MANDURIA. “Biblioteca ‘Marco Gatti’ chiusa per indifferenza”
Intervento del Gruppo Consiliare Progressisti
In un paese come il nostro che ha un disperato e sempre più forte bisogno di cultura, la presenza e il valore di una biblioteca pubblica deve essere messa in primo piano nelle scelte amministrative.
Si tratta di un luogo che, in una città, dovrebbe avere la stessa attenzione pubblica del palazzo di città o della piazza centrale, o di altri palazzi storici. Perché la cultura è valore all’ennesima potenza e dispiace notare che chi ci governa ancora non è consapevole di ciò. Forse dovremmo ricordare a qualcuno che la biblioteca Marco Gatti di Manduria è una delle eccellenze dell’intero meridione d’Italia.
Basti solo pensare che è il prezioso scrigno del Librone Magno, documento considerato unico esemplare al mondo che contiene le genealogie delle famiglie manduriane dalla fine del 1400 al 1700 e che costituisce uno spaccato economico, sociale ed antropologico della realtà dell’epoca.
Tutta questa ricchezza però, duole constatare, è lasciata in balia del suo destino e non è facilmente accessibile. È un’esigenza primaria far tornare la nostra biblioteca il posto in cui debba confluire la vita della città e della gente che la vive, trasformandola nel fondamentale centro culturale cittadino.
Un luogo fatto di libri e di storia ma non solo, anche un luogo aperto ad ogni forma di espressione culturale, artistica, studentesca, che diventi un punto di incontro come la piazza centrale della città.
Deve essere un posto moderno in cui ritrovarsi, chiacchierare, rilassarsi, circondati dalla storia che solo quei volumi raccontano. In poche parole, la biblioteca pubblica dovrebbe diventare un luogo in cui regna così tanto l’inclusione e l’interazione tra gli utenti, da rendere vitale il bisogno della sua presenza. Qualcuno risponderà “Belle parole, ma servono i soldi”. È vero, ma anche no.
Anzitutto occorrerebbe essere capaci di utilizzare i finanziamenti già esistenti per tali luoghi. Serve poi, sempre, porre al centro della propria azione i cittadini e la loro necessità di cultura, una scelta politica prima ancora che tecnica.
A questo devono affiancarsi delle rinnovate strategie di valorizzazione di un patrimonio letterario di inestimabile valore – strategie che comportino un corretto affidamento della gestione della biblioteca, delle azioni di marketing, di pubbliche relazioni e soprattutto la sua riapertura ai reali proprietari, i cittadini di Manduria. Oggi, invece, questo luogo “magico” è chiuso al pubblico; ben lontane sono le promesse elettorali di chi attualmente ci governa. La coalizione progressista ha sempre avuto in animo la ristrutturazione e il rilancio della Biblioteca Comunale M. Gatti, che deve diventare cuore delle iniziative culturali cittadine e pungolo alla diffusione della lettura presso i giovani e meno giovani.
L’intero rifacimento del vecchio palazzo comunale permetterebbe poi di ospitare convegni ed incontri culturali, restituendo alla biblioteca la centralità che le spetta e rendendo il centro cittadino nuovamente frizzante di presenze, con beneficio di tutte le attività commerciali lì esistenti, che oggi invece giustamente lamentano una piazza “svuotata” del vecchio municipio e delle numerose quotidiane presenze. Ma questo pare non interessare al Sindaco Pecoraro e all’Assessore alla cultura e a tutta la sua Giunta che, paghi nell’effettuare brevi video sui social della biblioteca, poi “dimentichino” che occorre che la Biblioteca “Marco Gatti” venga di nuovo almeno aperta al pubblico!
E non si venga a dire che è chiusa causa covid poiché la biblioteca è chiusa già da tempo e, comunque, il Dpcm governativo prevede che le biblioteche possano essere aperte su prenotazione e per la consultazione degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemica. In compenso, però, con Determina n. 764 del 24/11/2020, l’amministrazione Pecoraro dispone l’acquisto di quotidiani con la premessa che “la Civica Biblioteca Marco Gatti offre alla città un servizio di lettura di diversi quotidiani molto apprezzato da numerosi utenti e frequentatori…” per un costo di 750 euro.
Ci chiediamo chi leggerà tali quotidiani essendo la biblioteca chiusa e temiamo che i soldi di noi Cittadini vengano sperperati anche dai fantasmi che infestano l’antico edificio, rimasti gli unici frequentatori dell’ex sede comunale!
Ai posteri l’ardua sentenza su un possibile spreco di denaro pubblico, in questi tempi ancor più immorale, che lasciamo che sia la Corte dei Conti a verificare.