SAVA. Dario IAIA attui il protocollo necessario per il savese che non sta bene, ma che sta procurando molti seri problemi alla nostra comunità
Lettera aperta a chi è il responsabile socio-sanitario nel nostro paese e che prenda immediati provvedimenti
Sono diverse le settimane, forse anche da più di qualche mese, che il savese denunciato a Gallipoli per atti osceni, sta diventando un serio problema. Sono molti i lettori che ci contattano per chiedere a chi ci amministra, o ai Carabinieri della locale Stazione, di prendere seri provvedimenti prima che sia troppo tardi.
Certo la materia è molto delicata ma credo anche che non si può più andare avanti in queste condizioni che limitano la libertà degli altri. E con la classica paura che può succedere qualcosa di terrificante da un momento all’altro. E se dovesse succedere sarebbe una brutta pagina per la nostra comunità, oltre per le potenziali vittime.
Mettendo anche sul conto la reazione a caldo di qualche marito o di qualche papà, o anche di qualche fidanzato, che d’avanti a molestie varie non conosce ragione portando anche la situazione verso comportamenti ingiustificabili. Certo comprensibili ma per nulla giustificabili. Il savese in questione lo conosciamo bene, molto bene.
E’ stato tra i pochi che, forse si contano su di un palmo di mano, in condizioni diverse da quelle attuali, nei passati decenni ha aiutato moltissimi ragazzi a uscire fuori dal disagio socio-economico. E questo lo ha sempre valorizzato. E gli fa onore.
Ma ora lo scenario è diverso. Ed è preoccupante. Alcuni lettori chiamano in causa la famiglia ma in casi come questi la situazione è molto delicata e non è facile persuadere le persone che non stanno bene a farsi curare.
E alla luce di tutto questo, credo che sia il comportamento logico, bisogna attuare il protocollo che è nelle mani di chi amministra una comunità. Il tutto con il concerto dei Servizi sociali. Che si prendano i provvedimenti necessari, prima che sia troppo tardi. Quando non si sta bene è un problema serio.
Mette anche a repentaglio il suo status, in quanto le sue azioni non sono per nulla dettate dalla logica e non è detto che le potenziali vittime, ma è meglio dire i parenti di queste ultime, restano con le mani in mano.
Non sta scritto da nessuna parte che chi non sta bene deve procurare seri problemi agli altri. Che si apra una pagina nuova su questo “caso” e chi ha il dovere di fare, lo faccia. Prima che sia troppo tardi …
Giovanni Caforio