SAVA. La fogna pubblica. Perfetta sconosciuta. Gli ultimi 20anni da raccontare. Le colpe di Aldo Maggi fino all’imbonitore che fa di nome Dario IAIA

SAVA. La fogna pubblica. Perfetta sconosciuta. Gli ultimi 20anni da raccontare. Le colpe di Aldo Maggi fino all’imbonitore che fa di nome Dario IAIA

Il lettore dedichi 10 minuti del suo tempo per leggere questa importantissima cronistoria che Viv@voce ha seguito in questo ventennio

Fu Aldo Maggi, sindaco savese per diverse legislature, a tuonare sul tema “Fogna pubblica a Sava”. Martellò in continuazione la Regione Puglia per avere questo importantissimo servizio di cui ogni paese si era già dotato da diversi decenni e Sava no. E qui siamo alla fine dello scorso millennio ed esattamente nell’anno 1996.

Da questa sua azione verso l’Ente regionale ottenne per il nostro Comune i diversi finanziamenti per la realizzazione dell’impianto fognario. Quest’ultimo partì quasi rapidamente e questo lasciava presagire che la fogna a Sava non era più un oggetto misterioso e che, a distanza di pochi anni, il nostro paese poteva dire di essersi allineato agli altri paesi. Furono realizzati i tronconi sotto traccia e quasi il 92% della rete fognaria fu costruita. Siamo già al 2002. Intanto viene sospeso, incredibilmente, il tutto.

Manca una progettazione che Aldo Maggi, da ottimo tecnico, avrebbe potuto anche fare e consegnare il tutto all’Ente preposto per avere i finanziamenti per la costruzione del Depuratore nel nostro paese. E qui Aldo Maggi ha trascurato la parte finale dell’opera: la realizzazione  del depuratore nel nostro paese. Sicuramente travolto da ribaltamenti vari, in cui lui era l’attore principale, e cambi di casacca continui e si disinteressa lasciando alla Regione la classica patata bollente.  La Regione Puglia, alla luce di questa stasi, glissa sul tema e lascia dormiente il tutto.

Intanto nel nostro paese, e siamo nel 2005, nasce un Comitato di savesi che dicono NO alle installazioni selvagge delle antenne per i telefonini. In quell’ anno in Via IV Novembre è prevista una installazione ma il Comitato mostra subito i denti: presidio 24 ore su 24 sul sito per dire fortemente NO. Successo ottenuto e il comitato si dà subito una faccia istituzionale: Comitato cittadino di Salute pubblica. L’ossatura parte con gli  alfieri Giuseppe De maglie, Bruno Lacorte e tanti altri cittadini savesi.

E’ una bella novità nel nostro paese, caratterizzato nel suo DNA come paese strafottente su tutto. Il nostro giornale plaude a questa straordinaria iniziativa che vede Sava svegliarsi e capire che il paese ha bisogno anche di savesi che escono fuori le classiche palle. E nel tema dei diritti la fogna pubblica è collocata al primo posto. Il Comitato, dopo il successo ottenuto in Via IV Novembre, sposta il suo obiettivo: la mancanza della fogna pubblica “sa dà fare”.

Scioperi cittadini, coinvolgimento delle attività produttive e commerciali del nostro paese seguono attentamente l’evolversi della situazione.

Il nostro giornale organizza l’arrivo delle IENE e Matteo Viviani mostra, a livello nazionale, come sono costretti a vivere 17mila abitanti senza la fogna. Sava, amaramente, è alla ribalta nazionale per un servizio pubblico che già 50anni prima avrebbe dovuto esistere. Da qui, dopo le iene viene quasi tirato per i capelli Nichi Vendola.

Il Comitato incontra Vendola in diverse occasioni nella massima sede istituzionale pugliese e il risultato è straordinario: finanziamento di circa 15milioni di euro da dividere con Manduria, in quanto anche la città messapica, pur avendo un depuratore antiquato e che tra l’altro non serve tutto il paese,  ha bisogno di coinvolgere le sue marine con i suoi 18 chilometri di costa.

Nichi Vendola viene a Sava e nel Cinema Vittoria porta la bella notizia: i soldi per il depuratore sono pronti! Sembra fatta ma più di qualcosa si inceppa. Non si parla più di depuratore a Sava ma Depuratore consortile con la vicina Manduria.  E già qui nascono le prime crepe. I paesi interessati fingono di non capirsi.

Lo IAIA si defila spesso e volentieri, dicasi sempre, dagli incontri degli altri due paesi interessati i quali manifestano il loro disappunto in tutti i modi possibile e, alla luce della mancanza di posizione dello IAIA cominciano a odiare i savesi, i quali non hanno nessuna colpa ma solo quella di avere un primo cittadino che ha disertato perennemente gli incontri per ribaltare il progetto deciso a monte dalla Regione.

E il tempo passa. La Regione, vista l’inconcludenza amministrativa dei due Comuni interessati, e in mancanza di un loro progetto alternativo, cala dall’alto la novità: il depuratore si farà ma sarà Consortile e verrà ubicato nel territorio di Avetrana con lo scarico sulla battigia, ovvero sulla riva del mare. Apriti cielo! Sava, o meglio lo IAIA, si sente liberato dal fatto che il Depuratore non verrà fatto nel proprio feudo.

Manduria insorge, Avetrana grida allo scandalo. Da queste proteste plateali la Regione cerca di addolcire la pillola,  sul piede di guerra Manduria e Avetrana  giudicano il progetto, viste le loro caratteristiche turistiche, dannoso alle loro rispettive economie.

Intanto vengono fatti accordi tra la Regione e gli amministratori interessati ma, appena cambia il vento politico, chi aveva fatto accordi li ribalta! La Regione riprende in mano l’iniziativa: lo scarico non si farà più sulla battigia ma ci sarà una condotta sottomarina a 2 chilometri nel mare.

Protestano i Comuni interessati, con le loro giuste ragioni in quanto tutto questo va a deturpare una bellezza che la natura gli ha dato, ovvero il mare. La Regione rilancia: non più la condotta sottomarina a 2 chilometri ma a 4 chilometri dalla spiaggia. E anche questo a Manduria e a  Avetrana non va bene. Intanto nascono i Comitati spontanei che gridano forte “No al depuratore!” Manifestazioni in Piazza con i sindaci della parte orientale della nostra provincia (Maruggio, Erchie) che solidarizzano con le ragioni del no. E chi manca a queste svariate manifestazioni? Lui il Dario IAIA.

E questa sua scomparsa dalla scena lascia aperti molti dubbi. Intanto a Sava lo IAIA organizza nella Sala Consiliare un incontro con i savesi e il suo slogan è “VOGLIAMO IL DEPURATORE!” E rimarca dicendo, assurdo questo, “occuperemo le vie cittadine, proclameremo lo stato di agitazione dell’intero paese”. Incredibile questa mossa. Ma fa di più. Da perfetto regista del teatrino lancia una manifestazione in Piazza San Giovanni con autorevoli figure istituzionali regionali bipartisan e in questo incontro parte la raccolta delle firme da inviare al governatore Emiliano. E sulla stampa amica e ruffiana dice: “Sono state 1000 le firme raccolte dai banchi che abbiamo organizzato”.

Ora vediamo bene questo dato: saranno stati sì e no circa 250-300 persone che hanno partecipato al comizio domenicale. Quindi, diciamo, che potevano essere 300 le firme raccolte. Ma forse i firmatari hanno firmato con la mano sinistra? E va bene. Ma sono ancora 600! E le altre 400 che mancano alla fatidica cifra di 1000, dove stanno? Probabilmente hanno firmato anche con i piedi. Succede!

Il tempo passa, gli anni puri e della fogna a Sava non si parla quasi più. Eureka! La Regione Puglia dà in appalto alla Ditta Putignani per la cifra stratosferica di 15 milioni di euro un mega depuratore di ultima generazione. Il Depuratore “sa dà fare” contro la volontà delle comunità in cui ricade questa imponente struttura. E lo scarico dove andrà? All’inizio parlano che i reflui conferiranno nelle immense cave di tufi dismesse che ricadono nel feudo avetranese. E il troppo pieno, dove andrà? “Ruscellamento”, così la Regione classifica questo.

In poche parole il troppo pieno confluirà nel mare. E quindi, Manduria e Avetrana hanno perso la battaglia grazie alla latitanza di Dario IAIA, sparito dai radar in modo inesorabile, tranne che per fare il primo della classe nella stampa locale che gli fa dire tutto quello che vuole, senza che la stessa sollevi il minimo sospetto o alimenti le contraddizioni del suo operato. E qui hanno la colpa anche i giornali locali, compresi quelli del web, che non hanno messo un dito sul tema, non hanno preso nessuna posizione, hanno solo riportato quello che faceva più comodo allo IAIA.

Ai giorni nostri il depuratore consortile è a buon punto, i tempi di consegna della Ditta pare che verranno rispettati. Ma intanto la battaglia non è finita. Le associazioni ambientaliste sono scese sul piede di guerra in cui hanno sollevato diverse anomalie sulla funzione del depuratore in tema ambientale. Credo che su questo, ne sentiremo della belle. Ma un dubbio ci viene. Inesorabile. Può darsi che questo mega depuratore resterà una cattedrale nel deserto? E Sava resterà per l’ennesima volta al palo?

ALDO MAGGI HA LASCIATO IL SEGNO NEL NOSTRO PAESE 

Pur spesso e volentieri criticato dal nostro giornale per il suo operato (a nostra giusta ragione) è stato il sindaco che ha avuto per oltre un decennio le redini del nostro Palazzo municipale. A lui si devono molte opere di cui oggi il paese ne beneficia. Ha guidato il paese per quasi quattro legislature, seppur discontinue, ha dato un volto a Sava.

E di questo ne diamo atto. Ma non gli perdoniamo l’abbandono del seguito della rete fognaria che richiedeva la progettazione in modo da farci il depuratore dentro il nostro feudo e da qui avremmo guadagnato tanto tempo e, sicuramente, oggi il nostro paese avrebbe il depuratore per conto suo, liberando Manduria e Avetrana. Ma questo non lo ha fatto.

Molto probabilmente aspettava l’investitura di Nichi Vendola come Commissario all’ambiente ricadente nella nostra parte orientale della provincia jonica e gestire l’opera direttamente. Così non è stato. E il suo impegno è andato scemando. Che peccato. Con le sue capacità tecniche a quest’ora Sava avrebbe già la fogna.

DARIO IAIA, OVVERO COME UN INCAPACE VIENE DESIGNATO DAL SAVESE UN CAPACE

Lo IAIA ha diretto per due continue legislature la vita del nostro paese. Viv@voce ha messo sempre e comunque in evidenza le smagliature del suo operato e dei suoi fidi assessori bravi come i soldatini che dicono sempre SI.

In questi dieci anni di monopolio del nostro Municipio è risultato buono solo a fare teatrino. A innalzare le normali opere come atti straordinari, ha bombardato il web con notizie di poco conto ma rese all’ennesima potenza. Andando sul tema fogna il nostro giornale disse chiaro e tondo questo: “Sava prenda la sua parte dei soldi che gli spettano e il Depuratore ce lo facciamo in casa nostra. Come? Con la fitodepurazione. E liberi Manduria e Avetrana, in quanto anche loro sono “padroni” del loro paese e devono decidere loro cosa fare su questo tema ambientale”.

IAIA ha solo perso tempo, ovvero 10anni. Ora comincerà a trovare la scusa che il Depuratore non è ancora pronto e che Sava non si può allacciare per il momento alla fogna pubblica. Ma forse lo IAIA non sa una cosa, importantissima tra l’altro: la rete fognaria sottotraccia nel paese non è stata mai collaudata e a memoria viva di questo giornale saranno  state sì e no una ventina di ditte che hanno partecipato alla sua realizzazione.

Che può succedere? Ipotizziamo, anche per assurdo, che il depuratore parte e i savesi si allacciano alla rete pubblica, i reflui come entrano nella rete fognaria, così potrebbero rientrare nei luoghi di partenza e stiamo di nuovo nella cacca!

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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