SAVA (Ta). La mensa sospesa al figlio dell’indigente, i Servizi sociali e la nota dell’assessore al ramo
Su tutto ringraziamo vivamente il savese, che ha voluto restare anonimo, il quale appena ha letto il post mi ha immediatamente chiamato dandomi la sua disponibilità al pagamento della mensa comunale al bimbo e, all’occorrenza, facendosi carico anche della retta del prossimo anno
Un clamore alquanto scontato. Scrivere: “GESTO IGNOBILE. Ad un occupante abusivo, indigente, di un alloggio della palazzina dell’Arca Jonica, alla luce di questa sua azione, viene immediatamente sospeso il servizio gratuito della mensa scolastica al proprio bimbo …” ha suscitato la sensibilità di molti amici e lettori di questo giornale.
Ed è comprensibile quando certe notizie escono fuori, specie quando riguardano i bimbi. E quando succedono queste cose tutti i chiamati in causa corrono al riparo o addirittura smentendo categoricamente le loro responsabilità sull’accaduto. Anzi, dire che sono “notizie assolutamente false” allora non ci stiamo. Assolutamente. I fatti: gli inzii di questa settimana che sta per passare ai genitori del bimbo indigente gli vengono comunicati queste affermazioni: “Guardi, lei ha un debito di 60 euro verso la refezione scolastica e pertanto le comunichiamo che abbiamo sospeso il servizio per il suo bimbo” (dichiarazione fedele dei genitori del bimbo).
In questo contesto, nato con l’occupazione abusiva degli appartamenti dell’Arca Jonica, è nato il tutto. La domanda è lecita: come hanno potuto permettersi i Servizi sociali entrare in un campo che non gli compete del tutto? Al massimo doveva essere il Comune, con il suo servizio di tesoreria, a sollecitare il pagamento degli arretrati 60 euro e non i Servizi sociali! Un conto è un sollecito ed un altro dire al telefono tutto quello che abbiamo riportato con le frasi dei Servizi sociali! Allora chi mente? Andiamo avanti. E c’è di più.
In un incontro l’assistente sociale con una indigente, anche essa occupante abusiva degli alloggi su citati, la prima ha ventilato, in virtù dell’occupazione abusiva dell’alloggio fatta, addirittura che potevano togliergli i bambini! Ora crediamo che un conto è il Codice penale, da rispettare, e un altro conto è mettere paura a far desistere da una occupazione abusiva con il ricatto dei bambini. Qui qualcuno ha perso la calma e non ha avuto il polso della situazione. A monte c’è questa occupazione abusiva degli alloggi, comprensibile ma non giustificabile, ma a monte c’è anche l’uso delle parole e forse anche delle minacce.
L’assessore ai Servizi sociali, Roberta Friolo, nella sua nota esclude categoricamente che i fatti sopra citati non sono mai avvenuti. Ma le testimonianze degli indigenti hanno anche un valore, o no? E poi ci sono le telefonate fatte. Anche queste sono false o inventate? Siamo convinti, per davvero, della buona fede dell’assessore Friolo ma siamo convinti, e questo lo possiamo liberamente pensare, che qualcuno può aver messo in moto questo meccanismo famigerato e ripugnate.
Alla luce di tutto la notizia più bella è quella del savese che dopo 5 minuti che è uscito il post in questione mi ha immediatamente chiamato mostrando la sua disponibilità economica al pagamento della mensa scolastica del bambino per tutto l’anno in corso e, all’occorrenza, anche al pagamento della retta del prossimo anno.
Dire “abbiamo sbagliato” per chi amministra un branca amministrativa ci può stare. Ci può anche stare, forse, dire che i Servizi sociali hanno agito per proprio conto. Ma i comparti amministrativi hanno gli assessori e sono loro che indirizzano gli uffici comunali nelle loro scelte.
Una bruttissima pagina che spero porti alla riflessione a chi si è reso partecipe, e attore, di questa squallida vicenda.
Giovanni Caforio