DEPURATORE CONSORTILE SAVA-MANDURIA. “Lo scarico ‘complementare e continuo’ delle acque reflue andrà nel mare di Torre Culumena”
Da Francesco Di Lauro, presidente dell’associazione Azzurro Ionio, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Mentre a Manduria AQP si affanna a magnificare l’ennesima irricevibile proposta di utilizzo dei reflui per un opera pubblica che è iniziata e procede senza avere un progetto di scarico definitivo e, incredibilmente, ancora non bloccata dalla magistratura, a Brindisi vertici e funzionari della società vengono tutti rinviati a giudizio, come da decreto emesso dal GUP.
Le favole raccontate da AQP in questi 15 anni si scontrano con la misera realtà di rinvii a giudizio costanti e per gravi reati contro l’ambiente, da Lizzano a Gallipoli, in questo caso causati dagli imputati nell’ambito di ‘un medesimo disegno criminoso’ nella gestione degli scarichi del depuratore ‘modello’ di Francavilla Fontana e che, secondo la magistratura brindisina “abusivamente (anche perchè in assenza delle prescritte autorizzazioni regionali e dell’ ente Parco) cagionavano la compromissione e il deterioramento significativi e misurabili delle acque, e di porzioni estese del suolo e del sottosuolo, nonchè dell’ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora e della fauna (…) in un’area protetta sui cui vigono i vincoli descritti al capo e) (…) generando uno scarico che trasferiva il carico inquinante dei reflui non depurati sulle matrici, all’ ambientali, alteravano i valori degli indicatori ecologici”.
Tra gli imputati per il maggior numero di reati, l’ing. Emilio Tarquinio, responsabile di Aqp per la realizzazione degli impianti di depurazione in Puglia, ed anche del contestatissimo impianto di URMO BELSITO, lungo la costa manduriana, all’interno e presso due Riserve Naturali, lo stesso ingegnere firmatario di una autocertificazione di Valutazione Impatto Ambientale che fu al centro di un Esposto alla Procura di Taranto da parte di alcuni comitati avetranesi.
Il nuovo, ennesimo progetto di stoccaggio e riutilizzo de reflui, lascia veramente basiti: si compromette un vasta area di riserva naturale per vasche di stoccaggio di acque che non servono a nessuno, con il contentino di qualche pianta di leccio e la ridicola, offensiva denominazione di questa porcheria quale ‘Parco Mediterraneo’: l’ennesima dimostrazione della protervia e del disprezzo con cui AQP intende imporre un’opera inutile e contestatissima, come se bastasse dire che un asino vola perchè è ciò accada, e che definire quattro lecci e una miriade di vasche di acque reflue ‘parco’, lo facciano diventare tale ..!
Anche peggio lo scarico ‘emergenziale’, che emergenziale non è: di fatto prevede uno scarico ‘complementare e continuo’ delle acque reflue (che altrimenti non si sa dove stoccare), nel mare di Torre Culumena, con ciò contravvenendo al progetto per cui sono iniziati i lavori, alle indicazioni di legge circa il riuso delle acque depurate, agli impegni di spesa ed alla tutela dell’ecosistema delle riserve Palude del Conte, Bosco Cuturi e Marina, addirittura dell’area Marina Protetta di Porto Cesareo.
Azzurro Ionio, in attesa del ricorso al Tar contro questo nuovo escamotage dei prestigiatori di Aqp, invita ad una seduta congiunta dei tre Consigli comunali di Avetrana, Porto Cesareo e Manduria, per un documento comune, in modo che la gente conosca finalmente e nello specifico le reali posizioni delle forze che compongono i vari Consigli comunali. Si impegna inoltre fin d’ora a promuovere iniziative e manifestazioni nei siti e nei Comuni interessati contro questa nuova sciagurata ipotesi di ‘utilizzo’ dei reflui, che se realizzato porterà senza dubbio alcuno ai disastri già visti, come l’ultimo a Torre Guaceto, per cui è processo.