“TUTTI PARLANO DI UNIVERSITÀ, MA NESSUNO AFFRONTA E RISOLVE IL PROBLEMA DEI CORSI DI LAUREA NELLE PROFESSIONI SANITARE A TARANTO”
Da Pierpaolo Volpe, Presidente OPI Taranto, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Numerosi sono stati gli interventi sul tema delicato dell’Università nella Città dei due mari, ma nessuno affronta e fornisce soluzioni al problema dei Corsi di laurea nelle Professioni sanitarie.
Oltre un anno fa come OPI Puglia abbiamo consegnato un dossier sia al Magnifico Rettore dell’Università di Bari, sia ai tecnici e politici della Regione Puglia, tra cui l’ex Assessore Lopalco, in cui sono stati comparati i requisiti di accreditamento di un Corso di laurea con la condizione effettiva in cui versano i vari Poli formativi nella Regione Puglia.
La condizione del Corso di laurea in Infermieristica nella Provincia Jonica è disastrosa, una delle peggiori, se non la peggiore in Puglia.
Il prezioso documento è frutto del contributo tecnico del gruppo di lavoro dell’OPI Bari che si occupa di formazione universitaria.
L’Università è una cosa seria, ha delle regole ed è sottoposta a vincoli regolamentari e di accreditamento previsti dalle leggi dello Stato, pertanto quando si affronta il problema bisogna parlare con dati alla mano e nel merito delle questioni.
Gli OPI delle Regione Puglia hanno fornito nel dettaglio le criticità dei Corsi di laurea, tra cui quelle di Taranto, ora spetta ai tecnici della regione, alla ASL e all’Università risolvere il problema.
Una cosa è certa: siamo in attesa di risposte da più di un anno.
Il Presidente Emiliano nell’ultimo incontro sui Corsi di laurea nelle Professioni sanitarie tenutosi a Bari il 12 maggio scorso, si è speso in prima persona per trovare soluzioni ed a lui che mi rivolgo chiedendo un intervento deciso e risolutore.
L’attuale Corso di laurea di Taranto è sprovvisto di un’aula per le esercitazioni pratiche, manca la rete UNIBA per l’accesso alla Biblioteca online, mancano i personal computer (per almeno 60 iscritti sono richiesti 12 PC) e parte delle attrezzature didattiche, manca una sala riunioni ecc.
Ho apprezzato molto lo sforzo del Senatore Mario Turco sulla grande opera Banca dei Saperi, ma ora dobbiamo concentraci anche sui Corsi di laurea nelle Professioni sanitarie.
Non spetta a me stabilire se è giusto o meno traslare la formazione universitaria al San Cataldo, ma una cosa spetta a me dirla: ridare dignità al Corso di laurea in Infermieristica e a quello delle altre Professioni sanitarie.
Non è possibile far finta di nulla e parlare solo di Scuola di Medicina, con tutta l’importanza che questo Corso di laurea ha per la Città di Taranto.
Non possiamo però creare studenti di serie A e studenti di serie B (se non addirittura di serie C) nella medesima Facoltà Universitaria, su questo punto ho già avuto modo di intervenire.
Se non creiamo spazi idonei per ampliare il numero di posti al Corso di laurea come possiamo adempiere al PNRR? Come riempiremo il San Cataldo?
Per adempiere al PNRR servono subito 70-80 mila Infermieri, dove li troviamo se in Italia formiamo e abilitiamo circa 17 mila Infermieri all’anno e il numero dei pensionamenti tende sempre a crescere? Siano consapevoli che dei 17 mila posti messi a concorso dalle Università italiane per le Professioni sanitarie molti non vengono coperti, come avvenuto a Roma “Tor Vergata”?
La situazione è complessa e va letta in una situazione di “insieme”.
In Puglia a fronte del fabbisogno di 2000 posti proposti al Ministero e autorizzati, ne riusciamo a coprire più della metà.
Se non individuiamo sin da ora sedi idonee, come amplieremo i posti dell’Università pubblica nei prossimi? Tutti interrogativi privi di risposte da parte della politica e dall’Università.
Per queste ragioni ho già richiesto una audizione in III Commissione sanità, già sollecitata dal Consigliere regionale e comunale Vincenzo Di Gregorio e chiederò al Sindaco di Taranto e all’intero Consiglio comunale un intervento deciso a tutela della formazione universitaria nella nostra Città.
Come Ordine continueremo certamente a vigilare e se necessario ad interessare della problematica relativa ai requisiti di accreditamento il MIUR e l’ANVUR richiedendo un’indagine ispettiva.