TARANTO. “Nel cosmo di una stanza”
Il webinar condotto da Pignatelli è rivolto al Gruppo Giovani di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto e alle/agli/a* ARTivistə della Hermes Academy e del Taranto Pride, tuttə connessə in remoto, e promosso a cavallo della Giornata Internazionale dei Diritti Umani (che ricorre il 10 Dicembre)
Nel tardo pomeriggio di Martedì 15 Dicembre Luigi Pignatelli, ARTivista non binary di Taranto, ha facilitato Nel Cosmo di Una Stanza, laboratorio di disseminazione del progetto su danza contact improvisation Youth In Contact, finanziato dal Programma Erasmus+ e tenutosi in Francia dal 26 Ottobre al 1° Novembre, e del Training Course Gender Matters, promosso da SCI – Servizio Civile Internazionale e svoltosi online dal 23 al 29 Novembre.
In apertura, una serie di attività hanno permesso di creare uno spazio sicuro in cui esprimersi, raccontarsi, scoprirsi, condividendo i pronomi personali e il proprio stato d’animo attraverso la metafora delle stagioni.
Ha fatto seguito una meditazione guidata utile a stabilire un contatto visivo ed emozionale con il luogo fisico da cui si era in collegamento.
Ascolto empatico, lo scambio di sensazioni evocate dal colore predominante nella visualizzazione, la narrazione del sé in forma orale e scritta hanno creato familiarità e fiducia.
Riportiamo alcune lettere, elaborate nel corso dell’incontro, al termine di una simulazione utile ad esprimere le parole non dette a determinate persone. Alcuni nomi propri sono abbreviati per tutelare la privacy delle/dei/* partecipanti.
Luigi Pignatelli scrive a I. quanto segue, facendo propri i sentimenti della madre di quest’ultima.
«Cara I., cara figlia, sono qui con te in questa casa, in questa stanza, nel cosmo di una stanza, nel cosmo della tua esistenza, che è anche la mia.
Tu sei mia figlia, tu sei la mia I. Era il nome di mia madre e tu, come madre, mi hai partorita infinite volte, ogni volta che con i tuoi occhi mi interrogavi. Da bambina, quando ti facevo indossare abiti in cui non volevi restare; da ragazzina, quando ti chiedevo dove andavi e mi fulminavi con una smorfia; da studentessa universitaria, quando ti affidai a tuo fratello maggiore. Tuo fratello, il nostro capitolo più duro da rileggere.
Siamo qui, io, tuo fratello e tuo padre. Tuo padre, prima di morire, ti ha chiesto scusa per non esserci stato sempre. Tu ora mi chiedi scusa per la stessa ragione.
Tu ci sei stata e ci sei. Sono fiera di te, delle tue scelte, scelte che io non condividevo, scelte che non comprendevo e che ora comprendo, perché vedo la persona che sei diventata, vedo le persone che hai aiutato a crescere e a farcela da sole.
Tu ce l’hai fatta e continuerai a farcela.
Il nostro bambino, tuo figlio, ti ama. Io ti amo, figlia mia. Ti amo e non ho nulla da rimproverarti.
Sono tua madre, sono la vita che condividiamo, io, tu e P.
Con amore e vita, la mamma.»
- scrive a Silvana, immaginando di essere il padre di quest’ultima.
«Non preoccuparti. Le parole spesso si perdono, svaniscono nella nebbia. Gli sguardi e le sensazioni, no. Me ne sono andato così, forse bruscamente. Ma ricorda il calore delle mia mano sulla tua, del mio ultimo sguardo d’amore. Dopo tutto sono ancora qui, con te, a parlarti di spazi e di tempi infiniti. Guarda lontano, sempre verso nuovi orizzonti. Io sarò lì, ad attenderli è percorreranno insieme la strada della vita.»
Silvana Mossotto scrive ad Ale, interpretando le emozioni della ragazza di quest’ultima.
«Cara Ale,
ti voglio tanto bene. Sono proprio felice che tu abbia deciso di parlare a me. Ci avevo sperato, ma non avrei avuto il coraggio di fartelo capire. Tu invece hai capito già tutto quando hai detto che sai che faccio tutto il possibile per farti stare bene. Cosa che d’altra parte fai anche tu con me, non è vero?
Stasera si è parlato di fuoco ed ecco, a me è venuto in mente come sono io quando voglio bene a qualcuno: “per quella persona io sarei pronta a gettarmi nel fuoco”. Lo so che è un po’ esagerato da dire così e un po’ melodrammatico, però è il sentire che ho nel cuore.
L’unico problema è che questo mi rende esigente. Mi aspetto di essere amata alla stessa maniera e non mi accontento di niente di meno.
Un po’ impegnativo no?»
Ale scrive a Luigi, vestendo i panni della madre di Lu.
«Tenero figlio, avvicinati. Apro le mie braccia, ti accolgo. È istinto, è affetto: un abbraccio. Ci sono io e ti proteggo, sono uno scudo, una fortezza. Senti il mio calore, perchè sono culla della luce. Ci sarò sempre nella tua vita.
Ti voglio bene, Luigi.»
Nel Cosmo di una Stanza chiude la programmazione dell’undicesima edizione de Il Mese della Cultura delle Differenze e apre l’ottava edizione di Xmas in (Diver)City.