Domenica 6 febbraio in Piazza della Vittoria anche a Taranto come in altre città, c’è stato un Aperitivo ‘disobbediente’ all’aperto

Domenica 6 febbraio in Piazza della Vittoria anche a Taranto come in altre città, c’è stato un Aperitivo ‘disobbediente’ all’aperto

“Ci impediscono di entrare nei locali? E noi ci portiamo bicchieri e bibite da casa e brindiamo per strada!” si è sentito dire

La manifestazione ha avuto successo tanto che domenica prossima 13 febbraio ci sarà un nuovo appuntamento con l’aperitivo in piazza. Stavolta alle 18 e 30, nella più centrale Piazza Immacolata con una passeggiata in via d’Aquino, fino ad arrivare ai Giardini Piazza Garibaldi.

Manifestazioni in tutta Italia, manifestazioni che ovviamente sono state raccontate poco sui giornali, manifestazioni che non sono andate come qualcuno avrebbe voluto, magari aspettandosi disordini e contestazioni in piazze che invece hanno dimostrato maturità.

Un numero importante di persone sta dimostrando che non vuole più credere alle balle del governo e lo sta facendo con grande compostezza.

Della compostezza della gente per bene però bisognerebbe non abusare perché non è scontato che i miti non si arrabbino quando la pazienza viene messa a dura prova.

I miti ci avevano creduto, si erano fidati del governo, prima di Conte e adesso di Draghi e avevano accettato di limitare e subordinare la propria libertà e i propri diritti, ora non più, non vogliono più subire ricatti generati dal green pass.

Nelle piazze si sono sentite tante di queste storie e poi l’aggravio delle bollette, l’aggravio delle cartelle esattoriali, la difficoltà assoluta di fare piccola impresa, la difficoltà di fare commercio, di essere ristoratore e così via.

Per non parlare poi del mondo della scuola, del mondo della sanità, soprattutto di quel mondo costretto a vaccinarsi per poter lavorare, e degli over 50.

Costrizioni che ancor più non hanno senso soprattutto ora che tanti riconoscono che il virus arretra, mentre i governanti continuano una narrazione impostata, incardinata ancora sulla menzogna e la verità comincia a venire a galla.

Oggi tutta questa emergenza sanitaria non c’è più ma c’è un’emergenza sociale che è molto più grave, per cui il green pass dovrebbe sparire.

A furia di tirare la corda questa si spezzerà, visto che il paese è sull’orlo di una crisi di nervi e sta prendendo una nuova coscienza.

E comunque, facendo un passo indietro, fino ad oggi è successo che la ‘protesta’in queste piazze contro l’obbligo del super green pass che esclude i non vaccinati senza dose, con prima e seconda dose dalla vita sociale, dai diritti elementari, dalla possibilità di lavorare e anche di entrare in un bar o in un negozio, ha assunto una modalità che nessuno si aspettava.

Le persone, i cittadini, vaccinati o non, si stanno organizzando in una società parallela per continuare a vivere, per riconquistare il piacere di socializzare, visto che l’uomo è un animale sociale.

O muore isolandosi o decide di sopravvivere e crea altre modalità per una comunità solidale di mutuo aiuto, iniziative private per incontrarsi anche solo per una pizza o una passeggiata, perché è più difficile resistere da soli. Anche ridere insieme, con un aperitivo, è salutare.

Poiché non si può più entrare nei locali, è partito il passa parola di semplici iniziative: “portiamo da casa qualcosa da mangiare e lo condividiamo tutti insieme”.

E si sono ritrovate così persone, famiglie, bambini, giovani e anziani, di ogni estrazione sociale e di ogni età, insieme per liberarsi da un lascia passare, opponendosi alla follia del green pass, pacificamente, facendo amicizia, mangiando e bevendo in allegria.

Iniziative simili si stanno moltiplicando in tutte le città. A Torino per esempio, c’è stata una lunga tavolata a Piazza Vittorio Veneto.

Il re è nudo e lo spettacolo che dà di sé è desolante, ma l’umano schiacciato per due anni è bello da vedersi, riaffiora, si vede dai volti delle persone presenti nelle piazze e rinasce prepotentemente non potendo morire.

Vito Piepoli

 

viv@voce

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