SAVA (Ta). “Na morra ti femmini? Embè, puei si benchiunu li maschuli!”
Come assistere ad un dialogo, in perfetto dialetto savese, con una concezione arcaica
Due savesi in Piazza parlano dei loro figli sposati e dei nipoti che li hanno fatti nonni. Il tema è la nascita di una bimba di poche settimane.
Il primo dice al secondo: “Beh cè è bbuta fijita?”
“Notra femmna”, risponde il dirimpettaio.
Il primo: “E ca quanti fili teni?”
Il secondo: “Tinìa tò femmini e mò è nata lotra”.
Il primo: “E nò se cuntientu?”
Il secondo: “Ca comu!”
Il primo: “E cà ti cè stà preoccupi allora?”
Il secondo: “Jata a loru”.
Il primo: “Piccè jata a loru?”
Il secondo: “E viti bellu bellu. Na morra ti femmini sta nasci …”
Il primo, lapidario: “E puei si benchiunu li masculi”.
Il secondo: “Li murtacci tua!”