2° Congresso dell’Unione Sindacale Territoriale Cisl Taranto Brindisi. Relazione di Antonio Castellucci, segretario generale

2° Congresso dell’Unione Sindacale Territoriale Cisl Taranto Brindisi. Relazione di Antonio Castellucci, segretario generale

Nota stampa

“Un caro saluto ed un ringraziamento per aver accolto il nostro invito a partecipare al 2° Congresso dell’Unione Sindacale Territoriale Cisl Taranto Brindisi, alle Autorità, agli Ospiti, alle rappresentanze politiche, ai Colleghi di Cgil e Uil di Taranto e di Brindisi, ai rappresentanti del mondo dell’Associazionismo, ai Colleghi Segretari Territoriali, ai colleghi componenti della Segreteria regionale e agli ex Segretari Cisl di Taranto e di Brindisi.

                Oggi salutiamo Daniela nel suo ruolo ancor più impegnativo di Segretario generale della Cisl di Puglia e Basilicata e, inoltre, ringraziamo amichevolmente Giovanna Ventura, Segretaria Confederale, per essere qui tra noi nonostante i numerosi impegni; a lei affidiamo le conclusioni di questo secondo congresso.

                Grazie a tutti voi amiche e amici congressisti per la vostra presenza, grazie ai Segretari generali e alle segreterie di tutte le Federazioni per la capacità di analisi e di proposte contenute nelle rispettive relazioni e mozioni finali congressuali che sono patrimonio collettivo già consegnato alla storia della Cisl Taranto Brindisi.

                Grazie ai componenti del Consiglio Generale uscente per il prezioso ruolo svolto in questi anni e per l’apporto sempre assicurato, all’intera organizzazione. Grazie ai nostri Responsabili delle Unioni Sindacali Comunali, delle leghe, alle operatrici ed agli operatori dei nostri Servizi, Enti ed Associazioni.

                Tramite tutti voi, la nostra riconoscenza e gratitudine si estende alle migliaia di donne e uomini, di pensionate e pensionati, di immigrati, di giovani, di attivisti,  che, in forma volontaria, operano nelle nostre prime linee, in ogni comune, in ogni azienda, in ogni posto dove portano tutele, assistenza e speranza.

                Questo avviene nei grandi, come nei piccoli luoghi di lavoro, nei capoluoghi di Taranto e di Brindisi fino ai più piccoli comuni, contesti in cui ciascuno di loro si conferma portatore dei nostri valori fondativi: l’autonomia, il pluralismo, la partecipazione, la contrattazione e la solidarietà.

                La nostra Cisl, con tutte le sue articolazioni, è per una politica alta, rigorosa e pragmatica, moderna, di visioni lungimiranti e di iniziative che diventano coerenti nel lavoro quotidiano della rappresentanza e della tutela; rispettosa inoltre, delle regole e del codice etico, liberamente approvati sovrintendendo alla nostra democrazia interna e all’etica di questa nostra grande organizzazione.

                Per la persona, per il lavoro, è il nostro slogan!

                Attraverso la locandina di questo congresso, abbiamo voluto rappresentare la Cisl come una grande rete, diffusa ovunque, con tutte le sue categorie, gli enti e le associazioni, a servizio della persona, del lavoratore.

                Questa per noi è confederalità!              

                Il percorso congressuale della Cisl Taranto Brindisi in rappresentanza di oltre 62mila associati si conclude oggi. È iniziato dai luoghi di lavoro e dal territorio con tantissimi iscritti delegati, quadri, dirigenti, ed è stata un’occasione non rituale ma, di vero confronto interno, un’autentica opportunità di analisi e di sintesi, che ci ha permesso di condividere nello stesso tempo idee e strategie, anche di carattere vertenziali per lo sviluppo di queste aree.

Tale percorso ci ha consegnato e confermato una Cisl coesa, trasparente, capace di analisi, di studio, di proposta, di comunicazione, di forte iniziativa politica, articolata nel territorio e centrale nell’azione di rappresentanza e di tutela di lavoratori, pensionati, cittadini, consumatori, giovani, immigrati e disoccupati; insomma una dimostrazione di grande maturità e protagonismo sindacale.

                Abbiamo discusso come poter creare occupazione aggiuntiva in particolare quella giovanile e delle donne, come poter ottimizzare la pubblica amministrazione, la qualità della Scuola, così come valorizzare altri settori produttivi oltre quello industriale, da quello agricolo a quello del terziario; ma nello stesso tempo abbiamo discusso anche di come promuovere la difesa dell’ambiente con processi eco-sostenibili  in settori come quello industriale, della chimica e dell’energia, per migliorare sempre più, la qualità della vita delle persone.

                Abbiamo anche raccontato il tantissimo lavoro fatto in questi anni dalla Nostra Segretaria Generale Annamaria Furlan, alla quale confermiamo sostegno politico e vicinanza umana, con la Segreteria, per i risultati conseguiti. Tanti gli accordi firmati con le diverse associazioni datoriali in tema di relazioni sindacali, l’accordo sulla previdenza, i tavoli aperti con il Governo, il protocollo per il Pubblico Impiego, i rinnovi dei contratti nazionali di categoria dall’agroalimentare ai metalmeccanici, agli elettrici ecc.

                In questa importante giornata per la nostra organizzazione sentiamo il dovere di ricordare i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso la vita lavorando, i nostri amici dirigenti che non sono più tra noi ma che ci hanno lasciato in eredità l’ottimo ricordo della loro dedizione, della loro passione sindacale, del loro impegno quotidiano, della buona battaglia civile e sociale che li ha sempre caratterizzati nei diversi contesti in cui essi hanno operato per lungo tempo. Ricordiamo, in particolare: Bruno Acquaro, Giuseppe Abbrescia, Gaetano Donatone, Domenico Bruno e Marcello Palmieri.

                Nei quattro anni passati, il corso della storia ha registrato diffusi e profondi cambiamenti ai vari livelli, da quello internazionale, europeo fino a quello nazionale e locale. Tali cambiamenti pongono oggi, anche al sindacato, questioni meritevoli di analisi e di proposta.

Pensiamo che debbano essere la democrazia rappresentativa, la partecipazione, l’inclusione, il welfare, l’accoglienza e la giustizia sociale a dover vincere sulle pulsioni populiste, sulle demagogie, sui radicalismi, sul terrore internazionale, sui rischi di totalitarismi anche economici oltreché politici, sulle spinte particolarmente presenti in Europa verso improbabili destini separati delle Nazioni aderenti, ovvero verso un sistema cosiddetto a doppia velocità.

Paesi come Cina, India, Corea, Indonesia, Thailandia, Polonia, hanno nello stesso periodo registrato un tasso di crescita superiore di almeno 4 o 5 volte superiore rispetto ai Paesi prima più ricchi; il rapporto del reddito globale, insomma, si è ribaltato.

                Questi Paesi continuano a prevalere sul mercato internazionale, coniugando bassi salari e scarsi diritti contrattuali e paradossalmente contando su un’alta specializzazione dei processi produttivi; di fatto, la grave crisi che ha colpito l’economia e l’industria in Europa ha prodotto una serie di effetti nel nostro Paese, tanto da fermare il processo di sviluppo di quasi tutti i settori produttivi.

                Un uomo, una donna, un giovane, realizzano sé stessi attraverso il lavoro che è innanzitutto dignità, partecipazione nel luogo di lavoro e di conseguenza nel sociale.

                Non esiste cosa più virtuosa di questa.  Non rimane dunque che programmare il futuro partendo dai valori etici, economici, costituzionali su cui si fondano le società democratiche, altrimenti le stesse società imploderanno con conseguenze che non osiamo immaginare.

                L’elezione di Donald Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti, divenuto contro ogni previsione il leader della più grande potenza mondiale, ha dato corpo ad una sorta di rivincita di un ideale manifesto politico dei nazional-populismi di cui bisogna prendere atto.

                Sul versante prima degli Stati Uniti, e comunque anche su quello europeo si è determinato uno scenario politico ed economico pieno di incognite e, al contempo, anche di forte instabilità.

La sequenza di eventi che si sono succeduti, dagli attacchi terroristici in Belgio, Francia, Germania, alla Brexit, pulsioni anti-europeiste della Destra francese (in caso di vittoria nell’imminente corsa alle elezioni presidenziali) fino alla recente esternazione della Cancelliera tedesca Angela Merkel (in un contesto, anche in tal caso, di campagna elettorale) sul futuro dell’Unione europea a “differenti velocità”, ha generato tanta incertezza politica e sociale.

                La crisi cominciata nel 2008 ha coinvolto la maggioranza dei Paesi europei, nel frattempo divenuti 28, ed è difficile uscirne; la ripresa lenta è obiettivamente  inadeguata, con squilibri di ricchezza e di reddito tra fasce sociali e territori con un incredibile avanzo commerciale della Germania che, nei fatti, detta tempi e modalità alle altre economie nazionali.

                Il processo lungo e difficile dell’integrazione, per troppo tempo fondato sulla fiducia reciproca tra Stati e su una visione di progresso “dei popoli europei”, oggi viene guardato con sofferenza e con quella sorta di ostilità che oramai è divenuto il terreno fertile in cui si radica, anche nel nostro continente e nel nostro Paese, il populismo pericoloso prima evocato.

                Noi pensiamo che il progetto Europa sia un processo oramai irreversibile, dove l’intero movimento sindacale confederale è chiamato a dare anche il suo contributo politico-sindacale; pensiamo che le Istituzioni europee debbano essere ripensate e rilanciate nei segni della cooperazione, della solidarietà, della coesione, della crescita economica ed occupazionale, attraverso una scelta che dovrà decidere di avviare un percorso vero di politica comunitaria.

                Una Europa unita deve esser capace di riscrivere il suo “Statuto economico”, di “ripensare le politiche di bilancio ed indirizzare le scelte economiche e sociali dei Governi” se vuole davvero arginare il populismo e ridare fiato al processo di integrazione tra popoli diversi.

                In tale quadro, come ha sollecitato più volte nelle ultime settimane il Presidente della Repubblica, l’Italia sarà tanto più credibile “quanto più sarà in grado di coinvolgere le parti sociali nelle sue decisioni, dimostrando di saper lavorare per la coesione sociale”.

                Sul piano nazionale, in realtà, l’esito del referendum costituzionale di inizio dicembre u.s. che ha sconfitto la proposta riformista del Governo Renzi, le relative dimissioni e la formazione di un nuovo Governo con un dibattito ancora aperto sulla nuova legge elettorale per Camera e Senato, ha determinato il rischio di collocare il nostro Paese politicamente, economicamente e socialmente, in modalità stand by.

                Ma più che conoscere la data delle prossime elezioni, così come abbiamo ribadito più volte, i cittadini hanno bisogno di un Governo nazionale stabile, riformista e che sappia dare risposte sui temi del lavoro, della lotta alla povertà, dell’equità fiscale, della previdenza e dei rinnovi contrattuali.

                Auspichiamo, dunque, che l’interesse generale del Paese prevalga su tutto per i destini presenti e futuri delle italiane e degli italiani.

                Non  possiamo esimerci dal fare un riferimento alla sequenza impressionante di calamità e catastrofi naturali che hanno colpito l’Italia centrale, a partire dallo scorso agosto, e ribadiamo la nostra convinta solidarietà e concreta vicinanza alle migliaia di cittadini che hanno subito non solo la morte di familiari, molti dei quali bambini, ma anche la distruzione delle loro case.           

Auspichiamo pertanto, per queste popolazioni, che ci sia un’accelerazione sui lavori per una ricostruzione rapida di queste zone devastate.

                Al riguardo, pensiamo di interpretare a nome di tutti i presenti,  il riconoscimento del lavoro molto silenzioso dei Vigili del Fuoco, degli Operatori sanitari e della Protezione Civile e delle altre strutture dello Stato (forze dell’ordine e militari), delle migliaia di volontari che hanno salvato e salvano, con tanta umanità e professionalità, vite umane, proponendo al Paese un modello di impegno generoso e responsabile nel segno della partecipazione, della coesione sociale e della solidarietà, così come più volte sperimentato nei momenti più difficili, spesso anche tragici del nostro Paese.

                Ormai sono trascorsi circa 10 anni dalla più grande crisi economica mondiale, e in tutto questo tempo, fino al 2014, l’Italia ha registrato un meno 34,38% di investimenti. La crescita del Pil dal 2008 è risultata agli ultimi posti dell’Eurozona in termini di crescita annui e se nel 2016 esso è stato dello 0,9% le previsioni sono al ribasso per il 2017 e il 2018. Nel Mezzogiorno, in particolare, tra il 2008 e il 2016 tutti gli indicatori comparati con il Centro-Nord sono peggiorati.

                Il Paese, in un quadro di grande stagnazione e di deflazione come l’attuale, necessita perciò di politiche redistributive pluriennali e strutturali, mettendo mano all’Irpef e riformandola strutturalmente a favore delle aree sociali medie e basse.

                Vi è necessità, a questo punto, di una correzione organica del sistema fiscale vigente perché crea disuguaglianze, bisogna superare la logica dei bonus o di misure tampone.

                E’ ineludibile, al contempo, una politica industriale vera che colga l’opportunità seppure ancora da discutere del Progetto Industria 4.0, che necessariamente deve riguardare non solo quello dell’industria, in senso stretto! Bensì se vogliamo uno sviluppo forte e determinante è anche necessario poter e dover rilanciare con Industria 4.0, un processo di modernizzazione di investimenti pubblici e privati anche degli altri settori produttivi.

                La nostra priorità è stata, è e sarà, il lavoro regolare e una maggiore occupazione che non si crea per legge né con i soli continui annunci ma riposizionando, rilanciando e determinando politiche economiche, formando competenze coerenti con i mutamenti tecnologici, adottando, ove possibile, una nuova organizzazione del lavoro, consorziandosi, unendo le idee e i progetti attraverso un processo di partecipazione più competitivo e di estrema qualità.

                Ulteriore aspetto delle questioni da noi osservate riguarda quanti perdono il lavoro oppure sono in cerca del primo impiego, e quali politiche attive collegate al Jobs Act.

                Molto efficace è stata in questi mesi l’azione messa in campo dall’Arcivescovo di Brindisi, S.E. Domenico Caliandro, che ha catalizzato l’attenzione verso la questione lavorativa giovanile, attraverso varie iniziative sul territorio brindisino, dove il problema lavoro ai giovani è stato l’elemento di discussione.

                La disoccupazione giovanile si conferma il grande problema, il cuore delle criticità, e nel nostro Paese ha raggiunto ormai livelli inaccettabili.

                È necessario introdurre  più misure di premialità contributiva e/o fiscale per le imprese che rispettano leggi e contratti, per le imprese che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettive occupazionali, è fondamentale sostenere, sia la formazione continua, promuovendo i Fondi interprofessionali che valorizzare l’apprendistato duale, per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione che possa aprire concretamente le porte del mondo lavorativo.

                Sosteniamo ancora, che dovrà essere implementato il percorso di alternanza scuola-lavoro, contrastato l’abbandono scolastico, e che si debba intervenire sui tirocini extracurriculari smascherando il lavoro sottopagato; così come auspichiamo  che sia sostenuto il vero lavoro autonomo e venga affrontata la questione dei voucher, che finora non hanno centrato l’obiettivo della riduzione del lavoro sommerso. Per queste ragioni diciamo  che dovranno essere  impiegati solo ed esclusivamente per prestazioni meramente occasionali, e non più utilizzati nel settore agricolo e dell’edilizia.

Gli studenti, al termine dei percorsi scolastici, devono avere tutte le chance per poter entrare nel mondo del lavoro, nelle imprese, con incentivi economici seri, ma serve un piano comprensivo di investimenti dedicato appunto alle fasce giovanili.

                È necessario qualificare e ridurre l’eccessiva frammentazione e dispersione dei progetti di investimento al Sud e che il Governo e le Regioni  accelerino la spesa e l’apertura dei cantieri di lavoro sui progetti programmati, sulle infrastrutture per esempio, rafforzando allo stesso tempo il ruolo del partenariato sociale nella interlocuzione con la Cabina di regia istituita dal Governo e che noi chiediamo venga istituita anche a livello regionale. In questo modo il settore edile potrà finalmente riprendere respiro.

                Ci piace segnalare e fare nostra la profonda sollecitudine dei Vescovi del Sud i quali, riuniti a Napoli i giorni 8 e 9 febbraio scorso, in preparazione della prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani (26-29 ottobre a Cagliari) si sono interrogati sui temi della disoccupazione e del lavoro dei giovani nel Mezzogiorno.

                “Insieme ai giovani e a partire dai giovani interveniamo come vescovi per cercare e per dare speranze realiste a quella moltitudine, a quel popolo giovane costretto a sopravvivere o ad emigrare – ha affermato tra l’altro nella sua prolusione l’Arcivescovo di Taranto, S. E. Filippo Santoro.

                Siamo pronti, senza esitare, a lavorare insieme, con le due Diocesi a contrastare definitivamente la piaga della disoccupazione giovanile sui nostri territori, stimolando le Istituzioni locali, la politica e gli stessi giovani a non arrendersi, mettendo a disposizione l’intera nostra organizzazione.

                Siano queste le iniziative verso un primo passo che porti alla traduzione degli impegni in atti concreti e gli investimenti in lavoro.

                La nostra azione sindacale quotidiana è per il bene comune dell’associato e della sua famiglia e quindi della società. Spesso assistiamo ad una delegittimazione dei sindacati da parte di chi non ritiene importante il ruolo e l’azione conseguente.

Bene ha fatto la nostra Cisl Interregionale, lo scorso 8 marzo, organizzando una tavola rotonda durante la quale è stata presentata una ricerca scientifica in collaborazione con l’Università di Bari e la nostra Fnp, sulla percezione dei giovani sul sindacato confederale.

                I risultati sorprendenti per alcuni aspetti, ci impegnano ma ci pongono di fronte ad alcune domande:

•             come sindacato, come Cisl, corrispondiamo alle loro attese, ci facciamo comprendere?

•             possiamo coinvolgere di più i giovani, come?

Il risultato dello studio fa riflettere. Evidenziamo che il 93,5% del campione esaminato ha sentito parlare di sindacato attraverso i mass-media, la famiglia e la scuola (27% tv, 23% famiglia, 20% scuola). Il 73% del campione ha fiducia nel sindacato e ritiene che la sua azione serva a difendere lavoratori ed aziende.

Il 77% del campione ritiene che le oo.ss non sono superate, e  ben il 66% ne ha un giudizio positivo.

Emerge da questa indagine anche un dato che ci deve impegnare particolarmente e cioè che i giovani non sono molto interessati a partecipare e quindi non sono per una cittadinanza attiva.

Se consideriamo i due milioni di giovani che non lavorano e non studiano e che un quinto dei ragazzi italiani non finisce il percorso scolastico, si coglie tutta l’urgenza della questione, che va posta come priorità assoluta del Paese.

Il costo che lo Stato ha impegnato per formare gli italiani che sono emigrati dal 2008 al 2014 è stato di oltre 20 miliardi di euro: risorse consegnate ad altre nazioni. A conferma di ciò, ad esempio i medici nel 2009 andati a lavorare fuori Italia erano poco meno di 400, mentre nel 2014 i giovani medici sono diventati oltre 2000. Una perdita enorme in termini di risorse umane, assistenza medica e ricerca scientifica, è solo la nostra società a perdere. Ed il Sud ne paga le conseguenze maggiori.

L’espressione ripetuta anche nella visita delle scorse settimane al CNR di Lecce, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella “Il Mezzogiorno come volano per la ripresa del Paese” meriterebbe più incisività nell’azione di Governo e maggiore centralità nella proposta politica nazionale. E comunque non vogliamo un Paese a due velocità!

Il nostro auspicio è che l’azione amministrativa di chi è stato eletto al governo delle Regioni, delle Province, dei Comuni del Mezzogiorno, recuperi un orgoglio di appartenenza e cominci a ragionare in termini di sistema, di rete, non più di campanile e meno che mai di rapporti diretti più o meno privilegiati con i Governi considerati amici a seconda del colore politico delle maggioranze che li sostengono.

Rilanciamo dal nostro 2° congresso Cisl Taranto Brindisi che il Mezzogiorno sia assunto come priorità assoluta da tutte le forze istituzionali, politiche, sociali, imprenditoriali, professionali,  associative, con Patti Sociali a livello territoriale per lo sviluppo e l’occupazione.

Perché sviluppare le aree del Mezzogiorno significa rilanciare il futuro civile, sociale ed economico dell’intera Italia!

Negli ultimi mesi dell’anno passato, l’utilizzo da parte  dell’Italia dei Fondi Strutturali Europei ha registrato un’impennata positiva, portandola al di sopra della media UE, ma i risultati che derivano dai progetti finanziati o cofinanziati con tali risorse sono, specie nel Mezzogiorno, alquanto deludenti per crescita e relativa occupazione.

Cause da ricercare in una progettualità poco lungimirante, nell’assenza di capacità della Pubblica Amministrazione che si rivela poca efficiente, e per una corruzione che purtroppo persiste e che riesce ancora a contagiare parte del sistema.

Per quanto concerne, invece, i nostri territori, menzioniamo le misure che riguardano Ilva e l’istituzione da gennaio scorso, per un periodo massimo di 36 mesi, di un’Agenzia portuale per la somministrazione del lavoro e per la riqualificazione professionale, funzionale nel nostro caso, a sostenere l’occupazione e accompagnare la riconversione industriale ed il contestuale rilancio del Porto di Taranto.

Un risultato, questo,  raggiunto grazie anche all’ottimo lavoro di squadra tra confederazioni, categorie, Istituzioni territoriali, autorità portuale e in particolar modo all’impegno profuso dal Vice Ministro Teresa Bellanova, a cui rivolgiamo un caro saluto, ringraziandola per l’attenzione che ha sempre avuto per la sua Puglia.

Il decreto Sud, convertito in Legge, è entrato in vigore l’1 marzo scorso, oltre ai due interventi sopra citati, ha tra l’altro corretto e rafforzato il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, valutato positivamente dalla nostra Confederazione.

                Pertanto, territorialmente riteniamo che i contenuti della legge sono funzionali al processo di rilancio dello sviluppo economico, occupazionale e culturale, già avviato nell’area di crisi industriale-ambientale di tutta l’area ionica, a seguito anche del Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis) per l’area di Taranto, sottoscritto dal Governo con Regione Puglia e Istituzioni territoriali, per un totale di oltre 850 milioni di euro, a cui assegniamo particolare importanza consapevoli di poter contare sulla  professionalità e grande competenza del dott. Giampiero Marchesi, responsabile della struttura di missione di Palazzo Chigi, con tutto il suo staff.

Auspichiamo che il Cis possa essere lo spartiacque di un modo nuovo di operare sul territorio, utilizzando il metodo della condivisione con tutti gli attori sociali, e finalizzando i percorsi alla realizzazione delle opere. Chiediamo che, rispetto ai contenuti degli interventi, quali riqualificazione urbana, recupero della città vecchia di Taranto, bonifiche ambientali, Porto, infrastrutture, si proceda più speditamente possibile e che i freni burocratici non ritardino ulteriormente l’avanzamento progettuale e/o l’apertura dei cantieri.

In ogni caso, l’occasione del Cis potrà dirsi colta compiutamente se l’azione pubblica sarà ispirata anche ad una possibile clausola sociale, che deve riguardare aziende e lavoratori del posto, vigilando con le autorità preposte, sia sui tempi di realizzazione che sul buon impiego di ogni euro erogato, investito e speso, vigilando su eventuali  infiltrazioni malavitose.

Evidenziamo il lavoro molto importante di studio e risanamento a cui è impegnato il Commissario per le Bonifiche, relativamente al territorio di Taranto per il quale vorremmo che ci fosse maggiore impiego di forza lavoro locale in modo da rendere, al più presto, l’intera area, Mar Piccolo compreso, compiutamente sostenibile dal punto di vista ambientale, restituendola alla vivibilità dei lavoratori impegnati, in particolare all’interno del siderurgico e dai cittadini che vivono all’esterno.

Vorremmo invece altrettanta attenzione e sensibilità sui processi di bonifica, da parte del Governo Nazionale  e Regionale per Brindisi, vista anche la presenza di grandi impianti industriali (per esempio: centrale elettrica, petrolchimico) ed aree da bonificare.

Contestualmente continueremo a batterci perché sia predisposto per i due territori, dalla Regione Puglia, un Piano sanitario efficace ed appropriato alle emergenze, alle cure e alla prevenzione sanitaria e all’ammodernamento tecnologico dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie, che fino ad oggi ha penalizzato Taranto ed in particolar modo Brindisi, a differenza invece, di quanto riconosciuto e mantenuto in essere, in termini di presidi ospedalieri nelle altre province pugliesi, pur non avendo esse le problematiche ambientali delle due nostre province.

Con riferimento, poi, alla vertenza Ilva di Taranto, prima acciaieria europea per capacità installata, le risorse messe in campo danno evidenza alle priorità che abbiamo sempre sostenuto: ambiente-occupazione-salute-sicurezza, vero e proprio paradigma che per noi dovrà essere rispettato rigorosamente e senza alternativa alcuna.

Le due cordate che si sono proposte con una offerta vincolante per rilevare l’azienda sono :

•             Am Investco Italy (ArcelorMittal (all’85%), Marcegaglia (il 15%) e Banca Intesa Sanpaolo;

•             AcciaItalia (Arvedi al 10%) – Jindal south west (il 35%) – Cassa depositi e prestiti -Delfin Luxottica (il 55%).

                Entrambe hanno indicato un piano ambientale, adeguato con le prescrizioni dettate dal Ministero dell’Ambiente, un piano industriale e la somma da versare per l’affitto dell’azienda, e il successivo acquisto.

                A partire dal 6 marzo u.s., le offerte sono valutate dall’advisor finanziario dell’amministrazione straordinaria (Leonardo&Co.) che esprimerà il proprio giudizio sulla congruità delle stesse e sulla sostenibilità dei piani industriali, anche nella prospettiva di medio lungo termine; tale valutazione si chiuderà presumibilmente a metà aprile con la relativa aggiudicazione ad una delle due cordate.

                Quella aggiudicataria avrà poi 30 giorni per presentare domanda di approvazione del proprio piano ambientale che avverrà con un Dpcm entro settembre e successivamente si avvierà  il trasferimento degli asset al soggetto che ha acquisito l’Ilva.

                Nel frattempo si è attivato un tavolo di confronto al Mise e presso la Regione Puglia per la gestione della Cigs del personale diretto, dove saranno discussi e stabiliti anche percorsi formativi e di riqualificazione dei lavoratori coinvolti.

                Contestualmente chiediamo, insieme a tutto il coordinamento industria della Cisl, che ha dimostrato sempre massima attenzione ai problemi del settore su entrambi le province, un ulteriore tavolo di confronto per la soluzione dei problemi delle migliaia di lavoratori dell’indotto e dell’appalto, che di fatto sono senza coperture di ammortizzatori sociali e che quindi rischiano seriamente di restare senza lavoro e senza reddito.

                Ci aspettiamo, pertanto, al più presto, dalla Regione un coinvolgimento con le Istituzioni e le parti sociali, ai vari livelli, al fine di poter individuare soluzioni per i dipendenti diretti dell’Ilva e per tutti i dipendenti delle aziende dell’appalto e dell’indotto.

A Brindisi invece, sarà sempre più necessario portare a sintesi le diverse visioni politiche, riscoprendo i valori costituzionali collegati al ruolo fondamentale di tutti gli schieramenti, nessuno escluso, sia di maggioranza che di opposizione, che dovranno aprirsi sempre più al confronto corresponsabile con le forze sociali ed imprenditoriali del territorio, per favorire una visione condivisa, partecipata e responsabile, capace di mettere in rete tutti i comparti produttivi, implementando la cultura dello sviluppo in una pubblica amministrazione che sia capace, finalmente, di accompagnare, monitorare e promuovere la crescita.

                Brindisi, viste le grandi potenzialità esistenti sul territorio in tutti i settori produttivi, non ha bisogno di crisi continue, bensì necessita di un’alleanza per lo sviluppo, di un Patto sociale da far condividere e far propri non solo con il Governo Centrale ma anche Regionale, individuando la Prefettura quale luogo Istituzionale di coordinamento dei diversi soggetti in campo.

                I punti di attacco per Brindisi così come per Taranto, non potranno che essere industria 4.0, welfare, bonifiche, così come le politiche sanitarie e socio-sanitarie, i Fondi europei, attrazione degli investimenti, trasporti e costruzioni, attraverso una rete infrastrutturale adeguata e ammodernata, un rilancio dell’agricoltura di qualità, una chimica di eccellenza, una università autonoma oltre ad un sistema di servizi, commercio e turismo che possa rispondere alle esigenze di una parte della Puglia che vuole rialzare la china.

Non intravediamo altri percorsi possibili a Taranto e a Brindisi dove i dati statistici della disoccupazione non consentono altri ritardi, infatti la media è del 40% mentre quella giovanile è intorno al 60%, dunque l’apporto attivo della rappresentanza politica territoriale, regionale e parlamentare sarà senza dubbio determinante per discutere, elaborare e realizzare un futuro di speranza ma anche di occupazione aggiuntiva reale e di definitiva concretezza rispetto alle cose da fare.

L’interlocuzione con le istituzioni a Taranto è divenuto, negli ultimi anni, snodo fondamentale declinato con tempi rapidi, in progettazione e spesa. Vorremmo fosse così anche a Brindisi.

Per tutte queste urgenze abbiamo accolto positivamente il ripristino di un dicastero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, affidato all’economista Claudio De Vincenti che, peraltro, ben conosce ormai questo territorio.

Tale scelta del Governo non l’abbiamo interpretata affatto come ritorno al passato, anzi come la continuazione di un cammino sulla strada della crescita ancor più accelerata per questo pezzo della Penisola.

In questi anni abbiamo condiviso e lavorato bene con Cgil e Uil di Taranto e di Brindisi, su percorsi di possibile risoluzione delle diverse vertenze legate alla salvaguardia del nostro sistema produttivo, allo sviluppo, alle questioni ambientali, alle battaglie contro il lavoro nero, il caporalato, la criminalità e la sicurezza sul lavoro.

Crediamo che sia importante far divenire i due territori protagonisti di un laboratorio, che punti ad aumentare la velocità del rinnovamento delle parti più arretrate delle due economie, attraverso percorsi di maggiore coinvolgimento della stessa Confindustria, investendo in innovazione, in un moderno sistema delle relazioni sindacali, nella produttività e nella contrattazione di secondo livello che dovrà occuparsi sempre e meglio del welfare aziendale, importante supporto per i lavoratori e le famiglie.

La struttura sociale della popolazione italiana è mutata profondamente, anche per effetto della presenza di immigrati che di fatto sono una ricchezza umana, sociale ed economica, ma che purtroppo contengono anche criticità da risolvere. Si studia di più, si esce dalla famiglia più tardi, si trova lavoro più avanti nell’età, maggiori sono le difficoltà a stabilizzare i percorsi occupazionali, sono maggiori i rischi di perdere il lavoro man mano che aumenta la fascia degli anziani.

Per il futuro, quindi, la prospettiva dei bisogni e delle situazioni di disagio  da sostenere appaiono in decisa crescita e il sistema del welfare è chiamato ad affrontare queste sfide.

Sviluppo del territorio per noi significa anche dare rispetto in termini di bisogni di salute, assistenza e benessere. Rilanciare la concertazione sociale significherà continuare a lavorare sinergicamente come ha fatto il Coordinamento Politiche Sociali della Ust in questi anni perché anche questo segmento possa diventare occasione di sviluppo.

Abbiamo strumenti messi a disposizione dalla confederazione nazionale come la banca dati Aida e Ocsel, che possono aiutarci di più nel confronto con le amministrazioni comunali sui bilanci, sulle imposizioni fiscali, sulle tariffarie locali e sulla finalizzazione di risorse adeguate per i servizi sociali, arginando l’indisponibilità degli Enti Locali, nonostante gli accordi sottoscritti con l’Anci, sia a livello nazionale che regionale, ad un confronto corretto nei tempi e nei modi.

Insomma, bisogna rendere il welfare strumento non solo redistributivo, ma anche di inclusione sociale fondato sui servizi, in grado di dare garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA), in tutto il territorio nazionale, implementare la diffusione della medicina sul territorio con particolare riguardo alla prevenzione e alla riabilitazione.

Abbiamo svolto un lungo lavoro sui temi del riordino sanitario come Coordinamento territoriale e della Usi, che ha prodotto l’accordo del 12 dicembre scorso, sottoscritto unitariamente dal livello confederale regionale e il Governatore della Regione Puglia, che è anche Assessore alla sanità.

L’accordo consente di istituire ed avviare un tavolo di concertazione territoriale, quale strumento permanente di confronto e partecipazione sulla programmazione ed il monitoraggio della rete dei servizi sanitari e socio sanitari, allo scopo di svolgere un lavoro comune per dare risposte appropriate ai cittadini.

Il nostro impegno, in tal senso, proseguirà forte ed incessante, con i Direttori generali di Brindisi e Taranto, con i quali abbiamo sottoscritto accordi per un percorso concertativo auspicando che venga rispettato per il bene della comunità, nel quale sono stati individuati fondamentalmente alcune priorità di intervento, che vorremmo venissero realizzate.

È strettamente legato all’efficienza in campo sanitario l’apporto dei lavoratori dipendenti pubblici, in mancanza dei quali non è possibile organizzarla in modalità funzionale alle esigenze dei cittadini, a fronte della stragrande maggioranza dei modelli organizzativi che oggi caratterizzano gli Enti Pubblici, con strutture spesso disarticolate.

L’accordo quadro con il Governo, sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego e scuola, sottoscritto il 30 novembre scorso, che di fatto ha scongiurato un tentativo di sostituire la contrattazione con la legge, ha aperto una nuova strada, lunga, difficile, ma in grado di spostare l’asticella del confronto a un livello adeguato che richiede sicuramente impegno.

Si pensi alla Scuola e alla sfida lanciata da chi ha preteso di porre mano a un disegno di riforma prescindendo totalmente da un’analisi approfondita e competente del sistema, delle sue debolezze, delle sue reali esigenze di innovazione. Il legislatore ha eluso ogni confronto con quei mondi, che per livelli di conoscenza, esperienza e professionalità avrebbero certamente contribuito a rafforzare la qualità del progetto, evitando le tante debolezze e incongruenze delle quali ha poi dato evidente prova.

Eppure la Scuola, come l’Università, costituiscono fattore strategico nello sviluppo non solo economico, ma soprattutto sociale e culturale delle persone, della comunità e del territorio. Per queste ragioni, come Cisl, vogliamo contribuire a rilanciare definitivamente a Taranto e Brindisi l’offerta universitaria.

Potremmo continuare all’infinito nella rappresentazione di tutte le altre vertenze; sono tante e interessano tutti i settori, nessuno escluso, con la medesima importanza, perché parliamo del coinvolgimento delle persone, ma crediamo che oggi sia importante proiettarci in una visione di prospettiva che contenga in sé  progettazione e azione, per poter realizzare un futuro diverso.

Questo non può prescindere da quello che siamo e come vorremmo essere nei prossimi anni come Cisl. La nostra ricchezza come detto, sono i nostri delegati, delegate, rsu, sas, responsabili di lega, responsabili comunali, terminali associativi, insomma tutti,  il nostro mondo variegato, che sempre con tanta dedizione, senso di appartenenza, professionalità contribuisce, ogni giorno, a fare della nostra organizzazione una grande Cisl.

Alla nostra prima linea, ai nostri giovani, la vera frontiera tra gli iscritti e nei territori, abbiamo riservato importanti decisioni assunte all’assemblea Organizzativa del 2015, a Riccione, a partire dalla consapevolezza che a loro va garantito un maggiore impegno di risorse economiche, strumentali, formative, e informative.

E tra la prima linea ci sono le nostre leghe, presidi nel territorio di Taranto in tutti i comuni, sostenute con grande sforzo dalla Fai e Fnp, e tutte le USC (Unioni Sindacali Comunali) per le quali abbiamo elaborato, condiviso e votato un regolamento predisposto dalla Usi Puglia Basilicata, con il preciso obiettivo di riorganizzarle compiutamente, alla luce dei nuovi regolamenti e del codice etico.

Le USC devono continuare a costituire il cuore della nostra confederalità praticata dalle categorie sul territorio, anche se non tutte lo fanno, così come vorremmo che fosse.

In questi ultimi anni, per effetto dei tagli ministeriali, i servizi fiscali CAF e di patronato INAS, sono stati messi a dura prova e con loro, la tenuta sui territori. Nonostante tutto, il patronato, nelle due realtà territoriali in grande sofferenza per gli effetti sociali della crisi, ma anche per i pensionamenti di operatori molto qualificati, ha fatto un lavoro importante. Certamente gli accordi sottoscritti con Fai, Fnp e l’Inas nazionale rispetto ai collaboratori volontari, potranno  dare un grande contributo sia in termini di risposte alle persone che di proselitismo.

Per quanto riguarda, invece, l’offerta dei servizi fiscali, vogliamo continuare a contribuire in termini propositivi ed organizzativi, così come abbiamo fatto in questi anni con Fai, Fnp, alle quali di recente si è aggiunta anche la Filca, finalizzando meglio le risorse, che a diverso titolo, venivano investite.

Prendiamo atto quotidianamente, di quanto sia diventato difficile il lavoro svolto dalla società servizi fiscali Sounire e da tutti i punti caf diffusi nei due territori. Ma responsabilmente riteniamo che bisogna occuparcene soprattutto investendo tra i nostri iscritti, che spesso, non si rivolgono al nostro sistema servizi.

Le nostre associazioni Adiconsum, Anteas, Sicet, completano l’offerta agli iscritti su tematiche non residuali se pensiamo alle truffe, agli inganni sempre in agguato nei confronti del cittadino consumatore, all’emergenza abitativa che soprattutto in questo lungo periodo di crisi ha aggravato, complicandola, la vita di tante persone e famiglie.             Altrettanto importante è il lavoro che svolge la nostra Anteas rivolto non solo alla fascia della terza età, bensì svolge un’azione straordinaria alle persone, immigrati e a tante donne.

                Carissime e carissimi,

                il nostro modo di pensare come Cisl deve e dovrà continuare ad essere una convinzione!  Noi siamo il sindacato!

                La confederalità non è un valore, ma è il nostro valore, è la nostra identità, è la nostra anima, essa deve continuare ad essere l’impulso, la forza della Cisl a tutti livelli.

                Fermiamoci un attimo e facciamo un passo indietro di qualche anno; noi siamo partiti nel 2013, lasciandoci alle spalle le diverse storie, due territori complessi, ma iniziando immediatamente a scrivere le pagine di un’importante storia volta al cambiamento, che ha significato, di fatto, far nascere una nuova Cisl Territoriale, più forte e più consapevole.

                Sono certo che ognuno di noi ha dato tantissimo in questi quattro anni trascorsi.           Grazie a tutti voi, abbiamo presidiato due province, tutte le vertenze territoriali, che ci hanno consentito di tutelare i nostri associati, tantissimi pensionati, gli immigrati, i giovani e le loro famiglie; nonostante ciò non ci possiamo accontentare, la speranza, la forza e la capacità di fare meglio e di più, non ci deve mai abbandonare per rendere sempre più importante la nostra Organizzazione.

                Noi siamo e saremo sempre per il rispetto assoluto delle regole, e per questo mi sento di ringraziare ancora Giovanna, che in particolar modo in queste settimane è stata sempre disponibile attraverso consigli e chiarimenti immediati, e di conseguenza ci ha consentito di lavorare serenamente in questo periodo molto importante per la nostra organizzazione.

                Noi siamo e saremo, come sempre, per la sobrietà e la semplicità, per svolgere lealmente un lavoro sindacale confederale incessante, al servizio dell’organizzazione così come hanno trasmesso coloro che ci hanno preceduto e che oggi tanti di loro, orgogliosamente rivedo.

                Consentitemi a questo punto di ringraziare, la mia famiglia per il supporto continuo e incessante, tutti i segretari generali e tutti i componenti di segreteria di tutte le federazioni, i responsabili e i presidenti degli Enti e delle Associazioni, operatori sindacali, dei servizi, e tutti i collaboratori a vario titolo per il sostegno, la disponibilità e la professionalità dimostrata e offerta concretamente, quotidianamente.

                Ringrazio i miei due colleghi Mariangela Frulli e Piero De Giorgio per la collaborazione continua e per l’armonia che non hanno mai fatto mancare all’interno della segreteria, ma un saluto particolare lo voglio dedicare fraternamente a Piero, eletto qualche settimana fa nella segreteria territoriale della nostra Fnp, uomo di organizzazione ineccepibile ed infaticabile, dirigente sindacale instancabile con un grande senso confederale e innanzitutto di grande generosità e umanità.

                Un grazie infine, a Daniela per un nuovo modo di fare sindacato coerente e pragmatico attraverso un coinvolgimento  continuo di tutte le strutture e che ha saputo, così come ha fatto a Taranto prima e a Taranto Brindisi dopo, creare anche a livello regionale, una rete straordinaria di lavoro e di operatività tra Cisl Interregionale, Federazioni regionali e Ust Territoriali.

                Noi come Cisl, siamo molto orgogliosi del lavoro svolto in questi ultimi quattro anni da tutte le categorie!

                I giovani, il rinnovamento, la confederalità, la tutela dell’iscritto, l’accorpamento, la corresponsabilità, la speranza e la coesione sono valori e obiettivi a cui la Cisl sta lavorando da tempo.

                “La speranza è qualcosa con le ali, che dimora nell’anima e canta la melodia senza parole, e non si ferma mai”.

                W la Cisl !

viv@voce

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