“Partecipazione sit-in in Prefettura contro decreto salva-Ilva e adesione al Coordinamento di Taranto”
Nota di Ciro D’Alò, Sindaco Città di Grottaglie
Credo che la questione ex-Ilva non possa essere un argomento solo della città di Taranto e suoi cittadini. Si continua a non tener conto di sentenze, perizie, di rapporti che dichiarano la città “zona di sacrificio” e soprattutto di morti. Morti d’inquinamento e di lavoro.
Non è tollerabile uno Stato che continua a non considerare questo. Non è possibile continuare ad accettare un eterno gioco al ribasso in nome del profitto che è evidente non ci sia più nel tessuto economico nazionale, ma che continua ad essere solo un costante stanziamento di soldi pubblici per una gestione scellerata di cui lo Stato ne è complice.
Taranto e provincia continuano a vivere alla giornata senza un piano industriale. Continuare ad accettare morti e disastri ambientali senza che ci sia un colpevole. Per tutti questi motivi, questa mattina ho partecipato al sit-in in Prefettura contro l’ennesimo decreto salva-Ilva e aderito al Coordinamento di Taranto.
È il momento in cui la politica deve schierarsi. Non può più tergiversare. Il Consiglio Comunale di Grottaglie lo scorso 22 dicembre lo ha fatto, approvando un ordine del giorno che ha come guida la sentenza del processo Ambiente Svenduto, dove si attesta in maniera cristallina che gli impianti non sono compatibili con la salute pubblica.
Nello stesso documento chiediamo, anche in considerazione delle motivazioni della sentenza “Ambiente Svenduto”, di procedere alla chiusura delle fonti inquinanti e la realizzazione di un piano industriale ecocompatibile condiviso con il territorio. Allo stesso tempo chiediamo ancora di varare una “ legge speciale per il lavoro a Taranto” di concerto con Regione Puglia, enti locali, sindacati ed enti di categoria per la provincia jonica, che punti al riconoscimento del lavoro usurante e alla formazione, inclusa la ricollocazione – ponendo a carico dello Stato la quota della CIG con integrazione salariale a carico degli enti assorbenti – negli Enti pubblici dei dipendenti in esubero che non abbiano raggiunto o siano prossimi all’età pensionabile, individuando per quest’ultimi, attraverso la stessa legge speciale, dei fondi per l’uscita anticipata dall’impiego.
L’indignazione non basta più. La politica si assuma le sue responsabilità e dia un vero sostegno ai cittadini ed ai lavoratori del siderurgico.