponibili a denunciare con i sindacati le irregolarità ed inadempienze.
Come abbiamo già detto, la crisi sociale ed economica schiaccerà ancora di più il bisogno dei lavoratori ad accettare condizioni aberranti pur di lavorare: come SLC CGIL, lo abbiamo già affermato, non siamo disponibili a scambiare un tozzo di pane con lo schiavismo.
Abbiamo già contattato aziende regolari che sono disponibili a colloquiare la ventina di lavoratori circa su Crispiano per dar loro un contratto regolare.
Ma le istituzioni facciano la loro parte.
Ed i committenti, a partire da TIM, dicano chiaramente da che parte stare: ci chiediamo se sia possibile che nel 2020 si lavori in un call center accedendo da una saracinesca. Vorremmo che TIM ci desse risposta e, qualora fossero verificate condizioni di irregolarità, ci chiamasse per far rimanere quel lavoro a Taranto in un’azienda regolare, senza girarsi dall’altra parte.