Grottaglie. “FERMIAMO LA GUERRA!”
Nota stampa del Circolo Arci
Da giorni le forze armate russe bombardano l’Ucraina. Come in tutte le guerre, sono colpite basi e postazioni militari, ma anche case e infrastrutture civili.
Decine sono i morti e in migliaia fuggono dalle città per trovare riparo anche attraversando la frontiera.
La guerra scatenata da Putin è l’effetto di uno scontro tra imperialismi: quello russo, che vuole imporre la propria egemonia su una parte rilevante di quanto in passato appartenuto all’URSS e, prima ancora, all’impero zarista, e quello degli Stati Uniti, che, attraverso la NATO, vogliono sottomettere ai propri interessi tutta l’Europa orientale sino ad arrivare alla frontiera di una pericolosa rivale come la Russia.
Dietro i rispettivi governi, gruppi di potere mirano alle grandi risorse dell’Ucraina e a primeggiare nella competizione nel mercato globale e un enorme apparato industriale-militare vuole trovare sfogo alla propria potenza.
L’Ucraina di Zelenskyj è la prima linea schierata dall’Alleanza Atlantica e non si è fatta scrupoli di bombardare per anni le popolazioni russofone del Donbass. Risponde ad oligarchie non meno spietate e criminali di quelle russe.
Questo scontro è una partita di una guerra più grande, al momento fortunatamente “non guerreggiata”: quella tra USA e Cina.
Il circolo Arci di Grottaglie si schiera con la popolazione ucraina sottoposta a pesanti bombardamenti e partecipa attivamente alla costruzione di un grande movimento contro la guerra che in questi giorni si è manifestato con migliaia di persone scese in piazza in tante città italiane e del mondo e, cosa assolutamente decisiva, nelle stesse città russe.
NO alla guerra in Ucraina!
Stop ai bombardamenti subito e ritiro delle truppe russe!
Contro tutti gli imperialismi!
Per l’autodeterminazione dei popoli e solidarietà alle popolazioni russofone del Donbass bombardate dall’esercito ucraino!
Disarmo generalizzato!
Abbattimento delle spese militari che, anche dal governo italiano, vengono vergognosamente aumentate sempre di più, e impiego delle risorse in sanità, scuola, trasporti e servizi pubblici!
Riconversione di tutte le produzioni belliche in produzioni civili!
Fuoriuscita dalla NATO e suo scioglimento!
Ritiro immediato di soldati e mezzi militari che il governo Draghi ha inviato in Lettonia e in Romania, violando senza pudore, come già accaduto in occasione di altre guerre, il principio del ripudio della guerra offensiva e l’obbligo di autorizzazione del Parlamento di una guerra difensiva inseriti in Costituzione!