TARANTO. Legambiente: per la zona Cimino nessun cessato allarme, ma nuove conferme. Stop consumo di suolo. Priorità al nuovo Piano Urbanistico
Intervistato a proposito del grido di allarme che Legambiente ha lanciato a proposito di possibili interventi di espansione urbanistica nella zona Cimino-Auchan l’assessore all’Urbanistica del Comune di Taranto Ubaldo Occhinegro ha replicato che “E’ un allarme infondato, non c’è nulla di tutto quanto viene denunciato”
“Peccato che quanto Legambiente ha denunciato – osserva Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – circa l’esame in corso di un progetto che prevede “ricettività” per una estensione complessiva di 32.680 metri quadrati, con la presenza di ben tre edifici qualificati come alberghi, ma che nei rendering appaiono del tutto simili a torri di diversi piani, un’area di 10mila metri quadri destinata a struttura commerciale e alloggi realizzati insieme a laboratori per la ricerca, non sia frutto della nostra immaginazione, ma di atti ufficiali“.
Si tratta infatti esattamente della nota avente protocollo n° 102667 inviata il 2 ottobre ai Consiglieri Comunali componenti la Commissione assetto del territorio del Comune di Taranto dal Dirigente della Direzione Pianificazione Urbanistica ed avente ad oggetto una proposta di studio di fattibilità meta-progettuale, preordinato all’approvazione del successivo PUE del sotto ambito di intervento interno alla zona 3.32 del vigente PRG. Prot. n. 90995 del 2.09.2020 (scaricabile dagli allegati).
“Prendiamo atto con favore dell’orientamento della Amministrazione Comunale, espresso nella stessa intervista dall’assessore Occhinegro, di non voler autorizzare “in questo momento” nell’area interessata “né la costruzione di alberghi né di altro, preferendo attendere che sia il PUG a delineare il futuro delle espansioni urbane in città” – continua Lunetta Franco – Ci auguriamo che questo orientamento sia condiviso dalla maggioranza dei consiglieri comunali, ma fino a quando non sarà posta la parola fine a questa storia resteremo in allarme denunciando qualunque tentativo di seppellire Taranto sotto una coltre di cemento.
Resteremo in allarme anche perché l’assessore Occhinegro non smentisce l’altra nostra denuncia, anzi la conferma pienamente. Con la motivazione della riqualificazione, rigenerazione urbana, realizzazione di servizi, l’assessore conferma infatti che si vuole dare un colpo di spugna sulla Delibera del Consiglio Comunale del 12 dicembre 2014, la n. 146, con cui il Consiglio Comunale dava mandato al Dirigente della Direzione Urbanistica-Edilità di non procedere alla redazione del Piano Particolareggiato in località Cimino – Sottozona n. 3.32, delibera che ha consentito finora di evitare nuove, rovinose cementificazioni.“.
Nella stessa nota n. 102667 del Dirigente della Direzione Pianificazione Urbanistica, si indica che con delibera del 18.10.2018 la Giunta Comunale ha ritenuto coerente con la programmazione urbanistica e commerciale una proposta di realizzazione, sempre in zona Cimino-Auchan, di una “struttura a basso impatto urbanistico e di medie strutture di vendita” dando mandato alla Direzione Pianificazione Urbanistica di verificare la fattibilità del frazionamento del comparto. Cioè l’operazione che si vuole fare adesso: la suddivisione della sottozona 32 in 6 subcomparti.
Dall’esame della delibera Legambiente ha potuto rilevare che si tratterebbe di ben otto edifici, di cui sette destinati a strutture commerciali ed uno a struttura di interesse comune/collettivo non meglio definita.
Delle sette strutture commerciali, cinque sarebbero relative a manufatti di dimensioni minori, uno a manufatto di medie dimensioni, l’ultimo ad un manufatto di dimensioni maggiori: insomma una vera e propria cittadella commerciale. Sono questi i “nuovi servizi che servono al quartiere per rigenerarsi” cui fa riferimento l’assessore Occhinegro nella sua intervista?
Quanti metri quadrati occuperebbero? Quanto suolo consumerebbero? E Taranto ha davvero bisogno di nuove grandi strutture commerciali? E proprio in quella zona?
“Taranto è purtroppo piena di periferie che necessitano di riqualificazione, rigenerazione, servizi – conclude la presidente di Legambiente Taranto – Lo ribadiamo con forza: per ricucire le periferie alla città consolifata la priorità oggi è arrivare in tempi brevi all’adozione del nuovo Piano Urbanistico Generale di Taranto, in modo da dare risposte programmate, frutto di un ampio dibattito e di uno sguardo d’insieme, alle esigenze di tutto il territorio, evitando colate di cemento e deleteri consumi di suolo.
Non c’è invece nessuna necessità o urgenza di approvare la suddivisione della sottozona 32 in subcomparti“.
Rosaria Ragni