LECCE. Mimmo Borrelli con NAPUCALISSE (oratorio in lettura) l’invettiva dolente e arrabbiata di un uomo alla sua Napoli

LECCE. Mimmo Borrelli con NAPUCALISSE (oratorio in lettura) l’invettiva dolente e arrabbiata di un uomo alla sua Napoli

Sabato 5 marzo 2022. Da Gomorra al palcoscenico di Koreja

 Koreja ospita Mimmo Borrelli pluripremiato attore, drammaturgo e regista teatrale, divenuto famoso nella serie televisiva Gomorra come ‘O Maestrale, il boss raccontato dalla penna di Roberto Saviano.

In scena NAPUCALISSE (ORATORIO IN LETTURA), complesso congegno teatrale, che avvolge in un magma indistinto Napoli con l’apocalisse, sempre sul punto di manifestarsi.

“Napule senza famiglie. Napule senza figlie. Napule ca s’appiglie, ‘u cazzo ’i Ddio cuniglie”.

Inizia così il monologo di Mimmo Borrelli dedicato alla sua città: un racconto dolente e arrabbiato dell’uomo napoletano messo in condizioni di inferiorità e ghettizzazione sociale, che non sentendosi parte dello stato e della sua famiglia, è destinato a esplodere, bomba che cammina, come il Vesuvio.

Il Vesuvio è un vulcano dormiente, che sogna nel pericolo costante, ma destinato periodicamente a svegliarsi. Dorme e veglia, prepara la veglia, prepara le casse di un funerale già programmato in tutti i particolari, ma con l’ipocrisia della fertilità, della bellezza apparente della superficie dei paesaggi dell’abbondanza. Il Vesuvio è il doppio, come in teatro la sua visione è moltiplicata dai vettori sensoriali di chi lo interpreta e da chi lo ascolta. Il Vesuvio quando dorme accumula, accumula collera, violenza, indignazione, esplosione di morte, che rinasce nella fertilità della terra e della vita.

è un monologo, un’invettiva che Borrelli tratteggia grazie al ritmo della musica, protagonista materica di una continua escandescenza, creatrice e distruttrice, senza speranza e proprio per questo inversa dichiarazione d’amore.

Il nome di Napoli si accosta alla religiosità, alla Madonna, a San Gennaro, al “Sanghe ca se squaglie, sanghe ca se caglie” (sangue che si scioglie e torna ad addensarsi). Borrelli procede parlando della Napoli della camorra, della Napoli di Gomorra, la Napoli delle droghe, del contrabbando, dei debiti. La Napoli della fame e della prostituzione, dei lavoratori, dei disoccupati, dei pescivendoli. Napoli del colera, della pizza, dei cuozzi, dei pezzenti.

Dei personaggi cari all’immagine di questa città: Pulcinella, maschera entità per eccellenza della bella città partenopea, Maradona, divinità del calcio, Masaniello, protagonista della rivolta napoletana del 1647 contro il governo spagnolo. Napoli di cui è offerta la digressione storica: Borboni, Angioini, Napoleone, Giacobini, Francesi, Aragonesi. Napoli della canzone, del mandolino, delle cartoline. Napoli senza legge. Napoli dove è sempre il pover’uomo ad andare in carcere. Napoli con le sue bellissime spiagge e il mare del colore della terra.

Napoli da cui comunque, tra i suoi pregi ed innumerevoli difetti, “nun me ne fuje, Napule je schiatt ccà” (non scappo, muoio qui). Perché dopo le infinite considerazioni, Napoli è solo una: Napoli d’amore.

Al termine dello spettacolo Mimmo Borrelli incontrerà gli spettatori presenti. Un percorso di educazione alla visione, per avvicinare il pubblico al mondo del teatro e alla visione critica dello spettacolo. L’incontro è realizzato in collaborazione con l’ass. Palchetti Laterali.

Giampiero Laera

viv@voce

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