ATTENTATO ALLE AUTO DI DARIO IAIA. Domenica 9 Aprile 2017. Quotidiano di Puglia tuona: “Attentato al sindaco, tre indagati. È stato il racket delle sepolture”
Con un titolo in prima pagina il giornale si è sostituito ai giudici, mentre gli imputati a quella data erano ancora indagati! Indagini che hanno imboccato un binario morto e le assoluzioni (Sentenza di Primo grado e quella seguente in Appello) dei tre rinviati a giudizio, la dice tutta
Noi non sappiamo come queste notizie pubblicate sulla testata sopra indicata siano frutto della fantasia dello scrivente (in questo caso di Nazareno Dinoi, direttore de lavocedimanduria.it, luminare del giornalismo jonico salentino) oppure da qualche talpa malandrina che risiede all’interno della Procura della Repubblica di Taranto. E questo dovrebbe far riflettere il Palazzo di Via Marche in quanto non si buttano sul lastrico e alla gogna mediatica indagati che sono ancora sotto le indagini.
Sappiamo tutti, e non di certo facciamo la scoperta dell’acqua calda, che esiste un canale ufficioso in cui alcuni magistrati tarantini passano solo ad “alcuni” le notizie degli indagati o quelle dei rinviati a giudizio lasciando all’asciutto gli altri giornalisti. Certo passare le notizie a Quotidiano di Puglia non è come passarle a Viv@voce. E che diamine.
Vogliamo mettere un gigante d’argilla con un piccolo untorello? E forse le Procure, o meglio alcuni magistrati, dovrebbero decidere una volta per tutte come comportarsi su questo. Ma andiamo a quello che viene riportato in questo articolo che seppur di vecchia data, era la domenica 9 Aprile 2017, oggi alla luce dell’ennesima assoluzione di Fernando Dambrogio, quella di Luigi Ricchiuti e di Antonio Urbano, diventa oggetto di riflessione per Viv@voce.
Andiamo ai fatti. Dario IAIA subisce un attentato alle sue auto, le quali vengono letteralmente distrutte.
Certo è che quando subisce un attentato un amministratore o un politico subito scendono in campo investigatori di un certo calibro i quali, per esperienza del mestiere, sbarazzano le superficialità e arrivano subito a indicare il filone da seguire. E chi ha dato agli investigatori la linea da seguire?
Dario IAIA che ha indicato in Fernando Dambrogio, titolare di una impresa di pompe funebri e gestore dei Servizi cimiteriali, uno dei potenziali autori del vile attentato.
La direzione che seguono immediatamente è quella: Fernando Dambrogio potenziale dinamitardo. Nel corso delle indagini, oltre a Dambrogio, vengono indicati anche i due savesi Luigi Ricchiuti (anni 68) e Antonio Urbano (36 nni). I tre vengono indagati e il Gup li rinvia a giudizio, a vario titolo con l’accusa di incendio (art. 423 c.p.), e per Dambrogio anche di Turbativa d’asta (art. 353 c.p.).
Simili reati, qualora fosse stati accertati in fase di indagine, sicuramente avrebbero portato all’arresto gli accusati. Ma così non è stato. E questo, credo, è tutto un lascia pensare. Ma sulla Turbativa d’asta (art. 353 c.p.), accusa rivolta a Dambrogio, personalmente ero presente io quando c’è stata l’apertura delle buste delle Ditte partecipanti alla gara d’appalto per i Servizi cimiteriali.
I fatti, proprio come li ho seguiti e senza aggiungere una virgola in più: la gara fu aperta dal dirigente del Patrimonio, architetto Alessandro Fischetti, coadiuvato dall’impiegata Nella Vecchio. Furono in tutto 4 le Ditte che parteciparono. Aperta la prima busta, il dirigente esclude la partecipazione alla gara di una Ditta savese in quanto è mancante dei documenti richiesti. In questa prima fase le ditte non sono più 4 ma ben sì 3.
Fischetti passa alla seconda fase: controllo delle documentazione idonea delle restanti ditte. Nessuna anomalia. Documentazione allegata idonea e quindi la loro partecipazione alla gara è legale. Fase terza: si aprono le classiche buste con le offerte al massimo ribasso. La prima busta che viene aperta porta un ribasso del 25%, la seconda busta porta a un ribasso del 22%, la terza è quella della Ditta di Dambrogio (Cooperativa Aurora) con un ribasso del 41%.
Fischetti prima di assegnare ufficialmente la gara a Dambrogio invita la dipendente comunale Nella Vecchio a telefonare all’ANAC e di chiedere se questo ribasso, del 41%, è consentito. Passano si e no 5 minuti e la Vecchio dà a Fischetti il parere positivo dell’ANAC. “La gara si può assegnare anche con il 41% di ribasso” è la nota dell’anticorruzione.
Alla luce di tutto questo, ci spiegate dove sta la turbativa d’asta?
E questo lascia intendere molte cose …
Giovanni Caforio