L’ATTESA È FINITA: ECCO I MISTERI DI MOTTOLA
Per la prima volta nella storia, la processione all’alba del Sabato Santo uscirà dal palazzo comunale. C’è anche l’orchestra di Santa Cecilia diretta dal Maestro Gregucci
Un evento storico, unico e irripetibile. Per la prima volta in 162 anni di storia, la processione del Sabato Santo di Mottola uscirà dal palazzo municipale e non dalla chiesa della Beata Vergine del Carmelo, oggetto di lavori di ristrutturazione.
Cambia la sede, ma non l’attesa che accompagna i sacri Misteri. «Per noi confratelli e per i tantissimi fedeli sarà una suggestione nuova» anticipa il priore della Confraternita del Carmine, Vito Greco.
L’emozione è doppia.
«I Riti tornano dopo due anni di fermo causa Covid- dice ancora- e, per quanto ci riguarda, lo fanno in maniera nuova dal momento che il pio corteo attraverserà le vie cittadine dopo essere partito da piazza XX settembre. E non era mai accaduto in oltre un secolo e mezzo di tradizione».
Una processione tra le più conosciute della provincia ionica: lunga 7 ore, parte all’alba- con l’uscita della cosiddetta «tric trac»– e procede lenta sino alla tarda mattinata e al rientro delle statue. Un crescendo di fede ed emozioni, dopo la messa in Coena Domini del Giovedì Santo e il pellegrinaggio delle Paranze- coppie di confratelli- nelle chiese e nelle vie della città che accompagnano i devoti sino al Sabato Santo, con la processione dei Misteri che parte all’alba.
Sfogliando la storia di questi luoghi, si scopre che la scelta di portare in spalla i simulacri risale al 1859: prima di quel momento erano i confratelli e le consorelle a mimare i momenti di Passione, in una sorta di rappresentazione vivente. La processione così come la si vede oggi è nata nel 1860 ed è impreziosita dalle statue realizzate dal celebre cartapestaio leccese Antonio Maccagnani. Tra queste, “Gesù nell’orto degli ulivi”, “Gesù alla colonna”, “Gesù incoronato di spine”, “La caduta di Gesù”, “Veronica con il manto rosso”, “Veronica col volto di Cristo”, “La Pietà” e “Il Calvario”.
Ad accompagnare il pio corteo, le marce di Passione. Tra tutte, l’inno della Settimana Santa mottolese, “Tomba che chiudi in seno” dell’indimenticato compositore Franco Leuzzi. Ad accompagnare la processione del Sabato mattina ci sono le struggenti marce funebri a cura, come tradizione, della banda associazione musicale Umberto Montanaro- Città di Mottola, diretta dal Maestro Barbara Gigante, e della banda di Ceglie Messapica con il Maestro Michele Vitale. Ma quest’anno c’è un’altra novità: la presenza dell’Orchestra di fiati Santa Cecilia di Taranto con il Maestro Giuseppe Gregucci.
«È un grande orgoglio averli con noi- commenta il priore Vito Greco- perché proprio queste musiche ci aiutano a rivivere questi momenti intrisi di pathos. La Settimana Santa è un’emozione indescrivibile: dai preparativi e l’attesa, sino alla fatica di quelle ore di processione e al momento finale, quello del rientro, quando tutto è compiuto. La fede muove ogni gesto, ogni pensiero.
I confratelli e le consorelle sono pronti a questo grande abbraccio. Fede, identità, tradizione si custodiscono nella comunità e si tramandano di generazione in generazione. Un grande senso di appartenenza fa sì che Mottola sia tra i comuni pugliesi in cui si esprime con più forza questa religiosità».
Tutto si svolge sotto gli occhi dei fedeli- spesso provenienti anche dai comuni limitrofi- che restano ore in preghiera e, quest’anno, avranno la possibilità di assistere per la prima volta all’uscita dal Comune. La processione sarà trasmessa in diretta il 16 aprile dalle ore 6 alle 13 sulla pagina Facebook della Confraternita del Carmine e su Le Cronache tv, visibile in Puglia e Basilicata sul canale 76 del digitale terrestre.