SAVA. Incarichi legali pubblici, una targhetta su di un ufficio e un vespaio di polemiche con annessa denuncia
Quello che a volte alcuni scordano …
A monte c’è un Ente pubblico. Il Comune di Sava. Questo Comune ha tra i suoi diversi uffici anche l’Ufficio del Contenzioso. E ogni qualvolta che il nostro Ente deve dare un incarico ad un legale, per tutelare i suoi interessi, c’è una così detta short list da cui poter attingere il nome del proprio difensore. E fin qui nulla di strano. Poi, particolare importantissimo, c’è un sito istituzionale che ogni cittadino può visionare e da qui prendere visione di tutte le operazioni amministrative che vengono fatte.
E visto che si parla di trasparenza è normale che alcuni cittadini possono sollevare qualche dubbio sulle assegnazioni degli incarichi. Infatti, il sindaco pro tempore nella replica minacciosa al sottoscritto, denuncia-querela, glissa sugli incarichi dati a un legale messapico che, tra l’altro, non era neanche nella short list. Questa era una manovra elettorale? Mah …
E a volte, a pensare male, si azzecca! Ma andiamo all’incarico dato all’avvocato Andrea Milizia che, per la cronaca, e questo si può dire in quanto non è affatto infamante, è stato candidato nelle passate elezioni nella lista del candidato sindaco che allora era lo IAIA.
Ha ricevuto un incarico, non so se è l’unico, di circa 9mila euro per portare avanti una causa del nostro Comune. Ora, non discuto la valenza professione di Andrea Milizia, ma quello nell’articolo ho posto era il perché gli avvocati savesi, quando hanno un rapporto con il nostro Comune, ricevono solo 2000-2500 per il loro lavoro.
La spiegazione che viene data dall’avvocato chiamato in questione è la seguente, in poche parole: “L’importo dell’incarico è determinato dal valore di una causa fatta da una famiglia contro il Comune di Sava per un valore di circa 400.000 euro”. Diciamo che fin qui ci può stare, se professionalmente è così. Ma quello che è saltato agli occhi è stata una targhetta posta nella vicina Fragagnano, sede di uno studio legale.
Su questa targhetta venivano riportati ben 5 nomi di avvocati, tra cui quello di Andrea Milizia e quello dello IAIA. La terminologia logica, alla visione di questo, di uno studio associato ha fatto andare tutte le furie il sindaco pro tempore savese per le affermazioni contenute in risposta all’articolo.
“Non ho mai avuto uno studio associato con Andrea Milizia. Querelo”. La rabbia dello IAIA, nel vedere accostato il suo nome a quello di Milizia nella targhetta, proprio in virtù dell’incarico legale su citato, ha fatto andare su tutte le furie il primo cittadino savese. Cosa sarebbe costato, nella potenziale replica, dire: “Guardi. Ha ragione. La targhetta è di vecchia data” oppure dire “non credevo che il mio nome fosse affisso lì”. Cosa sarebbe costato? Nulla.
Ma mostrandosi così rabbioso lo IAIA non può smentire la targhetta. E se crede che il suo nome sia stato posto in modo errato dia subito mandato ai suoi colleghi di rimuoverlo.
E’ normale che leggendo la targhetta, collegando l’incarico a Andrea Milizia, uno cosa può pensare? Ma pensare è sbagliato.
Il marchese del Grillo, in una delle sue massime, diceva: “Io so io e tu non sei un cazzo”.
Fra meno di tre mesi vedremo …
Giovanni Caforio