AMARCORD. I jeans della Rifle, che hanno accompagnato la nostra adolescenza, oggi non vengono più prodotti
Scompare un accessorio dei nostri anni ruggenti
Sentire che la Rifle, nota marca di jeans, non produrrà più i mitici pantaloni di tela blu ci porta al ricordo della nostra gioventù, quando tribolavamo per averli ma, era così allora, le nostra tasche erano quasi sempre vuote.
Provavamo a mettere qualche mille lire da parte, e ci riuscivamo a volte, ma poi i motivi per consumarle erano sempre quotidiani. E quindi i nostri progetti sul tanto decantato acquisto andavano a farsi friggere. Ma non sempre era così. C’erano anche momenti in cui le classiche diecimila lire soggiornavano nelle nostre tasche e voilà via a comprare i tanto sospirati jeans che svecchiavano un modo di vestire alquanto contadino.
La scelta era varia, come vario era anche il costo: i Rifle costavano 6500 lire, i Roy Roger’s 8500 lire ma i fiori all’occhiello erano loro: i Levi’s e i Wrangler a 12.500 lire.
Poi c’erano i jeans che di classico avevano ben poco: c’erano i Bakamak con la doppia cucina esterna alle gambe, i Bell Bottom di tela più morbida dei jeans.
Senza scordare i Jesus classici, quelli per intenderci figli di una campagna pubblicitaria in cui un fondo schiena femminile lasciava intendere che la foglia messa apposta sul manifesto prima poi o poi doveva cadere. Erano questi i pantaloni che hanno dato forma alle nostre gambe e ai nostri glutei.
Ma i Rifle, almeno per me, sono stati il primo jeans acquistato subito dopo aver comprato i mitici Roy Roger’s.
Erano fatti di tela dura, per nulla morbidi ma robustissimi e con ottima e resistente cucitura. Il loro colore blu, come d’altronde anche quasi tutti i classici jeans, perdevano man mano il colore dopo ogni lavaggio ma la loro foggia era sempre la stessa. Senza nessun cedimento strutturale.
Rigidi e resistenti.
Ma, dopo un poco, le nostre tasche ospitavano ben altri soldi ed ecco i Levi’s e i Wrangler tanto sospirati, ma irraggiungibili qualche anno prima.
Siamo “cresciuti” con questi jeans. Ci siamo seduti per terra con questi jeans. Abbiamo protestato con questi jeans. Abbiamo vissuto le fasi della nostra adolescenza con questi jeans. Abbiamo assistito ai concerti con questi jeans. Abbiamo amato e siamo stati amati con questi jeans.
E poi?
Siamo entrati nel mondo dei grandi.
Ma come?
Con questi jeans!
Giovanni Caforio