CUT – Il Distretto produttivo di qualità dell’uva da tavola, pronto a costituirsi in Puglia

CUT – Il Distretto produttivo di qualità dell’uva da tavola, pronto a costituirsi in Puglia

L’ortofrutta ha bisogno di aggregazione e per arrivare all’aggregazione ci possono essere molteplici strumenti

Uno di questi è il Distretto produttivo di qualità dell’uva da tavola, pronto a costituirsi in Puglia, ma che potrebbe essere un modello anche per altri territori. Del progetto se n’è parlato al Fruit Logistica, dove all’Italian Fruit Village la Commissione italiana Uva da Tavola ha presentato il percorso che porterà alla costituzione di questo strumento.

“Il distretto – specifica Del Core – è un progetto che possiamo definire storico per il settore e che dimostra che finalmente il comparto prende consapevolezza della sua forza e delle sue necessità e ratifica la sua esistenza agli occhi del mercato attraverso i player e le istituzioni coinvolte nel progetto di distretto che, per adesso è regionale, ma l’obiettivo è quello di farlo diventare interregionale coinvolgendo anche i poli produttivi di Mazzarrone e Canicattì con i quali ne stiamo parlando e ci stiamo ragionando. Certamente l’esperienza pugliese sarà essenziale per potere replicare il distretto in Sicilia che ha areali ben distinti e sicuramente potrà sposare la stessa causa della Puglia. Più difficile parlare di un distretto regionale lucano anche per via dei volumi limitati”.

“L’aggregazione non è scontata e serve anche la forma – ricorda Emanuele Vita, consigliere della Cut e produttore siciliano – E’ importante capire che fare squadra è fondamentale per crescere”.

Vorremo fare comprendere che la denominazione di origine e il Made in Italy rappresentino un marchio che sia garanzia per il mercato di affidabilità salubrità e know how. Abbiamo in previsione, nel progetto di distretto, di mettere in rete gli hub di ricerca e innovazione territoriali per andare più velocemente verso quello che i produttori ci chiedono ossia risposte al mercato anche in termini di rese produttive e resistenza climatica. In questo senso è importante che la ricerca sia contestualizzata sul territorio”.Da questa iniziativa partiranno a raggiera una serie di iniziative collegate quali il catasto varietale e un hub territoriale della ricerca.

Manlio Cassandro è il consulente che ha affiancato la Cut nel percorso per arrivare al Distretto, che nei prossimi mesi dovrebbe essere formalmente riconosciuto dalla Regione. “Il Distretto è comunione dei problemi e casa delle soluzioni, ma anche un soggetto ideale per interfacciarsi con le istituzioni. Sarà un hub dell’innovazione e collaborerà con il Crea. Lavorerà per la qualità con blockchain, promozione e occasioni formative”

 

 

viv@voce

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