IL SINDACO IAIA FIRMA L’ORDINANZA DI SGOMBERO DELLA DIMORA, DI UNA STRUTTURA PUBBLICA, OCCUPATA ABUSIVAMENTE DA UN EMARGINATO SAVESE
Si vede proprio che questo sindaco, oltre che andare dal Prefetto e a minacciarci di querela per il pesce d’aprile, non ha proprio nulla da fare!
Con Ordinanza Comunale numero 33 del 3 aprile 2013 (protocollo Comune di Sava nr. 0008186) il sindaco IAIA firmava l’atto il quale veniva notificato direttamente al nostro concittadino, emarginato e diseredato, Giuseppe Lomartire che occupa abusivamente gli spogliatoi del campetto di calcetto adiacente al nostro Cimitero comunale (come al solito senza finestre e senza porte). Ricordiamo ai nostri lettori che il caso “Giuseppe Lomartire” ha occupato l’interesse del nostro giornale, compreso quello dell’ambientalista e giornalista Mimmo Carrieri.
Abbiamo investito la stampa quotidiana locale, investito Telenorba la quale ha fatto un servizio televisivo su questo caso umano. Chiamato anche Fabio e Mingo e a giorni RAI 1 dovrebbe farci sapere quando verrà. Cosa non abbiamo fatto per Giuseppe Lomartire? Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto, e nelle nostre forze, fare. Ma non toccava a noi fare quello che abbiamo fatto. Toccava ai Servizi socilai interessarsi di questo caso, e di casi come questo a Sava ce ne è più di qualcuno.
Ma è clamoroso che, nonostante il forte disagio di Giuseppe, nessuno dell’amministrazione comunale ha voluto prendere una posizione e, al momento, fornire una sistemazione provvisoria. Seppur temporanea. Nessuno! Questa Ordinanza firmata di proprio pugno dal sindaco IAIA ha del clamoroso: un diseredato savese cacciato da una struttura pubblica, fatiscente, in cui ha la sola colpa di voler far capire agli altri il proprio disagio.
Restiamo allibiti e ci sdegnamo di comportamenti amministrativi che di certo non hanno la capacità di affrontare queste “emergenze” sociali. L’Ordinanza diverrà esecutiva entro i 30 giorni, a partire dalla data di oggi, il tempo massimo che è stato dato a Giuseppe per liberare gli spogliatoi. E dopo che succederà?
Giovanni Caforio