RECENSIONI. Retrospettiva, Zero Center: il capolavoro di Antonello Parisi con Bob Franceschini
Artista tarantino dal talento straordinario e di fama internazionale, Antonello Parisi con i South Vertigo ha inciso nel 2005 un vero capolavoro di Jazz-Fusion-Rock
Era il 2005 quando per la Videoradio veniva dato alle stampe Zero Center, album di debutto di una band tra le più interessanti in ambito Jazz-Fusion-Rock del panorama italiano…stiamo parlando dei South Vertigo.
Il gruppo formato da musicisti di alto livello tecnico ed espressivo (il pianista Antonello Parisi, affiancato dal chitarrista Adriano Albarella, dal bassista Fabrizio Loconsole e dal batterista Michele Sangiorgio), sfornarono in quella fine 2005 un’autentica piccola gemma di musica ricercata, libera da rigide barriere stilistiche e che spaziava in ambiti musicali che vennero sperimentati e portati al grande pubblico negli anni 70, prima dell’avvento di altre tendenze musicali che semplificavano i contenuti e le forme, in favore di scelte stilistiche più affini ad una società che faceva più fatica a intendere la musica come strumento di ricerca sonora e di sperimentazione.
La band in questo album supporta e duetta lungo i 7 brani del disco con un autentico gigante del sax moderno: Bob Franceschini. Il connubio tra, l’attitudine che spazia dal Jazz al Rock Progressivo per passare alla Fusion della band con gli interventi di Franceschini, è un mix assolutamente ricco di inventiva e freschezza artistica.
Il mix sonoro passa da formazioni come i Weather Report alla Chick Corea Band nei passaggi più Fusion come il pezzo Bassotti Band, dove gli obbligati e passaggi all’unisono del favoloso Sax di Franceschini con le testiere di Parisi e le chitarre di Albarella formano una struttura musicale cantabile e di grande dinamicità. Segue un pezzo come Psico dove la chitarra overdrive di Albarella sorregge il discorso musicale che spazia dalla rock-fusion al progressive, interventi quasi in libera improvvisazione del Sax e delle Tastiere alla Soft Machine e Hatfield and the North.
Segue Framar dove un basso fluido nei fraseggi ad accompagnamento lascia libertà sonora e visiva alle testiere diParisi, con un sound Jazz-Fusion a là Keith Jarrett, bellissimo l’intervento di Franceschini che a metà del brano arriva con fraseggi carichi di pathos e tanto soul…il sax canta letteralmente.
Segue Taken Blues…dove si torna in ambiti Rock-Fusion con richiami a progetti che mischiano le carte in tavola e portano l’attenzione dell’ascoltatore su ritmi quasi funk per arrivare al pregevole solo di Albarella (che con un suono davvero bellissimo rock-fusion) fraseggia sulle figure ritmiche di Loconsole e Sangiorgio. L’intervento di Franceschini come su tutto l’album apre in senso melodico il brano e suggella uno dei brani più interessanti del disco.
Spicca in chiusura Lp One brano di piena dinamicità musicale dove i South Vertigo e Franceschini dialogano con bellissimi interventi solisti tra i singoli membri del gruppo…diversi “botta e risposta” tra gli elementi che portano il brano a sottolineare la caratura tecnica dei musicisti e la propensione per il libero fluire delle idee, delle improvvisazioni e dei fraseggi.
Nonostante siano passati 16 anni dall’uscita di Zero Center, il disco suona ancora oggi fresco e dinamico, ricco di passaggi interessanti e di idee ricche di estro creativo. L’apporto di Franceschini è un valore aggiunto di altissimo livello che porta questa uscita italiana tra quelle da non dimenticare assolutamente, incarnando un’eccellenza assoluta della musica rock-fusion italiana.