SAVA (Ta). Quei lavori di sistemazione in Piazza Europa che gridavano vendetta. Esposto denuncia a modello 21 (con il nome degli indagati)
Cordoli in cemento applicati alla mentula canis. E Saracino perché non è venuto a farsi un selfie d’avanti a questo scempio, ritenuto idoneo dalla direzione tecnica e pagato tra l’altro?
Fu nell’agosto del 2019 che alcuni lettori mi chiamarono per dirmi di seguire i lavori di sistemazione dei vialetti di Piazza Europa in quanto, secondo loro, era evidente la brutta applicazione dei manufatti in cemento vibrato che delimitavano la superficie di calpestìo da quella del terreno attiguo in cui erano a dimora gli alberi. Lo spettacolo era raccapricciante, e le foto allegate la dicono tutta.
Nel gennaio del 2020 pubblicai sul nostro giornale l’articolo attinente a questo problema (https://www.vivavoceweb.com/2020/01/03/sava-piazza-europa-ma-come-fate-a-ritenere-idonei-questi-lavori-e-pagare-questo-scempio/) e manco per qualcosa che è caro a noi maschi nessuno si preoccupò di verificare lo stato dei luoghi e su tutto i lavori fatti che, incredibile, venivano saldati dal nostro Comune alla Ditta appaltatrice per circa 30mila euro!
Ma è normale nel nostro paese che quando un giornale sprona chi amministra, a turno centro destra o centro sinistra, fanno sempre finta di niente e, un classico questo, “fallu parlà a cuddu ca no sapi manchu cuddu ca tici”, tradotto in italiano vuol dire di ignorare quello che Viv@voce riporta e se il caso attivare le carte bollate se sposta una virgola o un punto quando scrive!
E’ questo il clima che si è instaurato a Sava. E lo IAIA lo ha reso permanente. Ma non ci siamo affatto scoraggiati e in ciò che crediamo siamo andati avanti lo stesso. In quell’articolo invitavo l’assessore Giuseppe Saracino, che dirige il comparto dei Lavori pubblici e quindi la sua materia in questo, a prendere provvedimenti sullo scempio che era stato effettuato in Piazza Europa.
E della serie savese de “parla tu ca lu cazzu ti senti” la cosa è rimasta morta lì e possibilmente anche nascosta agli occhi dei savesi, sui social su tutto.
E così ci siamo armati di buona volontà, ancora l’ennesima volta, e abbiamo messo il classico nero su bianco: Esposto-Denuncia alla Procura della Repubblica di Taranto, raccontando i fatti, denunciando gli autori (compresa la direzione tecnica) e allegando le foto dello spettacolo indegno costato alle casse del nostro Comune 30mila euro.
E oggi a distanza di due anni la bella notizia: l’Esposto-Denuncia è al modello 21, cioè con il nome degli indagati che a vario titolo dovrebbero rispondere dei reati a loro contestati. Le indagini sono ancora in corso e il procedimento giudiziario non è stato concluso.
Quindi siamo in attesa del potenziale rinvio a giudizio di chi ha eseguito l’opera e di chi aveva il dovere di controllare i lavori e non lo ha fatto.
Terremo informati i nostri lettori.
Giovanni Caforio