Truffa da 2 milioni di euro al casinò di Montecarlo con assegni rubati
Un italiano condannato a diciotto mesi di carcere senza condizionale e a risarcire il danno
Un milanese, il genio della truffa, è stato processato in contumacia e condannato per un colpo da 1,8 milioni di euro tentato e riuscito al casinò di Montecarlo. Sfrontato, faccia tosta, indubbia abilità, aplomb e una notevole predisposizione a truffare il prossimo, ingredienti lanciati sul tavolo dell’azzardo che hanno consentito a Paolo Gigli di giocare al casinò senza spendere un euro.
E’ il marzo del 2009. L’uomo, si presenta nell’ufficio della società che gestisce i fidi bancari e comunica che è sua intenzione di “giocare forte”, qualificandosi come custode giudiziario, nominato dal Tribunale di Lodi, delegato alla vendita di alcuni beni di proprietà del suo defunto genitore.
Doveva solo scambiare i titoli ricevuti con contante. Si fa consegnare a più riprese “fiches” per un ammontare complessivo di 1,8 milioni di euro e lascia al cassiere, come garanzia, diciotto assegni. Perde tutto e quando ritorna all’ufficio fidi compila gli assegni che aveva lasciato al cassiere. Ma, casualmente, commette un errore nello scrivere la cifra. E non ha altri assegni con se. Solo un caso? o una truffa studiata a tavolino?
Non potendo saldare il conto assicura che appena rientrato in Italia coprirà il debito con un bonifico bancario. Ma, ovviamente, non solo non paga, fa perdere le sue tracce. Le ripetute richieste di saldare il debito da parte della casa da gioco monegasca si sono perse nel vuoto.
E alla fine tre giorni dopo è stato denunciato alla procura del Principato. Al processo l’uomo non si è visto. Il presidente del Tribunale ha evidenziato come tutta l’operazione sia stata il frutto di un piano ben congegnato per truffare il casinò ed ha condannato l’italiano a diciotto mesi di carcere senza condizionale e al risarcimento del danno. Nel confronto del truffatore è stato spiccato mandato di cattura internazionale.
Vincere soldi facili è il sogno di ogni gambler, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. Un sogno talmente forte che alcuni sono disposti persino a tentare di barare o di truffare i casinò, pur di viverlo. In molti ci hanno provato, ma pochissimi sono quelli che possono vantarsi di avercela fatta senza conseguenze.