SAVA. Amministrative 2022. Se può servire l’esperienza di questo giornale nella campagna elettorale. Io ci sto!
Le ragioni che mi stanno spingendo a candidarmi nella coalizione di opposizione a Dario IAIA
Sarà maggio, molto probabilmente, il mese in cui l’elettorato savese verrà chiamato a rinnovare il Consiglio comunale e da qui deve decidere da chi vuole essere amministrato per i prossimi 5 anni.
Questi giorni saranno decisivi per le due potenziali coalizioni antagoniste allo IAIA: decideranno se competere da sole oppure unirsi in un solo cartello. Delle due, è auspicabile l’unione in quanto potrebbe non esserci una dispersione di consenso la quale avvantaggerebbe l’amministrazione uscente. Per tanto, secondo il nostro giornale, sarebbe questa la linea da seguire ed affrontare di petto tutto quello che è stato fatto da questi arroganti che si sono avvalsi dell’aureola di salvatori del paese.
Paese questo che muore sulle tematiche farlocche, incompiute su tutto, dettate dal microfono di un imbonitore che ha avuto dalla sua l’immensa fortuna di non trovare sulla sua strada una opposizione degna di questo nome. Come spesso abbiamo ripetuto dalle colonne di questo giornale che la democrazia funziona solo se chi è stato designato dall’elettore a governare una comunità amministri dignitosamente e chi è stato delegato all’opposizione eserciti il suo ruolo di controllo.
E, questo lo abbiamo detto milioni di volte, senza mai stancarci di dirlo e di scriverlo, è bene che queste regole diventino ben salde quando la democrazia è un atto compiuto. I lettori credo che ricordano molto bene quando 10 anni fa creammo, di cui io fui il candidato sindaco, una lista civica che si presentò alle amministrative. Risultato? Furono modesti 430 voti che presi, anche se speravo che fossero di più. Ma questo nostro paese è troppo strano. E’ troppo particolare.
E spesso e volentieri le ragioni vengono scavalcate da famigerate dinamiche elettorali. E il risultato, secondo la mia modesta analisi, è sotto gli occhi di tutti. Vengono scelti dal savese personaggi e persone che vogliono più bene a loro stessi, comprese le loro potenziali aspirazioni capitoline, che al paese che amministrano. Questa è la realtà. E da qui non si sfugge. E allora la domanda diventa questa: che fare alla luce di tutto questo, per demolire una sballata concezione della politica che viene finalizzata alla realizzazione e alla massima aspirazione personale?
Il nostro, si dico fortemente nostro, Palazzo municipale in questo decennio di amministrazione dello IAIA ha avuto la funzione del classico bancomat degli incarichi pubblici, delle lottizzazioni e del clientelismo più sfrenato. Azioni queste che sono state mascherate, a volte quasi a negarle da parte degli autori, ma che questo giornale ha avuto il coraggio, sì il coraggio, di renderle pubbliche e di comunicare al savese da chi veniva amministrato. Non abbiamo avuto paura, nessunissima paura, di varcare le soglie del Tribunale. Assolutamente. Sempre fiero delle mie idee e delle mie vedute. Ma a tutto, nella vita, si paga un prezzo. E non sarà certo una condanna per diffamazione che potrà farmi abbassare la testa.
Devono preoccuparsi anche loro delle condanne finora ricevute: sulla graticola c’è Dario IAIA, la sorella Lucia e il Presidente del Consiglio Pasquale Calasso, quest’ultimo rinviato a giudizio e che in questi giorni deve comparire dinanzi al Giudice. Ma oltre questo, compresa questa squallida campagna contro di me, reo solo di aver reso pubbliche le menzogne e le illusioni, spero, e a volte ci credo anche, che il savese prenda atto di questo messaggio e lo faccia suo. Perché Sava non è di chi amministra. Sava è del savese.
E il savese deve capire, una volta per tutte, che è stato preso per il culo in questo passato decennio da parte di chi si professava migliore degli altri, avendo tra l’altro avuto la fortuna di trovarsi in un momento storico particolare del paese, e da qui ha tessuto la sua tela per le sue ambizioni personali che nulla, ma proprio nulla, hanno portato beneficio al nostro paese. Soggetto questo che, in questi 10 anni, è stato pagato con circa 400mila euro del contribuente.
E il paese langue. Questo è lo scenario raccapricciante in cui Sava oggi si trova. Io ci sono. E farò la mia parte, come mi sono sempre sentito di farla. Con forza e con coraggio per provare a demolire un progetto nato non per il paese ma per il bieco arrivismo di un arrogante che si sente l’unto del Signore …
Giovanni Caforio