Dopo Faggiano, lo Jonio Jazz Festival si sposta a Manduria

Dopo Faggiano, lo Jonio Jazz Festival si sposta a Manduria

C’era il pubblico delle grandi occasioni, venerdì 5 agosto, nella piazza Centrale di Faggiano, il centro dal quale è iniziato questo intrigante viaggio in musica denominato Jonio Jazz Festival, giunto ormai alla tredicesima edizione

Ad esibirsi un quintetto che, allestito per l’occasione, vedeva musicisti affermati a livello internazionale incrociare i loro strumenti con musicisti dell’area tarantina che fanno parte integrante di Jonio Jazz, una realtà che, a ragione, professa divulgazione attraverso il concetto del cantiere culturale, la forma ideale per mettere insieme i vari linguaggi artistici coinvolgendo l’intero territorio.

E nell’ottica della multidisciplinarità la serata nella prima parte ha ospitato la seguita presentazione letteraria della “Trilogia dei Sarmenta” dello scrittore manduriano Giuse Alemanno sollecitato dalle domande di Leo Spalluto. Trilogia composta dai tre lavori già pubblicati  (“Come Belve Feroci”, “Mattanza” e “Nero Finale”) ed a proposito di un eventuale quarto capitolo Giuse Alemanno ha lasciato qualche spiraglio essendo già sollecitato dalle richieste dei lettori.

Nella seconda parte della serata si è esibito il quintetto capitanato dal sassofonista Maurizio Giammarco, musicista con una storia importantissima alle spalle. Se pensiamo che nel 1973 partecipò alla registrazione del fondamentale SUD di Mario Schiano, stiamo parlando di mezzo secolo di musica che proveremo a raccontarvi in un’intervista che presto vi proporremo nel palinsesto di radio/altriSuoni (media partner del Festival).

Ad affiancare Giammarco nella regia di questa performance, la più giovane Francesca Tandoi, bravissima pianista e cantante ma anche autentica trascinatrice per come riesce a coinvolgere il pubblico e a farlo diventare parte integrante dello spettacolo.

Ancora, al contrabbasso Stefano Senni, musicista capace di calarsi in qualunque dimensione musicale gli si pari davanti. Che suoni il mainstream o si cimenti nell’improvvisazione più radicale, Senni riesce sempre a disegnare una musica centrata che mai si limita al mero accompagnamento.

A completare la formazione i due musicisti di casa, il chitarrista Paolo Bonvissuto e il batterista Alessandro Napolitano.

Il repertorio ha toccato numerosi brani della tradizione jazzistica, provenienti da momenti e stili differenti e, soprattutto, eseguiti nei tempi più vari, dalla ballad (bellissima la voce di Francesca Tandoi su “You’ve Changed”) al fast più spinto di stampo post-bop anni 50 (“Airegin” di Sonny Rollins), fino ai tempi medi di “Maiden Voyage” di Herbie Hancock.

A concludere la performance il consueto bis con una bella versione della ornettiana “Turnaround”, brano nel quale Paolo Bonvissuto – che pure si era ritagliato altri momenti solistici particolarmente riusciti durante il concerto – ha dato sfoggio della sua bravura e, soprattutto, della sua sensibilità musicale, mostrando quanto si possa essere devoti a un musicista straordinario come Pat Metheny senza necessariamente sfociare nella semplice imitazione.

E adesso, a brevissimo da giovedì 11 a sabato 13 agosto lo Jonio Jazz Festival si sposta a Manduria.

Sono tre serate volute dall’Ente Civico supportato dagli uffici dell’Assessorato preposto coordinato dall’Assessora Lella De Marco che hanno “assecondato” il programma proposto dalla Direzione Artistica di Piero De Quarto. Programma di tre giorni con concerti di importanza internazionale  e di conferenze sviluppate intorno al mondo del jazz e non solo.

viv@voce

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