Taranto. AL PITAGORA “Il Blues di Mariam” DI GIANNI SPINELLI

Taranto. AL PITAGORA “Il Blues di Mariam” DI GIANNI SPINELLI

Oggi, mercoledì 15 Febbraio 2023, alle ore 11.00, nel Teatro “Emanuele Basile” gli studenti incontrano il giornalista e scrittore

“IL BLUES DI MARIAM” (Castelvecchi Editore) di Gianni Spinelli vivrà un’intensa giornata a TARANTO: due presentazioni con un taglio diverso.

La prima (ore 11,00) all’Istituto Tecnico Economico PITAGORA, Via Vincenzo Pupino 10 A, dove, dopo i saluti istituzionali della Dirigente Dott.ssa Nadia Bonucci,con l’autore ci saranno la docente ANTONELLA FALCIONI e il regista-attore ANTONIO MINELLI. I messaggi che il libro dà offriranno stimoli per un dialogo-confronto con gli studenti.

La seconda (ore 17 e 30) alla Libreria UBIK, via Cataldo Nitti 27. Qui, all’autore e a MINELLI, si aggiungerà la Compagnia SATYRION.

“Il blues di Mariam” è un romanzo, fuori dagli schemi e dai generi, che sta riscuotendo notevoli consensi dai critici e dai lettori. Gianni Spinelli insegue l’utopia e il sogno, facendo rivivere Craco, il paese fantasma lucano e ci indica il cammino possibile alla realizzazione di una comunità solidale e fraterna, dedita al bene. Craco si rianima e diventa la residenza di artisti provenienti da diverse parti del mondo: Mali, Francia, Cina, Inghilterra e Italia. Sono diverse centinaia tra musicisti, pittori, scultori, scrittori, poeti, attori, danzatori, ballerini, fotografi, registi di teatro e di cinema, chef e filosofi, e danno vita a “Craco Blues”, la città del desiderio.

Due le mission: trasmettere la bellezza e aiutare il Mali salvando il blues. Craco è un eden. Si creano mostre, si organizzano concerti, si mettono in scena opere teatrali: l’ex paese fantasma diventa meta di visitatori alla ricerca della purezza e di un mondo diverso. Una favola moderna – e anche amara – che ha anche il pregio di far pensare.

È un romanzo struggente, delicato, che veicola valori basilari per una società civile, facendo leva sulla tenerezza declinata nella storia d’amore fra Mariam e Giuseppe…

«Una scrittura avvolgente, che nel finale acquista colori poetici…. Un’opera matura… È letteratura questa…», scrive la poetessa Grazia Procino.

“Il blues di Mariam” offre molte chiavi di lettura. È fra l’altro un duro j’accuse che l’autorelancia contro le aberrazioni dei politici che hanno tradito quel mos maiorum sacro presso i Romani. È un grido diindignazione e dolore per quei borghi meridionali desertificati e abbandonati a sé stessi come relitti di una nave. Scrigni di Storia che, se valorizzati, hanno molta ricchezza da offrire. 

GIANNI SPINELLI

«Gianni Spinelli -sottolinea Mario Montemurro, appassionato lettore e critico- ha una grande dote: ama le storie e le sa raccontare, ed è abile ad alternare con convinzione toni leggeri, ironici e seri. È minuzioso nella ricostruzione della vicenda, con richiami ad accadimenti storici, agli usi e costumi del luogo, a fiabe e leggende, come quella, poetica, del cavallo ostinato che cerca il suo padrone in una Craco vuota, tra le case sbilenche e i muri cascati. 

La scrittura è scorrevole, fluida, ma allo stesso tempo è attenta, ma non pretenziosa, mai banale né sciatta; le parole sono scelte con cura e usate con sapienza e attenzione, perché ogni termine ha il proprio peso nella storia. Spinelli incolla il lettore alla storia, semina idee. Utopistiche? Senza le utopie non si cambia il mondo».

L’arte domina ed è bello che domini. Per capire la sua forza, basta leggere un piccolo estratto del libro: «La notte è degli artisti, perché la notte è libertà. La prima notte degli artisti a Craco fu lunghissima. Qualcuno non andò a letto: vagò per le strade, tra scale di pietra, strettoie, incredibili case − più alte, più basse −, silenzi, improvvisi rumori.

Un milanese fu sorpreso e turbato: quel tutto piccolo gli sembrò kafkiano. Non aveva visto mai una notte senza puttane, senza drogati, senza spacciatori, senza clochard. Lì vedeva il cielo, vedeva le stelle. Lui, pittore, pensò a Mirò, al Van Gogh della Notte stellata. E si ricordò di letture antiche, di Pirandello, di Ciàula che scopre la luna, quella luna che lui adesso scopriva a Craco…». 

 

viv@voce

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